Il Premio Internazionale Carlo Scarpa, istituito dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, quest’anno è stato assegnato al villaggio Taneka Beri in Benin

Premio Internazionale Carlo Scarpa: ventiduesima edizione

  Cultura e Spettacoli  

Lo scorso 29 marzo, alla Triennale di Milano, si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della ventiduesima edizione del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino, istituito nel 1990 dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, fondata nel 1987 per studi e ricerche sul paesaggio, e quest’anno assegnato al villaggio Taneka Beri in Benin. La campagna culturale trova il suo apice a Treviso nelle giornate di venerdì 13 e di sabato 14 maggio prossimo, in un incontro con la delegazione beninese, nella pubblicazione del dossier dedicato al luogo designato, nell’apertura di un’esposizione di materiali documentari, nel seminario di riflessioni, e nella cerimonia di consegna del sigillo scarpiano. La campagna proseguirà, poi, nel corso del 2011 con altre iniziative di approfondimento e divulgazione, rivolte anche al mondo della scuola.

La Giuria del Premio Internazionale Carlo Scarpa per il Giardino ha deciso all’unanimità di dedicare la campagna culturale 2011, ventiduesima edizione, a un villaggio della regione dell’Atakora nel Benin composto da un migliaio di piccoli manufatti, stanze, granai, costruzioni di uso diverso, per lo più a pianta circolare e a tetto conico, con un diametro oscillante da due a tre metri, aggregati in piccoli insiemi (diecina, dozzina) intorno a uno spazio aperto, un cortile multifunzionale. Ognuno di questi piccoli insiemi dà forma a un’unità abitativa nella quale vive una famiglia allargata, appartenente al popolo Tangba, “grandi guerrieri”, chiamato anche popolo Taneka, “quelli delle pietre”. Il suo toponimo oscilla tra lo storico Seseirhà, “le case sovrappo­ste”, e il più recente Taneka Beri, “grande taneka”.

Le unità abitative sono a loro volta variamente addensate in quattro parti riconoscibili nelle quali si articola il villaggio. Denominate quartieri in età coloniale, sono in realtà entità insediative (perhó) dotate di toponimi distinti, Satyekà, Tyaklerò, Galorhà, Pendolou, signi­ficativamente autonome fino a disporre di una propria autorità politica (sawa) e di propri sa­pienti-ierofanti-specialisti rituali. E sono proprio i luoghi del sacro, gli altari, le sepolture, gli spazi di danza rituale a segnare, con le onnipresenti pietre e i grandi alberi, l’articolazione del territorio occupato dal villaggio.

Su una popolazione complessiva dei Tangba (Taneka) stimata intorno ai trentamila indivi­dui, la comunità che vive stabilmente a Taneka Beri non supera le trecento persone, che nei dati ufficiali risultano però oltre novemila, poiché tutti coloro che lavorano e sono domici­liati altrove, in città o in campagna, dichiarano la loro appartenenza (residenza) al villaggio e vi ritornano in tutte le occasioni importanti e le cerimonie collettive. Questo senso di ap­partenenza è il risultato di un processo di lunga durata nel corso del quale si è costruita, per via pacifica, una comunità multietnica e plurilinguistica, con una articolata organizzazione dei rapporti interpersonali e intergenerazionali, fondata su un profondo e libero legame con la propria terra e la propria memoria.

Le quattro entità costitutive del villaggio sono disposte da nord a sud in sequenza lungo una linea leggermente arcuata per una lunghezza complessiva di circa ottocento metri e una larghezza media di circa duecento; ma la superficie considerata “dentro” al villaggio è assai più ampia ed è conterminata, fin dal xviii secolo, da un piccolo muro di difesa dai razziatori di schiavi provenienti dal sud. Il villaggio fa parte di una costellazione di insediamenti che all’origine avevano carattere di rifugio, posti a un’altitudine di circa seicento metri s.l.m., in una formazione collinare elevata rispetto al territorio circostante, alla quale si sale da oriente dolcemente per circa quattro chilometri, muovendo dal centro comunale di Copargo, alla quota di circa cinquecento metri s.l.m.; mentre da occidente, provenendo da Taneka Koko (Dur) si incontra, disposta da nord-est a sud-ovest, la costa erta di una delle propaggini me­ridionali del massiccio dell’Atakora, un sistema orografico a circa cinquecento chilometri a nord della costa del Golfo di Guinea; massiccio dal quale le acque defluiscono a nord-est verso il Niger, a ovest verso il bacino del Volta, a sud nel fiume Ouémé, che nasce proprio tra Copargo e Taneka Beri e il cui bacino costituisce gran parte del territorio dell’attuale Repubblica del Benin.

Info: Fondazione Benetton Studi Ricerche - via Cornarotta 7-9, 31100 Treviso - tel. +3904225121 - fbsr@fbsr.it - www.fbsr.it.

G.S.

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