In occasione dei 700 anni dalla morte di Marco Polo numerose iniziative scientifiche dell’ateneo veneziano rendono omaggio al grande viaggiatore

Ca’ Foscari: la ricerca scientifica su Marco Polo

  Cultura e Spettacoli  

In occasione delle celebrazioni ufficiali per i 700 anni dalla morte di Marco Polo, l’Università Ca’ Foscari Venezia dedicherà numerosi contributi scientifici alla figura del viaggiatore veneziano.

Tra questi la prima edizione digitale in inglese del testo del Milione, Digital Edition of the Devisement du Monde, edito da Edizioni Ca’ Foscari - Venice University Press, sotto la direzione di Eugenio Burgio. Il testo, la cui uscita è prevista a settembre 2024, sarà arricchito da un commento continuativo e sarà integralmente on line. Si tratterà del primo esperimento del genere che consentirà una lettura ampia e fornirà un testo affidabile. Accanto a questo, avrà una nuova veste il 'Ramusio digitale', un portale che già oggi riunisce tutte le versioni del testo, sempre in accesso aperto.

In uscita a marzo, per la casa editrice Carocci di Roma, un grande companion sul personaggio storico di Marco Polo e sullo stato attuale delle nostre conoscenze su di lui. Marco Polo, storia e mito di un viaggio e di un libro sarà curato da Eugenio Burgio e Samuela Simion e raccoglierà ben 18 saggi sulla figura del viaggiatore veneziano, molti dei quali di docenti cafoscarini.

Altro importante progetto, sotto la direzione di Eugenio Burgio e Antonio Montefusco (cui si aggiungono per la curatela anche Samuela Simion e Marcello Bolognini), riguarda il volume che verrà pubblicato in aprile per la casa editrice Treccani con il facsimile di uno dei testimoni più importanti del Milione in francese, un manoscritto di inizio ‘500 conservato presso la Bibliothèque de l'Arsenal) magnificamente illustrato con 190 miniature dell’epoca. Sarà una riproduzione fotografica integrale nello stesso formato del manoscritto a cui si accompagnerà l'edizione del testo e il commento con numerosi saggi.

A quest’ultima iniziativa si collegherà la mostra “Il Milione di Marco Polo, specchio di un’epoca di prima globalizzazione fra Oriente e Occidente”, che si terrà a Pechino tra luglio e ottobre 2024 con il sostegno della Treccani, del Ministero degli Esteri e dell'Ambasciata italiana in Cina e che avrà in parte la curatela scientifica dalla rettrice di Ca’ Foscari Tiziana Lippiello, di Eugenio Burgio e Antonio Montefusco.

A marzo uscirà, inoltre, un volume collettivo su Marco Polo e Venezia all'inizio del Trecento, diretto da Antonio Montefusco e Marcello Bolognari che si collega ad una delle recenti scoperte dei ricercatori cafoscarini, quella che lo mette in relazione con gli ambienti dei Domenicani.

Per comodità ricapitoliamo qui sotto le scoperte avvenute recentemente ad opera degli studiosi cafoscarini presso l’Archivio di Stato di Venezia e riguardanti episodi attinenti alla biografia di Marco Polo: l’esistenza della figlia Agnese e la citazione del suo nome in un lascito testamentario.

Agnese Polo la figlia ancora sconosciuta di Marco Polo (2022)

Nel 2022 si colloca l’eccezionale scoperta di Marcello Bolognari, all’Archivio di Stato di Venezia, che rivela l’esistenza di una figlia ancora sconosciuta di Marco Polo, Agnese, attraverso la documentazione ritrovata del suo testamento datato 1319 e affidato al padre.

Finora la figlia più conosciuta di Marco Polo era Fantina Polo, degna discendente del viaggiatore veneziano, forte e determinata che non esita ad andare in tribunale per rivendicare l’eredità lasciatale dal padre. Ma i documenti ci raccontano anche un'altra storia e ci svelano l’esistenza di Agnese, nata prima del matrimonio di Marco Polo con Donata Badoer dal quale, come noto, nacquero Fantina, Bellela e Moreta.

All’epoca del testamento Agnese doveva aver avuto circa 23-24 anni, era madre di tre figli che vengono citati per nome nel documento e morendo prematuramente lasciava il marito e affidava al padre, che le sopravviveva, le sue ultime volontà. Da queste poche indicazioni non si può certo delineare un ritratto preciso, ma si può intuire una figura femminile attaccata alla famiglia cui fa riferimento in modo affettuoso e preoccupata dell’educazione dei figli, visto che viene nominato anche il precettore.

Un ulteriore tassello nella vita del celebre viaggiatore e autore del Milione reso noto attraverso l’articolo di Marcello Bolognari pubblicato sulla rivista Studi Medievali III serie, 62 (2021) dal titolo «Agnes uxor Nicolai Calbo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi»: un nuovo documento inedito sulla famiglia Polo.

Questo testamento del 1319 è un frammento ulteriore nel vasto insieme documentario sulla famiglia veneziana dei Polo e ha aperto nuove prospettive sulla vicenda biografica di Marco Polo dicendoci che Marco ebbe una figlia prima del matrimonio, fuori dal matrimonio o frutto di un’unione precedente.

Il testamento di Agnese Polo è stato rinvenuto nell’Archivio di Stato di Venezia in occasione degli scavi archivistici intrapresi dal gruppo di ricerca dell’Università Ca’ Foscari (Dipartimento di Studi Umanistici) coordinato da Eugenio Burgio e Antonio Montefusco, per approfondire la ricezione domenicana del Devisement dou Monde di Marco Polo.

Inedito ritrovato a Venezia: nuovo elemento nella vita di Marco Polo (2019)

Grazie al lavoro di un’equipe di giovani studiosi dell’Università Ca’ Foscari Venezia (Progetto BIFLOW guidato dal prof. Antonio Montefusco, Dipartimento di Studi Umanistici) è stato ritrovato ad opera di Marcello Bolognari, ricercatore dell’ateneo veneziano, nel 2019 presso l’Archivio di Stato di Venezia, un documento, finora ignoto e inedito, che fornisce nuove informazioni sulla biografia di Marco Polo, dopo il suo ritorno a Venezia, e un anno prima della morte. Una scoperta che aggiunge nuove informazioni sulla sua vita e sui suoi rapporti con gli ordini religiosi.

Il nuovo documento in cui compare il nome di Marco Polo datato 1323, riguarda l’accettazione di alcuni lasciti testamentari di Giovanni dalle Boccole da parte dei frati predicatori del convento veneziano di SS. Giovanni e Paolo, riuniti in capitolo. Tra i testimoni di questa accettazione vi è il famoso viaggiatore «Marco Paulo de confinio Sancti Iohannis Grisostomi»: si tratta senza ombra di dubbio del Marco Polo conosciuto, che, come noto, risiedeva in quella zona della città, dove il padre Nicolò e lo zio Maffeo avevano acquistato una casa. A riprova dell’identità, bisogna ricordare che, nel lungo elenco dei frati riportati, figurano Beneve

nuto e Centorio, ossia i domenicani di SS. Giovanni e Paolo espressamente nominati da Marco Polo nel suo testamento dell’anno seguente.

La scoperta del documento nell’ambito del progetto Biflow si rivela particolarmente importante, per almeno due ragioni.

1. La pergamena offre informazioni nuove sulla vita, poco o nulla documentata, di Marco Polo dopo il ritorno a Venezia: ci offre il disegno, sommario ma significativo, di un uomo non solo attivo nella gestione delle attività commerciali di famiglia, ma pure coinvolto nella vita religiosa contemporanea, in particolare quella dell'ordine domenicano (che tra XIII e XIV secolo agiva nel cuore delle vicende della società urbana italiana, specie in ambito simbolico-culturale).

2. Essa offre un appiglio documentario all’affascinante ipotesi che, dopo il rientro a Venezia dalla prigionia genovese, Polo si sia dedicato alla revisione dell'opera (redatta a Genova con Rustichello da Pisa, negli anni intorno al 1298), lavorando in collaborazione con i Domenicani di SS. Giovanni e Paolo; tale revisione è testimoniata dalla fisionomia della redazione latina cosiddetta Z, che numerose testimonianze suggeriscono prodotta a Venezia, in ambito appunto domenicano. Per i Domenicani il Milione fu una preziosissima fonte di informazioni sugli itinerari di viaggio nonché sulle credenze del mondo orientale, e per questo motivo essendo grandi missionari e viaggiatori, lo lessero, trasformarono e riutilizzarono nelle loro opere fino all’età moderna. Il documento rinvenuto ha il valore enorme di confermare l’idea che questo interesse nacque all’interno di un rapporto diretto tra il viaggiatore e i domenicani di Ss. Giovanni e Paolo, che induce a pensare che i frati veneziani forse collaborarono alla revisione dell’opera da parte di Marco, quasi come dei moderni editori.

Info:www.unive.it

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