RisOrta, il progetto ambientale pilota di biomonitoraggio con molluschi dotati di microchip

17/02/2022


Lo scorso 8 febbraio, presso la sede dell’Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, l'istituzione culturale, costituita il 14 maggio 1997, che assicura la preservazione e la valorizzazione dei beni naturali e culturali del territorio con la partecipazione della popolazione, è stato presentato il progetto di sostenibilità ambientale RisOrta, previsto all'interno del più ampio progetto Ecolago, promosso dallo stesso museo e gestito dal Centro di ricerche IRSA- CNR di Verbania Pallanza. al fine di promuovere il risanamento dei sedimenti litorali e il biomonitoraggio.

Il progetto di sostenibilità ambientale RisOrta, nato da un suggerimento della dott.ssa Nicoletta Riccardi, ricercatrice di IRSA CNR di Verbania, prevede la reintroduzione di molluschi della specie Unio elongatulus, lungo una porzione del perimetro del lago d’Orta, che diventano, così, biosentinelle tecnologiche per il monitoraggio delle acque del Lago d'Orta e il filtraggio dagli inquinanti rilasciati dai sedimenti, grazie alle loro riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni.

Il Lago d’Orta, a lungo inquinato dagli scarichi industriali, lo ricordiamo, è stato ripristinato ecologicamente alla fine degli anni ‘80 mediante l’operazione di “liming”: una imponente bonifica con carbonati di calcio che riequilibrò l’acidificazione delle acque, presenta sedimenti inquinati da metalli pesanti ma acque purificate.

Le acque del Lago d'Orta più superficiali sono, però, naturalmente esposte nella zona litorale al rischio potenziale di rilascio di inquinanti dai sedimenti, a causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti).

Questo studio pilota, quindi, intende fornire una soluzione sostenibile ed altamente tecnologica: i molluschi, infi, saranno provvisti di sensori che consentono di misurare in tempo reale le loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze saranno, poi, inviati digitalmente al CNR per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente e rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.

L'iniziativa è stata finanziata dal Fondo Ambientale Italiano (FAI) e da Intesa Sanpaolo nell’ambito del progetto “I Luoghi del Cuore”, dal Comune di Orta San Giulio, cofinanziatore del progetto, dalla Fondazione Comunità Noverese onlus, dal Comune di Orta e dall’azienda Fantini Rubinetti con l’erogazione di una borsa di ricerca per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.

Federica Armiraglio, Responsabile progetto I Luoghi Cuore FAI, ha dichiarato: Il FAI ha scelto di sostenere insieme a Intesa Sanpaolo questo innovativo progetto pilota di elevato valore ambientale che risponde pienamente all’impegno civico della Fondazione nel voler collaborare con la società civile e le istituzioni, sia a livello locale che nazionale, in difesa del paesaggio oltre che del patrimonio storico-artistico. Il progetto è inoltre supportato da una rete di attori attivi sul territorio che, fin dalla raccolta voti al Censimento, ha promosso un’azione di educazione all’ambiente, coinvolgendo numerose scuole, in linea con la missione del FAI. Inoltre, il coinvolgimento del IRSA CNR attribuisce un indiscusso valore scientifico all’operazione.

Gianluca Vacchini, Segretario Generale della Fondazione Comunità Novarese onlus, ha commentato: La fondazione ha scelto di sostenere il progetto Ecolago che nasce per coinvolgere la popolazione nel miglioramento della fruizione di alcune aree del Lago d’Orta anche attraverso l’organizzazione di attività didattiche outdoor. Questa nuova fase che comprende la borsa di ricerca consente al progetto di fare un ulteriore avanzamento in termini di tutela e salvaguardia ambientale e, quindi, di proporre un insieme di azioni ancora più completo.

Giovanni De Bernardi, Presidente di Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone, ha dichiarato: Ecomuseo è fiero di dar vita a questo nuovo progetto che rappresenta una delle prime azioni concrete nell'ambito del Contratto di lago del Cusio, un accordo per la salvaguardia dell'ambiente e dell'ecosistema del Lago d'Orta. Un intervento di questo genere rappresenta un modello innovativo di scienza partecipata da parte della collettività.

Nel corso della conferenza di presentazione del progetto di sostenibilità ambientale RisOrta è stato chiarito che i molluschi coltivati sono i bivalvi, una classe, cioè, di molluschi filtratori che vivono infossati nei sedimenti dei fondali. Le specie di acqua dolce hanno un grande impatto sulla qualità degli ecosistemi lacustri e fluviali. Come filtratori di grandi volumi d’acqua, infatti, essi svolgono la funzione di depuratori naturali, rimuovendo anche sostanze tossiche grazie alla capacità di accumularle e depositarle nei loro organi in forma non tossica. Oltre a questo, questi molluschi migliorano le condizioni dei sedimenti e rendono l’habitat più idoneo anche per altre specie aumentando la biodiversità dell’ecosistema. Grazie a queste capacità, i bivalvi sono molto usati come “specie indicatrici della qualità dell’ecosistema” e per determinare le soglie di tossicità alla base della legislazione sugli scarichi inquinanti.

Il ripopolamento spontaneo nel Lago d’Orta della specie nativa Unio elongatulus, scomparsa all’inizio del secolo scorso a causa del grave inquinamento, ha attratto l’interesse degli esperti perché sono estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo dopo alterazioni così devastanti dell'ecosistema.

Attualmente, la popolazione di molluschi è limitata a una sola porzione del litorale del lago, l’area di Bagnera d’Orta, dove si trova una delle spiagge più frequentate, e la ricolonizzazione spontanea delle altre zone litorali richiederebbe tempi molto lunghi.

Il progetto RisOrta prevede di accelerare la colonizzazione di altre aree litorali traslocando molluschi della stessa specie prelevati dai laghi limitrofi. Le attività di raccolta e traslocazione dei bivalvi saranno realizzate con il supporto volontario di alcune realtà associative della comunità locale.

Questo contribuirà ad accelerare la depurazione dei sedimenti e a favorire il ripopolamento di altre specie grazie al miglioramento delle condizioni dell’habitat. Successivamente, seguirà il biomonitoraggio attivo e in tempo reale dello stato ecologico dell’acqua per il rilevamento e l’identificazione immediata di eventuali immissioni di contaminanti, grazie all’installazione di gabbie contenenti molluschi provvisti di sensori per il rilevamento di anomalie del comportamento. Questo sistema di monitoraggio fa parte di una metodologia sempre più in uso per la sua affidabilità e semplicità di applicazione che rientra nei cosiddettiBEWS: Biological Early Warning Systems”.

Successivamente, sulla base degli esiti del progetto e grazie al reperimento di nuovi finanziamenti, l'attività potrà essere auspicabilmente estesa a tutte le sponde del lago. I monitoraggi dei molluschi traslocati saranno effettuati a distanza di 1 mese, 6 mesi, e 1 anno dall’impianto. Per facilitarne la localizzazione al fine del controllo periodico delle loro condizioni di salute, questi saranno provvisti di un microchip. In caso di risposta comportamentale alterata si provvederà all’ispezione immediata e alla contestuale raccolta di campioni di acqua per analisi. Verranno, inoltre, regolarmente controllati a campione alcuni molluschi per l’analisi dell’accumulo dei metalli. Il progetto pilota servirà alla definizione della più ottimale modalità operativa del sistema di biomonitoraggio continuo.