Località Inesio: prodotti caseari artigianali della Valsassina e della Muggiasca ed abbinamenti enologici

Alla ricerca di antichi sapori con vini di ieri e di oggi

  Food and beverage  

Lo scorso 21 giugno 2009, in località di Inesio, piccola e affascinante frazione del comune di Vendrogno, arroccato alle pendici del monte Muggio, ultima propaggine della Valsassina prima che i monti degradino verso il ramo lecchese del lago di Como, a Villa Rosella, come è stata recentemente ribattezzata la “casa del Poeta” di Luciano Lombardi si è svolta un’interessante degustazione.

Il sommelier Alberto Alpini ha valorizzato alcuni prodotti artigianali caseari della Valsassina e della Muggiasca con originali abbinamenti enologici, proponendo nell’assolato pomeriggio montano uno spumante, un bianco ed un rosso.

Alpini ha iniziato la degustazione con un vino particolare, uno spumante di provenienza spagnola: il celebre Cava di casa Codorniu, la più antica famiglia produttrice, in Spagna, di questo eccezionale spumante. Nel 1870 fu proibito l’utilizzo del termine champagne per le bollicine prodotte fuori territorio francese e successivamente anche fuori dal territorio della champagne(nord-est della Francia). – precisa Alpini - Da qui la creazione del termine Cava ad indicare gli spumanti spagnoli prodotti rigorosamente con il metodo Classico o Champenoise della rifermentezione in bottiglia. Nel 1872 in Penedès, zona viticola alle porte della regione di Barcellona, l’impresa familiare Codorniu iniziò a produrre bollicine Metodo Tradicional, si deve inoltre a loro l’invenzione e l’introduzione delle Giropallettes o Girasole, macchine automatizzate per il Remuage, oggi adottate da numerose aziende in tutto il mondo. Macabro, Parallela e Xarel-lo sono i tre protagonisti della produzione del Cava, conferendo freschezza e forza il primo, eleganza e morbidezza il secondo, acidità, stabilità e grado alcolico il terzo. All’esame visivo è cristallino di un bel colore giallo paglierino quasi dorato e di buona consistenza, possiamo inoltre apprezzare la finezza, il numero e la persistenza del perlage che successivamente ci stuzzicherà piacevolmente il palato. Al naso è intenso, abbastanza complesso e dai fini profumi floreali e fragranti con una lieve nota di speziatura quasi fumeè. In bocca è secco, caldo e morbido, di piacevole freschezza e sapidità. Vino equilibrato di buona intensità e persistenza in grado di regalarci piacevolissime sensazioni e che si comporta egregiamente – continua Alpini - con i formaggi freschi vaccini e caprini che vi abbiamo abbinato. Un vino per chi ricerca gusti particolari, nuovi, un pò fuori dagli ordinari dei cugini della patria dell’illuminismo, ma altrettanto illuminanti e anche con un occhio al portafoglio.

Altrettanto interessante il secondo vino degustato, un bianco di provenienza sicula ottenuto con un vitigno francese: il Viognier. Nato nel cuore dell’Hermitage, trova in Trinacria, in particolare in provincia di Trapani, terra fertile per esprimersi in modo diverso ma altrettanto elegante rispetto ai genitori francesi. Notiamo la bella limpidezza e il caldo colore quasi dorato nonché la buona consistenza. – prosegue Alpini - Al naso esplode con intensità e complessità con profumi di albicocca e miele d’acacia, ci ricorda prati estivi in fiore e quasi sembra aver intrappolato una parte del caldo sole siciliano che per tanto tempo ha tenuto compagnia alla sua pianta, quasi a non volerlo lasciare andare, quasi a volercelo raccontare e mostrare. Vino di straordinaria morbidezza e calore ha in sé anche una buona freschezza e la bella sapidità tipica di quei vini isolani le cui madri hanno per lungo tempo respirato i profumi e la salsedine portati dai venti del Mare Nostrum; tutti fattori che gli conferiscono un discreto equilibrio. Questo è vino di corpo, intenso e persistente e di fine qualità. Noi lo abbiamo abbinato a un taleggio artigianale di media stagionatura e grassezza, quei taleggi di cui tutto si mangia, soprattutto la crosta, veicolo di sensazioni uniche e irripetibili che lo rendono degno compagno di questo vino. Vino poliedrico che si sposa sia con questi formaggi sia con piatti di crostacei e adatto anche come fresco vino da dessert di pasticceria o con antipasti di pesce crudo o affumicato. Vino da bere sempre, vino da tutto pasto, amabile in estate come in autunno, vino immediato per il consumatore occasionale e vino da degustare lentamente per meglio apprezzarne le sorprese che tiene in serbo per chi ha qualche minuto da dedicargli per capirlo, un buon amico dalle piacevoli sensazioni e dai profumi avvolgenti e delicati come le lunghe chiome delle Ninfe dei fiumi.

Dulcis in fundo il Duca SanFelice riserva 2005 di Librandi ottenuto da uve gaglioppo. Vino della Doc Cirò viene prodotto a Cirò Marina, città sicuramente nota a chi, appassionato di storia antica, vi collegherà il nome di Cremissia, antica colonia fondata dai Greci i quali per primi iniziarono a coltivarvi la vite. Ma non una qualsiasi. Il vino ottenuto da quelle viti era chiamato Krimisia. Era il vino dato in dono agli atleti i quali,considerati alla stregua di Dei in terra, dopo dure giornate di estenuanti allenamenti e gare si facevano infine cullare e riposare da quel gran vino antenato del nostro Gaglioppo. Più avanti nel tempo lo troviamo ancora su tavole importanti, nel 1968 era infatti vino ufficiale degli atleti che partecipavano ai giochi olimpici a Città del Messico. Vitigno dal retaggio elitario dunque, limpido, di un bel rosso rubino profondo e denso come il sangue, quasi granato, di ottima consistenza e dai profumi intensi e complessi. Immediata la distinzione di sentori di viola e frutti di bosco per poi concentrarci su profumi più complessi di confettura di prugna e mora, successivamente ci pervade il profumo di liquirizia e tabacco olandese e una punta di cipolla di Tropea. Ancora ammaliati dal bouquet elegante di questo vino – recita Alpini - siamo pronti a farci affascinare completamente sorseggiandolo, quasi con religiosa pazienza. Al gusto lo apprezziamo interamente anche per via retronasale, è secco caldo e dalla morbidezza infinita, la freschezza, la sapidità e l’eleganza dei tannini completano l’opera. Ben equilibrato dunque, inoltre l’intensità e l’innegabile persistenza ne decretano la fine qualità. Come tutti i grandi vini anche questo ha bisogno di ambientarsi, di aprirsi, di prendere un lungo respiro prima di deliziarci completamente con i suoi profumi; va stappato qualche minuto prima così da liberare, con il giusto tempo, tutti quei fantastici sentori che tanto ci hanno dato. Il Gaglioppo ci dà un vino così, di corpo e armonico, sicuramente pronto ma cui l’eventuale permanenza in cantina, ben coricato, per qualche tempo potrebbe farci dono di ulteriori emozioni. L’abbinamento con formaggi vaccini e caprini stagionati della Muggiasca, rigorosamente artigianali, si è rivelato ben bilanciato. Anche con importanti portate di carne, soprattutto della cucina calabra, può abbinarsi in modo molto equilibrato. È un vino per chi ricerca sensazioni antiche, berlo è come compiere un salto nel passato e non poteva essere altrimenti. Gustare il prodotto di un vitigno storico e prefillosserico non può che suscitare e alimentare intensi sentimenti. È un vino che ispira potenza e amore, la potenza intrinseca di ogni pianta del creato, in particolare della sacra vite, che per millenni fu tanto cara a Greci e Romani, amore per questa terra e i prodotti che ci regala, amore per la nostra antichissima storia, amore per la poesia di questa terra: il vino, tutti i vini.

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