Il film di Neil Jordan è interpretato da Cillian Murphy, Liam Neeson, Ruth Negga, Laurence Kinlan, Stephen Rea, Brendan Gleeson, Gavin Friday, Eva Birthistle.

Breakfast On Pluto: la commedia è nei cinema dal 25 maggio

  Cultura e Spettacoli  

Tratto da un testo di Patrick McCabe, Breakfast on Pluto segue le vicende del giovane irlandese Patrick Braden (Cillian Murphy), nato dalla relazione fra un prete di un paesino di campagna e la sua cameriera e dato in adozione ad una cinica vedova in cambio di un sostanzioso vitalizio.

Il ragazzo vive a Tyreelin, cittadina inventata di sana pianta, e sin da piccolo cresce con uno spasmodico desiderio di diventare donna: preferisce i trucchi ed i vestiti femminili.

La commedia segue lo sviluppo di Patrick segnando alcune tappe salienti: l’abbandono, ancora in fasce, dalla madre davanti alla porta della chiesa, il trasferimento dalla cittadina irlandese alla Londra libertaria degli anni settanta alla ricerca della madre perduta, fino a ritrovarsi, travestito, per guadagnare da vivere la notte sui marciapiedi e nei peep show.

Raccontata così la vicenda di Patrick, “Kitten”(Gattina), Brady appare banale e il finale quantomeno scontato. Quello che cambia questa commedia è invece la strategia di Neil Jordan ,Oscar per “La moglie del soldato”(1992). Si, perché oltre a raccontare le mille peripezie della nostra “eroina” l’autore non solo ci canta dei tempi che furono, del mondo anglosassone che cambiava pelle passando dai Sixties fino ai primi anni ’80, ma si prende in giro in continuazione.

“Breakfast on Pluto” è una pellicola sui generis, che infila nel calderone tante gag, forse troppe, fino a sembrare sconclusionato, quasi un pretesto per parlare di niente parlando di tutto.

Questa commedia kitsch affronta il tema del travestitismo e lo inserisce in uno sfondo sociale in continua mutazione, dove spicca il conflitto tra Gran Bretagna e l’IRA. Però non si trova una presa di posizione sull’argomento, quanto uno smascheramento dell’ipocrisia benestante, il tutto filtrato dall’ottica di Patrick: dalle premesse ci si aspetta un dramma strappalacrime e invece il regista opta per un altro tipo di narrazione, una collana di tanti  piccoli capitoli ognuno con una sua morale insita. Una scelta che cita apertamente il romanzo di Pat Mc Cabe e invita a divertirsi senza pensare troppo.

Anche la scelta della colonna sonora ci lancia su una pista da ballo, con canzoni che riflettono le tendenze di quegli anni e contengono riferimenti a ciò che passa sullo schermo: nei titoli di coda si possono apprezzare queste scelte.

La commistione di generi è l’altro punto di forza del film, parodia e commedia che offrono anche sequenze da video musicale e racconto onirico: Londra ha la magia ipnotica del mostro leggendario che inghiottisce chiunque ci si avvicini.

In questo spazio metropolitano dalla vivace fauna si distingue “Pat”, personaggio sfacciato e sfaccettato che non può non attrarre, una di quelle creature sempre più rare da trovare, una “lei” sognante molto più femminile di molte che sono tali per il sesso scritto sulla carta d’identità: Cillian Murphy si sta rivelando sempre più un attore capace di misurarsi in diversi ruoli con metodo e personalità.

Si può non condividere la gestione del tempo cinematografico, il filmare tutto il racconto come una continua apparizione con una racconto ad alta velocità; troppi coup de theatre poco distanziati tra loro: l’intento è probabilmente quello di far ballare lo spettatore e non lasciar tregua nello stuzzicare il pensiero comune.

Alessandro Alpini

 

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