Il film di Robert De Niro, che racconta la genesi dei servizi segreti, è nei cinema dallo scorso 20 aprile

L´ombra del potere (The Good Shepherd): dopo 14 anni Robert De Niro torna dietro alla macchina da presa

  Cultura e Spettacoli  

La storia della CIA, dalla sua fondazione nel 1947 agli anni della Guerra Fredda, è narrata attraverso la ricostruzione della carriera di uno dei suoi primi agenti, Edward Wilson (un ottimo Matt Damon), che partecipa in modo attivo alla nascita di quella che è una delle più grandi e importanti organizzazioni spionistiche del mondo.

La storia dei servizi segreti statunitensi viene proposta in modo molto romanzato attraverso oltre quarant´anni di cospirazioni, intrighi e guerre di controinformazione che sono poi esplose in tutto il loro potenziale durante la guerra fredda. In particolare gli anni ´60, che rappresentano nella coscienza degli Stati Uniti il periodo più duro: quello della perdita dell´innocenza. Il periodo è iniziato con la crisi della Baia dei Porci, che ha lasciato a lungo il mondo con il fiato sospeso dinanzi al rischio di un´escalation nucleare, e si è concluso con l´assassinio di Bobby Kennedy.

Fin dalle prime scene si coglie l’intento del film: cercare di allontanarsi, il più possibile, da una struttura narrativa spy-game fantasy per illustrare come uomini apparentemente anonimi siano riusciti a controllare il mondo attraverso metodi estremamente razionali, mettendo in gioco aspetti umani e professionali.

Il film (scritto da Eric Roth, prodotto da James G. Robinson per la Morgan Creek Productions e da Jane Rosenthal e Robert de Niro per la Tribeca Films. I produttori esecutivi sono Francis Ford Coppola, David Robinson, Guy Mcelwaine, Howard Kaplan e Chris Brigham) è visto completamente dal punto di vista di Edward, un patriota che conosce il significato e il valore della parola segretezza, che ha fatto della discrezione la sua ragione di vita, un uomo che crede nell’America, che sacrifica tutto quello che ama per proteggere il suo Paese.

Dopo una tragica e privilegiata infanzia, nel 1939, quando era ancora un bravo e sensibile studente dell’università di Yale, Edward viene scelto per entrare a far parte della società segreta degli Skull and Bones, una sorta di confraternita molto chiusa il cui obiettivo è produrre i futuri leader mondiali: in più di una battuta si può vedere il senso di superiorità di coloro che, privilegiati dalla nascita, sentono la ragione tutta dalla loro parte. In una scena del film il protagonista si prende il lusso di dire ad un italo-americano che gli chiede quali siano i valori dei cittadini statunitensi: "noi abbiamo gli Stati Uniti, voi siete solo ospiti".

In virtù della sua intelligenza, della sua reputazione immacolata e della sua incrollabile fiducia nei valori fondanti dell’America, Edward diventa il candidato ideale ad una carriera nel mondo dello spionaggio. Durante la Seconda Guerra Mondiale, viene assunto presso l’Ufficio Servizi Strategici (OSS), antesignano della CIA, una decisione che cambierà per sempre il corso della sua vita e modificherà la configurazione geopolitica del mondo fino ai giorni nostri. Essendo uno dei fondatori della CIA, e lavorando nel cuore dell’organizzazione dove la doppiezza è una dote fondamentale e dove nulla è quello che sembra, l’idealismo di Wilson verrà lentamente eroso dalla sua natura sempre più sospettosa che rispecchia un mondo che sta per entrare nella decennale paranoia della Guerra Fredda. E mentre i metodi da lui proposti assurgono a procedure operative standard, Wilson diventerà uno degli agenti operativi più importanti e sfiderà contemporaneamente la sua controparte del KGB in una sorta di partita a scacchi globale.

Ma Edward è un uomo senza qualità, completamente passivo e incapace di prendere decisioni diverse da quelle che gli vengono imposte. Non uccide mai nessuno personalmente ma .. ogni volta che viene catapultato per inerzia in una nuova situazione qualcuno è destinato a soffrire o a morire. Edward non è mai il motore dell´azione: si limita a fare esattamente quello che gli viene detto, non solo nella vita lavorativa e "segreta",  ma, anche e soprattutto, nella vita personale. Come uno spettatore assiste, impotente, anche al crollo della sua vita familiare: né le preoccupazioni crescenti della moglie Margaret “Clover” (Angelina Jolie), né il suo adorato figlio (Eddie Redmayne) riescono, infatti, ad allontanarlo da una strada che lo porta a sacrificare tutto quello che ha per il lavoro.

Stilisticamente in linea con i dettami del cinema classico, la pellicola, che dura quasi tre ore, avvince e costringe lo spettatore a prestare la massima attenzione ai dialoghi.

Giovanni Scotti

 Versione stampabile




Torna