La mostra, realizzata in collaborazione con il Museo Rodin di Parigi, può essere visitata fino al 10 marzo 2024

Milano, Mudec: la mostra RODIN E LA DANZA

  Cultura e Spettacoli  

Dal 25 ottobre il Mudec propone la mostra RODIN E LA DANZA, che vede come Institutional Partner Fondazione Deloitte.

La mostra è prodotta da 24 ORE Cultura - Gruppo 24 ORE, promossa dal Comune di Milano-Cultura e realizzata a cura di Aude Chevalier, Elena Cervellati, Cristiana Natali.

La mostra racconta attraverso un progetto espositivo, inedito ed originale, il fascino e il fortissimo imprinting creativo che la danza ebbe sul genio artistico di Auguste Rodin, il grande sculture francese, che. a cavallo tra Otto e Novecento. rivoluzionò l'arte scultorea attraverso la sua ricerca sul corpo inteso come espressione del sentire umano.

Ricordiamo che, dopo lo scandalo delle sue prime prove, accusate di eccessivo realismo, Auguste Rodin si affermò come uno dei più importanti scultori del suo tempo grazie alla popolarità acquisita dalle opere destinate al progetto della Porta dell'Inferno, in primis Il bacio, rappresentazione universale dell'amore, ispirata agli amanti Paolo e Francesca del Canto V dell'Inferno della Divina Commedia. Tappa fondamentale del successo di Rodin, comunque, fu la mostra personale allestita in occasione dell'Esposizione Universale di Parigi del 1900 presso Place de l'Alma, di fronte al padiglione della danzatrice di origine americana Loïe Fuller, divenuta celebre per la sua "danza serpentina". L'incontro con la Fuller, e, poco più tardi, con Isadora Duncan, portò Rodin ad approfondire il tema del movimento e delle potenzialità espressive del corpo, peraltro già da tempo al centro della sua ricerca. Ulteriori sollecitazioni gli arrivarono, poi, dall'esibizione delle ballerine cambogiane, giunte al seguito del re Sisowath, all'Esposizione coloniale di Marsiglia del 1906. Rodin rimase, infatti, talmente affascinato dal movimento elegante delle ballerine da dedicare loro più di 150 disegni in un'unica settimana. Le frequentazioni parigine e le suggestioni delle danze cambogiane portarono, tra il 1911 e il 1912, alla realizzazione dei Movimenti di danza, serie di studi in gesso e terracotta in cui i ballerini saltano e si flettono in una combinazione di forza, grazia ed elasticità.

La mostra RODIN E LA DANZA ci trasporta, così, nella vivace atmosfera artistica e culturale della Parigi della Belle Époque e delle Esposizioni Universali attraverso una selezione di disegni e di sculture che ci rivela un aspetto inedito e affascinante dell'opera del rivoluzionario scultore francese.

La mostra. lo sottolineiamo, è stata possibile grazie anche alla collaborazione con il Museo Rodin di Parigi, da cui provengono ben 53 opere.

La mostra RODIN E LA DANZA è articolata in tre sezioni.

La prima sezione del percorso (Mouvements de danse”. Rodin e la danza del suo tempo) illustra il fascino che Rodin nutrì per la danza attraverso i suoi incontri con i più grandi ballerini dell'epoca, come, ad esempio, Isadora Duncan, Loïe Fuller, le danzatrici del balletto reale cambogiano, la danzatrice giapponese Hanako. Qui troviamo quindici piccole statuette in terracotta, mai esposte durante la vita dello scultore. Ognuna di esse raffigura un passo, una ‘figura’ di danza in cui molti ballerini potrebbero ritrovare ancora oggi una posizione fondamentale, congelata nell’attimo della scultura. Ogni figurina è stata modellata anche per essere vista da più angolazioni, come se la posizione fosse in realtà il frame di un unico movimento fluido fatto di ‘figure’ di danza infinite; il senso di non-finito è dato anche dalla tecnica dell’assemblaggio utilizzata dallo scultore per la creazione delle danzatrici. Uno studio sperimentale del movimento fatto attraverso il materiale modellabile per eccellenza, la terracotta, che in alcuni punti ancora lascia intravvedere le impronte digitali del suo artista.

La seconda sezione della mostra (Influenze dall'Estremo Oriente. Cambogia, Giappone e altri orizzonti) permette di comprendere il rapporto che Rodin ebbe con la cultura extraeuropea del sud-est asiatico, in particolare con la danza cambogiana e la contaminazione tra arte occidentale e sud-est asiatico in ambito performativo e teatrale nonché l’influenza che questa ebbe su un sostanziale ripensamento del concetto di corpo in movimento all’interno della sua personalissima ricerca artistica.

La terza sezione (Rodin e la danza del nostro tempo. Suggestioni scultoree nelle creazioni della coreografia contemporanea) esplora attraverso un confronto visivo i legami formali e artistici che intercorrono tra sette capolavori di Rodin - Il pensatore, L’Età del Bronzo, Donna accovacciata, Idolo eterno, Jean de Fiennes, L’uomo che cammina, Il risveglio - e sei coreografie concepite tra il 1990 e il 2021: Jaillissements. Isadora Duncan et Auguste Rodin, coreografia di Elizabeth Schwartz (1990); Rodin, Her Eternal Idol, coreografia di Boris Eifman (2011); Viaggio nella sensualità. Anna Halprin incontra Rodin, coreografia di Anna Halprin (2014); Rodin, coreografia di Julien Lestel (2021); Dark Red - Beyeler, coreografia di Anne Teresa De Keersmaeker (2021); Naturans - su Auguste Rodin, coreografia di Alessandra Cristiani (2022).

Il racconto è completato da testimonianze video, estratti di film e di documentari non solo riferiti alle danzatrici che Rodin incontrò durante la sua vita e la sua carriera, ma legati anche alla cultura cambogiana e le sue danze.

Precisiamo che la mostra si avvale di un allestimento scenografico multimediale e interattivo appositamente disegnato e realizzato dallo studio di design Dotdotdot: materiali, luce, suono, video-arte mettono in scena un racconto emozionale per far rivivere al visitatore la fascinazione che la danza ebbe sul genio artistico di Auguste Rodin, in una perfetta sintesi tra l'evanescenza della movimento e la concretezza del gesto scultoreo.

Il catalogo della mostra RODIN E LA DANZA, edito da 24 ORE Cultura, è disponibile presso il bookshop della mostra, nelle librerie e online.

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