Il film drammatico è nelle sale dal venerdì 11 febbraio 2011

Rabbit Hole di John Cameron Mitchell

  Cultura e Spettacoli  

Becca (Nicole Kidman) e Howie (Aaron Eckhart) Corbett sono una coppia benestante che abita in una delle villette residenziali del Queens, ma le loro vite sono come sospese da otto mesi, congelate nell'elaborazione di un lutto: il figlio Danny (Phoenix List) di quattro anni, infatti, è stato investito da una macchina. Il dolore li scuote e irrigidisce, li ferisce e li allontana, nel costante e disperato tentativo di trovare possibili forme di conforto e di reazione. Howie cerca di dimenticare l'evento, facendo rivivere ogni sera la presenza del figlio attraverso i filmati del suo telefonino. Becca, invece, ex donna in carriera, cerca un volontario isolamento e si dedica alla cura del giardino, della cucina e alla sistematica eliminazione di tracce e ricordi del bambino. Howie comincia a legare con una donna conosciuta durante una seduta di terapia di gruppo, mentre Becca decide di aprirsi con Jason (Miles Teller), il giovane, inquieto ed artista di fumetti, che era alla guida della macchina che ha investito il suo bambino. Ai disegni del fumetto realizzato da Jason spetta il compito delicato di mostrare solo l'apertura, il varco, alla felicità desiderata. Se la realtà è un mondo ineluttabile, non è detto che la serenità non si possa comunque sognare al di là del buco, dove vivono tutti i mondi possibili migliori di questo.

Il film è tratto da una piece teatrale di David Lindsay-Abaire, anche sceneggiatore

John Cameron Mitchell mette tutta la sua sensibilità al servizio della storia che racconta, al servizio di un melodramma puro e duro nei temi e nei modi. Il film è pulito e raffinato, senza inutili e controproducenti leziosità.

Il tono è intimo anche nei momenti di maggiore sofferenza. Non si abusa di urla né di lacrime.

Il film ci sembra un ottimo esempio di cinema del dolore, di cinema che sa esplorare ferite, lutti ed elaborazioni.

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