Alla Pinacoteca cantonale Giovanni Züst di Rancate (Mendrisio), è aperta al pubblico la mostra IL SEGNO DELLA SCAPIGLIATURA. Rinnovamento delle arti tra il Canton Ticino e la Lombardia nel secondo Ottocento.

Il segno della Scapigliatura Rinnovamento tra il Canton Ticino e la Lombardia nel secondo Ottocento

  Cultura e Spettacoli  

Attraverso l’indagine e lo studio del fenomeno conosciuto come Scapigliatura, l’esposizione si propone di illustrare le profonde e articolate convergenze culturali che hanno animato il Canton Ticino e la Lombardia nella seconda metà del XIX secolo.
La rassegna rievoca il clima storico e culturale dell’epoca e testimonia la significativa esperienza che, nell’ambito delle arti figurative, ha accomunato una generazione di artisti innovatori e anticonformisti che sviluppano il loro percorso artistico all’insegna del rifiuto delle regole e delle convenzioni borghesi.
Fenomeno culturale assai sfaccettato, consumatosi a Milano tra il 1860 e il 1880, la Scapigliatura si è esplicitata in modo complesso e variegato. Un fenomeno che ha oltrepassato l’ambito strettamente locale, che ha influenzato il costume e la vita sociale dell’epoca, coinvolgendo non solo la pittura, ma anche altre discipline artistiche come la letteratura, la poesia e la musica.

La mostra, organizzata da Mariangela Agliati Ruggia, curatore della Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, e da Sergio Rebora, storico dell’arte, espone circa cento opere di grande qualità. Dipinti e sculture che testimoniano la ricerca e la scelta consapevole di un nuovo linguaggio espressivo dai tratti stilistici specifici e immediatamente riconoscibile.
Gli artisti sono interessati a una pittura lontana dal tratto definito del disegno. I dipinti sono evocativi, trasmettono atmosfere che prendono forma negli effetti di luce e ombre, nella scelta dei colori e nelle figure dai contorni sfumati ed evanescenti. I pittori tendono dissolvere i contorni e le forme nell’intento di comprendere e poi restituire all’osservatore, anche in senso emozionale, i rapporti tra le figure e lo spazio circostante.
La Pinacoteca Giovanni Züst espone le opere realizzate dai maggiori esponenti della Scapigliatura fra cui spiccano i dipinti di Tranquillo Cremona, Daniele Ranzoni, Luigi Conconi, con opere di altri
artisti come Giuseppe Bertini, Mosè Bianchi, Federico Faruffini, Giovanni Segantini e le sculture di Giuseppe Grandi, Paul Troubetzkoy, Eugenio Pellini e Medardo Rosso.
Presente anche la produzione artistica dei pittori ticinesi come Adolfo Feragutti Visconti, Luigi Sacchi e Luigi Rossi, Filippo Franzoni, autori sensibili e attenti al rinnovamento generato dalla Scapigliatura.

La mostra di Rancate è stata un’occasione di studio e di ricerca che ha condotto a una rilettura e a un’interpretazione più attuale di alcune opere e del contributo di ogni artista.
Alla luce di questi risultati, la rassegna ha dato spazio anche a dipinti e sculture dalla presenza meno scontata: in alcuni casi si tratta di ritrovamenti effettuati in questa circostanza, opere inedite o assenti da lungo tempo dalle rassegne o, addirittura, mai pubblicate.
Il percorso espositivo, che si snoda in senso cronologico, comprende anche una sezione dedicata agli acquarelli: una tecnica particolarmente congeniale alla resa degli effetti di trasparenza ed evanescenza intesi come ricerca del un nuovo linguaggio espressivo.
L’esposizione è stata realizzata grazie alla presenza di opere provenienti da molteplici collezioni pubbliche e private, tra cui la Galleria d’Arte Moderna di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, la Civica Galleria d’Arte Moderna Giannoni di Novara, la Galleria Ricci Oddi di Piacenza, i Musei Civici del Castello Visconteo di Pavia, Museo del Paesaggio di Verbania, Civico museo d’arte moderna e contemporanea, Varese, il Museo Civico di Lugano, il Museo cantonale d’arte di Lugano
Il catalogo illustrato, edito da Silvana Editoriale, comprende testi critici dei curatori, saggi e Giorgio Zanchetti e ampie schede delle opere esposte a cura di di Carlo Migliavacca, Lucia Pini e Paolo Plebani.
(f.d.s.)

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