Levinson ci pone di fronte ad un ipotetico scenario, che non sembra affatto così assurdo o campato in aria

Medusa Film presenta L’uomo dell’Anno, scritto e diretto da Barry Levinson

  Cultura e Spettacoli  

Prendendo spunto dalla clamorosa cantonata che ha sconvolto le elezioni presidenziali del 2004, lo sceneggiatore e regista si chiede cosa succederebbe se un errore di calcolo commesso dalla macchina in occasione del voto elettronico portasse alla Casa Bianca uno degli uomini più divertenti della nazione. E ci fornisce la risposta facendo un film comico e umano che fa ridere, ma che, al tempo stesso, spinge il pubblico a fare qualche riflessione sulle questioni affrontate.

Levinson esplora le similitudini e i punti di incontro tra la politica americana e gli eventi della cultura pop dell’ultimo decennio, con astuti lottatori di professione e muscolose star cinematografiche che all’improvviso si trasferiscono nelle ville dei governatori mentre milioni di americani si vedono propinare le notizie della sera da spiritosi conduttori di talk show che le infarciscono di battute e non più dai severi e rigidi giornalisti del passato.

In L’uomo dell’Anno, il regista ha messo insieme un cast fatto di attori che condividono con lui l’opinione che in un paese sempre più dominato dai media, il confine tra intrattenimento e politica è sempre più sfocato ed indistinto.

Con il suo inconfondibile e inimitabile umorismo tagliente, Robin Williams interpreta il ruolo di Tom Dobbs, un uomo che ha fatto carriera in televisione: è il conduttore di un programma tra satira ed informazione che prende in giro i politici e si fa portavoce di una nazione esasperata. Nel corso del suo talk show quotidiano, racconta barzellette su un sistema politico in caduta libera … fino al giorno in cui uno spettatore gli chiede: “Perché non si presenta lei alle prossime elezioni?” L’idea veramente brillante e divertente è accolta e Dobbs si candida alla presidenza degli Stati Uniti.

Per farlo, Dobbs fonda un movimento popolare con il quale si presenta alle elezioni. Durante l’accesa campagna elettorale, accompagnato dal suo manager e mentore, Jack Menken (Christopher Walken), e dal suo astuto autore, Eddie Langston (Lewis Black), incontra politici parassiti e nulla facenti chiedendo loro senza mezzi termini quello che gli elettori hanno spesso pensato: “Dove è andata a finire la responsabilità nei confronti di ogni singolo cittadino che ogni politico dovrebbe prendere su di sé?”

Quando finalmente giunge il fatidico giorno, Dobbs sorprende il mondo intero e vince le elezioni battendo il presidente democratico uscente e lo sfidante repubblicano.

La mattina seguente una nazione in preda allo shock si sveglia scoprendo che sarà governata da un nuovo leader di un mondo libero … lo sputasentenze preferito da tutto il paese.

Ma una scrupolosa esperta di tecniche di voto, Eleanor Green (Laura Linney), scopre che la vittoria assolutamente inaspettata di Dobbs è dovuta ad un errore del software installato dalla sua società, la Delacroy Voting Systems, che ha falsato i dati elettorali. Ma a questo punto, quale è la sua missione? Aiutare Dobbs a scoprire la verità prima che il suo machiavellico datore di lavoro le dia la caccia, distrugga la sua credibilità e seppellisca per sempre il segreto di un’elezione truccata.

Inseguito da Eleanor e da Alan Stewart (Jeff Goldblum), il consulente legale della società Delacroy Voting Systems, Dobbs deve prendere una decisione importante e in brevissimo tempo, prima di pronunciare il discorso di insediamento: deve tornare al suo talk show oppure restare nello Studio Ovale e tentare di sovvertire le cose?

Per raccontare questa storia, il regista sceneggiatore, Levinson, ha creato così il personaggio di Tom Dobbs, un attore che si trasforma in politico, ma che, una volta resosi conto di essere realmente candidato alla Presidenza degli Stati Uniti, conserva comunque le sue radici comiche e, anche quando affronta temi importanti come la responsabilità, mantiene la sua essenza più pura e vera, non fa come molti candidati cloni che fanno solo promesse che poi non manterranno, e diventa attraente e credibile per chi lo ascolta.

Il punto chiave del film è che c’é qualcosa di sbagliato in un sistema se la gente comincia a sentirsi lontana anni luce e non rappresentata dai politici che ha votato.

Dobbs dice: "Abbiamo problemi più importanti. Apparentemente non esiste una leadership. Non abbiamo una guida. L’Americano medio ha la sensazione che il Governo non stia rispondendo alle sue esigenze”.

Ed è proprio un attore comico amato ed apprezzato come Robin Williams a cercare di far passare questo messaggio.

Giovanni Scotti

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