Pagamenti in contanti: nuovi limiti

31/01/2020


Al fine di arginare l’evasione e limitare la moneta in circolazione, la legge di Bilancio 2020 (vale a dire la Legge 27 dicembre 2019, n. 160 pubblicata nel Supplemento Ordinario n. 45 della Gazzetta ufficiale n. 304 del 30 dicembre 2019), ha abbassato da 3.000 a 2.000 euro il limite del contante a partire dal prossimo 1° luglio 2020. Tale soglia sarà, poi, ulteriormente abbassata a 1.000 euro a partire dal 1° gennaio 2022.

Qualunque cessione di denaro superiore a tali limiti, quindi, dovrà avvenire solo ed esclusivamente tramite canali tracciabili, vale a dire bancomat, carta di debito, carta di credito, carta prepagata, assegno bancario, assegno circolare, bonifico bancario o postale.

Le sanzioni amministrative, che possono andare da un minimo di 3mila ad un massimo di 50mila euro, sono applicabili ad entrambi i soggetti, vale a dire chi cede e chi riceve denaro in contanti oltre tali limiti

Le misure prendono in considerazione tutte le transazioni di denaro effettuate tra soggetti diversi, incluse le donazioni e i prestiti, compresi quelli effettuati tra parenti.

La stessa norme prevede anche, sempre dallo scorso 1° gennaio 2020, ai fini IRPEF, la detrazione dall’imposta lorda nella misura del 19% spetta a condizione che la spesa sia sostenuta con versamento bancario o postale ovvero mediante altri sistemi di pagamento tracciabili.

Di conseguenza tutte le spese che danno luogo allo sconto fiscale del 19% nella dichiarazione dei redditi, a decorrere dal 2020, non potranno più essere effettuate con l’utilizzo del contante, pena la perdita della detrazione stessa.

Il dr. Filippo Bergamino, commercialista in Milano, ci ha precisato che questa novità vale per gli interessi per mutui ipotecari per acquisto immobili, le spese per istruzione, le spese funebri, le spese per l'assistenza personale, le spese per attività sportive per ragazzi, le spese per intermediazione immobiliare, le spese per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede, le erogazioni liberali, le spese relative a beni soggetti a regime vincolistico, le spese veterinarie, i premi per assicurazioni sulla vita e contro gli infortuni, le spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di trasporto pubblico locale, regionale e interregionale.

Per quanto riguarda le spese mediche - ha aggiunto il Dr. Bergamino - la stessa norma prevede espressamente che resta ferma la possibilità di pagare in contanti i medicinali, i dispositivi medici e le prestazioni sanitarie rese dalle strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale, senza perdere il diritto alla detrazione.

D’ora in avanti, quindi, è opportuno pagare sempre con mezzi tracciabili (carte di credito, bancomat, bonifici, assegni) e non in contanti.