Uno spaccato universale di un certo tipo di italianità, immersa nella tipicità e nel colore

LEONI, di Pietro Parolin su un Veneto vivo e attuale

  Cultura e Spettacoli  

La crisi è ormai assodata, anche in Veneto, dove si era abituati a veder le cose marciare in un unico modo, quello “giusto”. Ma ora sopravvivere è difficile. Gualtiero Cecchin non ha mai avuto problemi di soldi: fino a poco tempo fa era un vero figlio di papà, arrogante e viziato… ma simpatico. Ora che i soldi sono finiti come farà a tornare ai vecchi fasti? Con un’idea e una buona dose di incoscienza o con una nuova impresa, anche se in modo non del tutto convenzionale?

Gualtiero Cecchin decide di agire nel minor tempo possibile e senza porsi troppi problemi. La sorella Elisa, professoressa di matematica, e suo marito, il sovrintendente di polizia Alessio Leopardi, sono una coppia problematica: lei estranea alla realtà perché cresciuta in una campana di vetro, lui un insicuro cronico che mette la divisa davanti alle sue debolezze. È una rivalità senza tregua quella tra Gualtiero e Alessio: si sfidano sui temi del quotidiano, su questioni di eredità e di condivisione di spazi comuni. Alessio cercherà di mettere in difficoltà Gualtiero in ogni modo, Elisa sarà ingiustamente coinvolta in uno scandalo semi serio a scuola e l’epilogo sarà imbarazzante… ma giusto.

I personaggi di contorno sono quelli di un Veneto vivo e attuale: ognuno coinvolto in qualche modo in quelle “bassezze” umane che spesso, viste da fuori, possono far ridere, perché ci ricordano come le cose dovrebbero andare e come invece... non vanno. “Leoni” non è una commedia contro un sistema di vita o contro la società nordestina, e nemmeno una presa di posizione contro alcuni facili stereotipi, ma uno spaccato “universale” di un certo tipo di italianità, immersa nella tipicità e nel colore di una regione come il Veneto, che aggiunge valore al turbine di situazioni, gag e battute.

Una commedia in cui le vicende dei personaggi, assieme alla loro psicologia, spiccheranno sugli eventi. La satira colpirà tutti gli elementi di un’Italia allo sbando e di un Veneto che fa fatica a raccapezzarsi. Lo specchio dell’attuale situazione del Veneto e dei suoi abitanti, che con forza si muovono senza abbassare la testa nel doloroso contesto della crisi economica. Riscopriremo la fondamentale importanza delle radici di un popolo: la terra come riscatto, soprattutto per le nuove generazioni. Un rispetto sacro per “gli antichi costumi” che mai come oggi dicono quello che dicevano un tempo: la semplicità paga, e molto. Paga in termini etici e morali, perché migliora l’individuo, e paga, come vedremo, in termini di investimento per il futuro.

Dopo la maturità classica, Pietro Parolin, studia a Padova e si laurea in Lettere e Filosofia. Frequenta a Venezia un corso di produzione televisiva e cinematografica e lavora a Roma presso “Technovision” come video assist in diverse produzioni televisive e indipendenti. Nel 2005 frequenta il Centro Sperimentale di Cinematografia a Milano e si diploma l’anno dopo in “sceneggiatura e produzione fiction”. Lavora come sceneggiatore per “La Squadra”, “La Nuova Squadra”, come dialoghista nella serie Disney “Chiamatemi Gio’” e collabora con Fox e Lux Vide. Come regista gira un cortometraggio per Sky Cinema dal titolo “La legna del vecio”, prodotto da CSC Production. È autore di narrativa e collabora con l’associazione padovana “Sugarpulp”, per la quale pubblica un racconto dal titolo “La caccia” da cui è tratto un audio libro per “Good Mood Edizioni”. Successivamente pubblica un racconto sul sito “Fatti italiani” dal titolo “Il possente Golia”. Aderisce al progetto “Scuola Twain” e ne diventa docente, seguendo un percorso di volontariato culturale che mira ad affiancare gli insegnanti di lettere delle scuole medie e superiori, proponendo moduli di scrittura creativa, struttura narrativa e avviamento alla lettura. Nel 2012 vince il bando della Regione Veneto: “Analisi, studio e diffusione di opere culturali e multimediali giovanili”, grazie al quale può girare “Leoni”, il suo primo lungometraggio.

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