In ogni famiglia di Riomaggiore e Manarola c’è almeno un nonno, uno zio, un cugino che ha costruito con le proprie mani la Via dell’Amore.
Volontari, che, negli anni Trenta del Novecento, hanno congiunto due tratti - creati come deposito per l’ampliamento della ferrovia Genova/La Spezia - e collegato, finalmente in pianura, i due centri abitati di Riomaggiore e Manarola, distanti meno di un chilometro l’uno dall’altro, eppure due comunità allora divise da un territorio aspro, roccioso e impervio, come sono le Cinque Terre.
La Via dell’Amore oggi ritorna ai cittadini e ai turisti: è di nuovo percorribile dopo 12 anni dalla frana del 2012, in sicurezza.
Fabrizia Pecunia, Sindaca di Riomaggiore, ha dichiarato: La Via dell’Amore è oggi di nuovo percorribile dopo 12 anni dalla frana del 2012, in sicurezza, grazie ad un lungo e complicato cantiere. Questa inaugurazione è l’occasione per proporre un cambiamento radicale: trasformare l’intero tragitto in un museo a cielo aperto, riconosciuto a livello internazionale. Non solo ripristinare il tracciato, ma far rivivere quello spirito che ha portato alla sua realizzazione quasi cent’anni fa. Una strada per congiungere, per mettere in relazione e quindi sì, anche “dell’amore”, mettendo a sistema i diversi punti di interesse culturale sul territorio.
Una trasformazione dovuta ai numeri del turismo, che, con la riapertura della Via dell’Amore, non possono che aumentare. L’arrivo di oltre quattro milioni di visitatori pone la riflessione, infatti, sulla sostenibilità di un’economia che, seppur ricca per le comunità, rischia di mettere a repentaglio la sopravvivenza ambientale, culturale e sociale del territorio.
Per far fronte a questa sfida, l’Amministrazione Comunale ha preso provvedimenti, adottando alcune azioni: lo scorso anno, con la riapertura dei primi 160 metri della Via dell’Amore abbiamo sperimentato un sistema di accesso su prenotazione con visite guidate in abbinamento al Castello di Riomaggiore.
Il successo di questa iniziativa ha incoraggiato l’affidamento di un piano di Destination management, cioè un approccio strategico alla gestione dei flussi, ad un gruppo di esperti, già impegnati a livello nazionale e internazionale su destinazioni note per la loro complessità turistica.
La fase preliminare di questo piano, che si inserisce in una strategia più ampia in accordo e complementare a quella indicata dal Parco Nazionale delle Cinque Terre - ha stabilito il percorso da seguire: lavorare in sinergia per spostare l’attuale “fama” di Riomaggiore, da meta romantica, di sole, mare e natura ad una destinazione di cultura.
Pianificare quindi lo sviluppo turistico puntando sulle risorse culturali, del patrimonio e naturali del territorio, creando proposte, percorsi e esperienze autentiche per i visitatori, con un’adeguata strategia operativa per la gestione degli accessi, per la diffusione e la conduzione dei flussi, tramite sistemi di prenotazione, contingentamento, destagionalizzando e diversificando l’offerta.
Fabrizia Pecunia ha aggiunto: Siamo così convinti che questa sia la strada da percorrere che il Comune di Riomaggiore da tempo pone la cultura al centro della propria politica per rilanciare il territorio come meta di valore. Lo dimostrano gli eventi in programma durante la stagione estiva, la rassegna letteraria annuale, gli appuntamenti organizzati dall’Amministrazione, l’impegno delle Associazioni e della Proloco per creare occasioni di conoscenza, esperienza e bellezza che vanno oltre il turismo mordi e fuggi. L’ultimo in termini di tempo: la realizzazione di un percorso museale permanente di Virtual Reality Experience - all’interno del Castello di Riomaggiore - dedicato a scoprire Riomaggiore e Manarola attraverso gli occhi di Telemaco Signorini e alcune delle sue opere più note.
Per sottolineare questa attenzione all’ambito culturale, il Comune si è dotato dell’hashtag #riomaggiorefacultura da utilizzare per indicare le rassegne, i progetti e gli eventi teatrali e sociali che animano - per tutto l’anno - Riomaggiore, attraverso il quale il paese si connota sempre di più come destinazione culturale.
Una meta che rientra in possesso di una delle sue opere più importanti a fianco dei terrazzamenti. La Via dell’Amore rappresenta la determinazione e il coraggio che ha trasformato le Cinque Terre nel parco antropico riconosciuto Patrimonio dell’Umanità, a dimostrazione di come la storia e la cultura di questi luoghi siano radicati in ogni sasso, muro, strada che si incontrano.
La Pecunia ha concluso: La Via dell’Amore diventa oggi il nostro museo, e come per Firenze la Galleria degli Uffizi, il simbolo iconico del nostro passato e del futuro che vogliamo intraprendere. Un’opera che non sarebbe stata possibile senza la visione condivisa e alla collaborazione istituzionale con Regione Liguria e il Parco Nazionale delle Cinque Terre che hanno riconosciuto il valore strategico del restauro della Via dell’Amore, monumento nazionale e simbolo dell’Italia nel mondo.
Versione stampabileTorna