Il film mette in scena amicizie e tradimenti, sospetti e pregiudizi, solidarietà e sentimenti genuini. Ma, soprattutto, tocca un nervo scoperto nella nostra società: il timore ancestrale, l’ostilità istintiva

“Io, l’altro”, opera prima di Mohsen Melliti, con Raoul Bova e Giovanni Martorana è nelle sale cinematografiche dallo scorso 18 maggio

  Cultura e Spettacoli  

Il film, prezioso ed importante, racconta l’oggi e getta un ponte sul futuro, dopo i drammatici fatti dell’11 settembre, per i quali il mondo sembra essere cambiato in tutto ed ogni dimensione della vita è invasa da una “guerra asimmetrica e permanente”, capace di gettare i suoi sospetti ovunque.

Il film è la storia di due amici, Giuseppe e Yousef – l’equivalente in arabo - che, dopo molti anni di sangue e sudore trascorsi sotto “padrone” hanno deciso di mettersi in proprio.

Acquistato un piccolo peschereccio usato, lo ribattezzano Medea: il nome campeggia, in caratteri occidentali ed arabi, sulle fiancate dell’imbarcazione riverniciata di fresco.

Il film inizia con i due amici che, invece di raccogliere i frutti del loro sacrificio, sono alle prese con le ritorsioni economiche e pratiche, dell’ex “Padrone”, che gestisce il mercato del pesce.

Troina, il mafiosotto locale, non solo stabilisce il prezzo del pescato, ma smuove anche simpatie ed antipatie nei confronti di chi non si sottomette alle sue regole. Mentre Yousef, grazie alle mille esperienze di vita, non fa un dramma delle ritorsioni di Troina, Giuseppe, che è una persona semplice, si fa, al contrario, il sangue amaro.

Un giorno, però, mentre sono lontani dalla terra, in mezzo al mare per una battuta di pesca, si abbatte su di loro la condanna di un sospetto che viene dalla terra ferma devastata dalla guerra.

La radio, infatti, annuncia che Yousef è il terrorista ricercato dalla polizia internazionale per l’ennesimo attentato terroristico, che in Spagna ha fatto saltare in aria un treno uccidendo centinaia di persone,

Per loro è una giornata e una notte di confronto drammatico e violento l’uno contro l’altro, con tutti i loro pregiudizi e la loro sub cultura che riaffiorano dall’oscurità delle loro anime esasperate riportando sulla barca il simbolo del conflitto attuale di civiltà.

Un tragico caso di omonimia travolge, distruggendole, le vite dei due protagonisti fino all’odio e alla morte, fino a rappresentare definitivamente i conflitti che insanguinano il mondo sul teatro del loro peschereccio.

Il regista Mohsen Melliti, è nato a Tunisi nel 1967, è esiliato in Italia ed ha collaborato con giornali e istituti di ricerca sulla situazione dei diritti umani e politici nei paesi arabi.

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