La Tenuta del Buonamico produce vini di charme, in grado di soddisfare i palati più poliedrici

La Tenuta del Buonamico: un simbolo della Doc Montecarlo

  Food and beverage  

Mercoledì 10 novembre a Milano, presso il ristorante Particolare Milano, si è presentata alla stampa La Tenuta del Buonamico, che, da oltre 50 anni, è un esempio ed un vanto del territorio lucchese: l’azienda vitivinicola si trova, infatti, a Montecarlo, nel cuore della verde campagna lucchese.

La Tenuta del Buonamico, di proprietà dalla famiglia Fontana, è guidata da Eugenio, un imprenditore capace di “sfruttare” al meglio il potenziale della zona, Eugenio Fontana, lo sottolineiamo, è considerato uno dei fautori del “rinnovamento della tradizione” che ha coinvolto la Tenuta, partendo dalla considerevole espansione degli impianti vitivinicoli grazie all’introduzione delle nuove barbatelle (si è passati, infatti, da una superficie di 20 a 45 ettari) per arrivare all’ampliamento dell’intera struttura, comprese la barricaia e la sezione d’imbottigliamento con la costruzione della nuova cantina. Il progetto della famiglia Fontana è di grande respiro: è diretto non solo a sviluppare il potenziale della Tenuta, ma anche imprimere una visione originale ad un’area che resta, comunque, legata ad una forte storicità. Un esempio di ciò è l’impiego di vitigni semi aromatici quali il Sauvignon e il Pinot Bianco, coltivati per bilanciare l’eleganza, severa e generosa, del Trebbiano Toscano.

Dal 2008 Eugenio Fontana continua a sperimentare sia in vigna sia in cantina, ricercando anche nuovi vini che possano essere testimoni di qualità e di quello che, un tempo, era chiamato lo Chablis di Montecarlo.

Questa “nuova stagione” della Tenuta del Buonamico ha inizio proprio dalla vocazione di Montecarlo per i vini bianchi protagonisti della cosiddetta “anomalia lucchese”, un periodo che ha visto, a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, l’arrivo di vitigni stranieri in queste terre.

Il progetto della famiglia Fontana parte dal desiderio e dall’impegno di rinnovare, senza trasformare, l’attitudine della Tenuta di lavorare Pinot Bianco, Sauvignon, Roussanne, Sémillon, Vermentino, in piccola parte Viogner e, ovviamente, Trebbiano Toscano. A queste uve a bacca bianca si affiancano Sangiovese, Canaiolo, Syrah, Merlot e Cabernet Sauvignon. Un blend fortunato e produttivo di vitigni autoctoni e stranieri che ha saputo dar vita a vini di charme, adatti per incuriosire e soddisfare i palati più poliedrici, consolidando così l’unicità di un territorio come quello della Doc Montecarlo.

Tra questi vini ci piace sottolineare, in particolare, un prodotto: lo Spumante Particolare.

Ricordiamo che la storia delle bollicine alla Tenuta del Buonamico ha preso il via nel 2010 quando, in previsione di costruire la nuova cantina, i proprietari hanno deciso di iniziare una sperimentazione di appena 2.000 bottiglie di Spumante Metodo Martinotti, bottiglie prodotte da uve a bacca nera vinificate in bianco, per l’esattezza Sangiovese e Syrah, vitigni adoperati anche per il Rosé in versione ferma.

L’idea di uno Spumante Rosé è sempre piaciuta, poiché questa tipologia mostra, da tempo, un grande potenziale e un buon gradimento da parte dei consumatori, elementi ulteriormente confermati negli ultimi anni, grazie a un rilancio del vino rosato in generale. A tutto ciò si è aggiunta la certezza da parte dei proprietari del Buonamico che la produzione dello Spumante potesse essere eccellente anche a Montecarlo, proprio nelle vigne della Tenuta. Forti della tradizione del territorio e del successo dei Bianchi di Montecarlo, si è deciso di incominciare la nuova produzione di spumante anche per ampliare la gamma dell’azienda stessa e proporre più referenze. L’idea, però, non era quella di fare lavorare le uve da un’altra cantina e commercializzare le bottiglie a marchio Tenuta del Buonamico, ma quella di spumantizzare in autonomia, senza alcun supporto dall’esterno differenziandosi dalla maggioranza delle altre aziende. Il primo tentativo è stato entusiasmante. Le circa 2.000 bottiglie prodotte di Brut Rosé hanno riscontrato un notevole successo tra amici, clienti e tra tutti colori che lo hanno assaggiato. Da quel momento in poi la famiglia Fontana ha stabilito che lo Spumante Particolare sarebbe diventato un prodotto importante della linea dei vini.

ll titolo scelto per lo spumante fu Particolare, di nome e di fatto.

Particolare nacque da un’idea di mio padre Dino”. - racconta Eugenio Fontana - Stava sfogliando una rivista di moda e notò una nuova linea di smalti per le unghie di un noto marchio francese, la linea si chiamava Particulière. Gli piacque immediatamente e, riflettendo sulla singolarità del nostro Spumante Brut Rosé, pensò che quello sarebbe stato un nome perfetto! Assieme decidemmo di registrarlo e oggi, dopo diversi anni, possiamo affermare che Particolare rappresenta esattamente il nostro Spumante”.

Attualmente la Tenuta del Buonamico comprende diverse etichette della linea Particolare, tutte prodotte con uve differenti. Poco tempo dopo la messa in bottiglia di Particolare Rosé è nato Particolare Brut da uve Pinot Bianco, Sémillon e Trebbiano, uno Spumante che, a sua volta, nell’arco di un breve periodo, è stato affiancato dallo Spumante Particolare Brut Inedito: un’unica spumantizzazione all’anno da sole uve di Pinot Bianco di diverse annate. Un omaggio a il Vasario, il vino top di gamma, anch’esso prodotto da Pinot Bianco in purezza.

Sempre con etichetta Spumante Particolare Inedito anche la versione Rosé da uve Sangiovese e Syrah, pure in questo caso nato da un bland di vecchie annate. Entrambe le etichette, per una parte del vino, svolgono la fermentazione malolattica in tonneaux per circa 7 mesi, lavorazione che arricchisce gli Spumanti di caratteristiche simili a quelle che si trovano in un Metodo Classico.

A completare la gamma delle bollicine c’è lo Spumante Particolare Dolce prodotto con uve Moscato al 100%: la fermentazione del mosto avviene direttamente in autoclave, ottenendo così un tenore zuccherino finale di circa 70 gr/l. Una dolcezza gradita e non stucchevole, capace di esaltare un ampio bouquet aromatico, tale da renderlo adatto per accompagnare non solo il dessert.

La prima vera spumantizzazione, dopo la prova nel 2010, è iniziata con la vendemmia del 2011, con 50 hl di Particolare Brut e 50 hl di Particolare Rosé, in commercio nel 2012 con circa 12.000 bottiglie.

Oggi, dopo altre 8 vendemmie, si producono circa 70.000 bottiglie di Spumante Particolare Rosé, circa 50.000 di Particolare Brut e circa 20.000 bottiglie degli altri tre Spumanti della linea, per un totale di circa 140.000 bottiglie commercializzate nel 2020.

Quantitativi importanti, resi tali dall’autonomia della Tenuta del Buonamico nell’intero processo di spumantizzazione, dalla campagna fino all’imbottigliamento con la linea isobarica. Il parco autoclavi, dalle 3 iniziali acquistate nel 2011, è passato alle 18 nel 2020, con una capacità produttiva (considerando i cicli di rifermentazione adottati) pari a 350.000 bottiglie annue.

La rifermentazione dello Spumante Particolare dura circa 4 mesi in autoclavi orizzontali, appositamente realizzate su misura per la Tenuta del Buonamico: 50 hl per avere una migliore rifermentazione che avviene, in questo caso, su una superficie di contatto lievito/vino maggiore essendo le autoclavi stese. Le uve, raccolte separatamente in base alla varietà, sono mandate in pressa per ottenere il mosto fiore che fermenterà per circa 21 giorni e che farà parte della base spumante la quale, in un secondo momento, verrà portata in autoclave a rifermentare.

Individuate le basi del Brut e del Rosé, si comporrà un’unica massa che verrà conservata nei tini di acciaio a basse temperature per essere prelevata, a necessità, la quantità giusta che rifermenterà in autoclave. La rifermentazione avviene sempre seguendo tutto il processo lavorativo tramite un programma interfacciato con moderni sistemi di controllo, elementi necessari per il monitoraggio della temperatura, della pressione e di tutte le fasi lavorative indispensabili per la produzione dello Spumante Particolare.

La conservazione della base e la lavorazione dello Spumante fanno sì che una delle caratteristiche principali di Particolare sia la freschezza volta a esaltare la piacevolezza della beva, oltre alla finezza e alla persistenza del perlage, tutti elementi che rendono unico lo Spumante.

La scelta della spumantizzazione con il Metodo Charmat (o Martinotti) è dipesa da più fattori. La certezza di lavorare al meglio in vigna e in cantina garantisce, allo stesso modo, una notevole qualità che, anno dopo anno, è cresciuta in maniera notevole. In aggiunta, la spumantizzazione con Metodo Martinotti permette una maggior fluidità in fatto di spazio e giacenza in cantina e dà la possibilità di mantenere un giusto rapporto qualità - prezzo, restando comunque un prodotto di livello e competitivo per il mercato.

L’idea dello Spumante Particolare - oltre a essere un perfetto completamento di gamma - è derivata anche dalla forte convinzione nel progetto iniziale, studiato nei dettagli e seguito con costanza: ne dà prova l’impianto di spumantizzazione in cantina con 18 autoclavi da 50 hl, un’area a sé, sistemata durante i lavori di ampliamento della cantina avvenuti nel 2011.

Produrre spumanti in una regione come la Toscana desta curiosità e voglia di sperimentare - ha dichiarato Eugenio Fontana, titolare della Tenuta - La zona di Montecarlo è da sempre rinomata per la produzione dei vini bianchi e, anche per questo motivo, abbiamo pensato che gli spumanti potessero rappresentare un altro importante obiettivo. In più, gli spumanti aiutano anche la produzione generale, visto che non dipendono necessariamente da una sola annata. Il lavoro da fare resta comunque tanto e sempre monitorato per avere il meglio dalle uve. Nel nostro caso, per esempio, la vendemmia avviene con un poco di anticipo, così da preservare una discreta acidità e un grado zuccherino basso, intorno ai 10,5%: in questo modo, rifermentando in autoclave, si prendono 1,2% di alcool così da avere uno Spumante che rimanga sui 12% vol.

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