Certo, il sistema giudiziario italiano è noioso per definizione ed è difficile immaginarsi un Lino Banfi nei panni di Perry Mason; tuttavia, Carofiglio, ben addentro nelle problematiche legali in quanto magistrato a Bari, sfrutta le vicende processuali dei suoi libri per raccontarci vicissitudini e inquietudini di un professionista in carriera in bilico tra giovanilismo e un senso incipiente della vita che scorre, troppo veloce, tra le dita.
In questo senso i tre libri di Sellerio rappresentano una sorta di romanzo a puntate della vita dell’avvocato Guido Guerrieri: in questo ricorda più Camilleri col suo Mantalbano che ingrigisce di libro in libro che non Grisham che ogni volta inventa nuovi protagonisti.
Guido è un avvocato penalista di che ha vissuto gli anni di piombo, in parte anche sulla propria pelle e, nonostante la forte ideologizzazione adolescienziale (si definisce ancora comunista quasi con un senso di nostalgia più della gioventù che della fede politica), non si nega il pragmatismo di chi, per professione più che per vocazione, sa convivere con delinquenti, corrotti, ed ex-picchiatori fascisti. Tuttavia non scade mai nel cinismo, anzi mantiene sempre un profondo senso etico della vita.
Carofiglio tratteggia un personaggio “vero” con i suoi difetti, le sue paure, le sue meschinità, ampiamente compensate dalla sua genialità, la sua generosità e la sua umanità.
I temi non sono da poco.
Nel primo libro, “Testimone inconsapevole” l’assassinio di un bambino è il pretesto per discutere di razzismo;
Nel secondo “Ad occhi chiusi”, un amore violento è lo spunto per affrontare il tema della pedofilia e della violenza sulle donne;
Nell’ultimo “Ragionevoli dubbi”, col pretesto del traffico di droga, il protagonista cerca di liquidare i suoi conti col passato subendo quella morte dell’ideologia che lascia vivi gli uomini in quanto tali
Rosella Barone
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