Il film, interpretato da Russell Crowe, Emma Watson, Jennifer Connelly, è in sala dal 10 aprile 2014

Noah di Darren Aronofsky

  Cultura e Spettacoli  

Ci sono film nei quali il personaggio principale è dichiaratamente un "cattivo", come "Jack lo squartatore" o "Gli ultimi giorni di Hitler", e questi si va a vederli con la consapevolezza che il film susciterà in noi ripulsione e condanna per il soggetto cui il film è dedicato. Molto più spesso invece nel titolo figura un personaggio che dal film verrà esaltato come protagonista valoroso, buono, saggio. Innumerevoli gli esempi, da "Braveheart" a "Ben Hur", da "Lawrence d'Arabia" a "El Cid". Pensavamo che anche Noah appartenesse al secondo genere e intendesse presentare un Noè operoso e timorato di Dio che permette la sopravvivenza del genere umano e di tutte le specie animali dopo il diluvio universale.

In realtà invece il personaggio risulta quanto mai odioso, tanto che nel finale, nelle varie occasioni in cui ora il figlio Cam, ora il re nemico introdottosi di nascosto sull'arca tentano di ucciderlo, viene spontaneo fare il tifo per loro piuttosto che per Noè. Questo perchè il Noè del film si comporta nè più nè meno come i terroristi di Al Qaeda: così come questi esasperano il concetto di superiorità che l'Islam ritiene di possedere sopra gli infedeli, facendolo diventare motivo di guerra santa e sterminio di nemici, così Noè, o meglio Noah, esaspera la sua devozione al Dio ebraico e invece di portare in salvo sè, la famiglia e gli animali per far rinascere la vita dopo il diluvio, dà del tutto autonomamente una visione nichilista al volere divino e si convince che alla fine del diluvio anche lui stesso e la famiglia dovranno perire, lasciando solo gli animali a popolare di nuovo la terra.

In nome di questa cieca esaltazione prima Noah abbandona a sicura morte la ragazza che Cam voleva portare con sè sull'arca, poi sembra pronto ad uccidere le due gemelline partorite a bordo dalla moglie di Sem. Solo all'ultimo momento Noah ferma il coltello pronto a colpire le neonate, con un rinsavimento che serve a dare un "quasi happy end" alla vicenda.

Sicuramente la scelta di rappresentare in questo modo la storia di Noè e del diluvio risponde anche ad un intento commerciale di strizzare l'occhio al mondo dell'ecologia e dell'ambientalismo. Infatti mentre la Bibbia fa solo riferimento alla violenza degli uomini come causa della collera divina (Genesi 6:13 poiché la terra, per opera degli uomini, è piena di violenza; ecco, io li distruggerò insieme con la terra), nel film Noah lamenta esplicitamente che l'umanità aveva corrotto la natura e solo sterminando tutto il genere umano, sua stessa famiglia inclusa, e lasciando la terra agli animali si poteva ricreare la condizione primigenia del paradiso terrestre.

Ugualmente sembra rispondere a scelta commerciale, per complicare la trama e creare più suspense, lo stravolgimento della narrazione rispetto all'originale. Invece di una navigazione lunga ma tutto sommato tranquilla, con l'intera famiglia riunita nel sicuro ventre dell'arca (Genesi 7:13 In quello stesso giorno, Noè, Sem, Cam e Jafet, figliuoli di Noè, la moglie di Noè e le tre mogli dei suoi figliuoli con loro, entrarono nell’arca), in Noah due dei tre figli sono senza moglie (e Cam per questo medita vendetta contro il padre), un nemico riesce ad intrufolarsi a bordo, Sem tenta con sua moglie di fuggire dall'arca con una specie di scialuppa di salvataggio, che Noah incendia per impedire il tentativo di fuga: insomma su questa arca succede di tutto e di più.

Noah non è quindi l'occasione più adatta per chi volesse documentarsi sul reale contenuto del testo biblico, ma bisogna riconoscere che la sua rivisitazione rende il racconto certo più avvincente. Effetti spettacolari di computer graphic danno vita alla sterminata fauna che si imbarca sull'arca, così come ad una armata di angeli caduti dal cielo e trasformati in giganti di pietra che difendono Noè durante la costruzione del suo vascello. Russel Crowe impersona un Noah pronto a tutto per portare a termine la sua missione, con un vigore ben superiore a quello che avrebbe dovuto avere, stando alla Bibbia (Genesi 7:6 Noè era in età di seicento anni, quando il diluvio delle acque inondò la terra).

Ugo Dell’Arciprete

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