FederlegnoArredo: il sistema rischia il tracollo

13 dicembre 2012


Martedì mattina, a Milano, presso la Fondazione Stelline, FederlegnoArredo ha illustrato la drammatica situazione del settore nel corso della Conferenza stampa di fine anno 2012.

Il macrosistema LegnoArredo, nel quinquennio 2007/2012, ha visto i consumi passare da 33,8 a 20,6 miliardi di euro. Sono crollati anche i fatturati (-14 miliardi di euro, -33%), il numero di imprese -10.024, pari al -12,6% e degli addetti -51.651.

Tali numeri hanno indotto FederlegnoArredo a chiedere con forza un intervento che consenta alle aziende del settore di prendere una boccata d’ossigeno dopo cinque anni durissimi: includere gli arredi fra le opere ammesse alla detrazione del 50%.

Principale imputato è il crollo interno degli acquisti, che, quest’anno, ha accusato un calo del -17,6% addirittura più accentuato di quello già drammatico del 2009. La contrazione delle vendite nazionali di prodotti legati alla casa ha investito pressoché tutti i comparti dipendenti, direttamente o indirettamente, dall’edilizia. Tra questi, in particolare sofferenza è risultato il macrosistema arredamento che ha fatto registrare un vero e proprio tracollo (-19,7%) a causa, soprattutto, della caduta dei redditi reali delle famiglie superiore al 2009 e al blocco dell’erogazione dei mutui che hanno inciso profondamente sull’indotto della casa.

Anche le importazioni di prodotti provenienti dall’estero sono in crisi a dimostrazione che gli italiani non si sono indirizzati su alternative estere più economiche. Significativo il dato degli acquisti dalla Cina che, in quantità, hanno fatto registrare un pesante 20%. Nell’anno in corso l’unica nota positiva viene dall’export che, pur a fatica, ha tenuto il passo. Ma anche qui gli ultimi mesi dell’anno stanno segnando un preoccupante rallentamento nei mercati Ue 27 che rischia di compromettere il buon andamento delle vendite extra Ue (+10%) fino ad oggi l’appiglio che ha consentito al sistema LegnoArredo di non crollare.

Ma il tempo stringe e non si può più pensare che il sistema possa reggersi appoggiandosi esclusivamente alle esportazioni. Analizzando i fatturati delle aziende vediamo infatti che il settore LegnoArredo ha vissuto nel 2012 uno degli anni più drammatici dal dopoguerra: dopo il crollo del giro di affari del 2009 (-18%) e il timido recupero del 2010 (+1,9%), l’anno passato si è chiuso con un nuovo rallentamento (-4,2%). L’ulteriore segno meno che si sta delineando all’orizzonte costringerà quindi molte aziende alla resa dei conti.

E ciò non senza conseguenze, come dimostrano i numeri inerenti alle imprese che hanno chiuso nel 2012 (meno 2.400) e ai posti di lavoro persi (meno 8.200). Dall’inizio della crisi a oggi sono oltre 10mila le aziende che hanno cessato l’attività e più di 51mila gli occupati in meno. Drammatica anche l’impennata delle ore di cassa integrazione (+697%) passate dalle 5.492 del 2007 alle attuali 43.772.

Tenuto conto che il 2013 appare in prospettiva un anno di ulteriori difficoltà per il mercato interno e che la domanda mondiale potrebbe subire un rallentamento, è evidente la necessità di rilanciare i consumi interni per riattivare un sistema che rischia seriamente di “collassare”. Come? La proposta di FederlegnoArredo è tanto semplice quanto efficace, ovvero: includere gli arredi fra le opere ammesse alla detrazione del 50%, già prevista per le ristrutturazioni edilizie.

Tale misura, condivisa e sottoscritta per la prima volta da tutti i più importanti attori della filiera - industria, sindacati (Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil), commercio (Federmobili), construttori (Ance), Confartigianato Legno Arredo e CNA Produzione – parte dal presupposto che l’arredamento è parte integrante e sostanziale della riqualificazione edilizia e del benessere abitativo delle famiglie, oltre a non comportare nessun incremento dei costi per lo Stato già previsti da Decreto. - spiega Roberto Snaidero, presidente di FederlegnoArredo . Stimiamo - continua Snaidero - che tale misura (contenuta nell’ordine del giorno presentato alla Camera il 26 luglio 2012 e finora totalmente ignorata) è in grado di generare un incremento dei consumi nazionali d’arredamento del 20% (pari a circa 1,2 miliardi di euro) consentendo un recupero del crollo registrato dal 2007 a oggi e offrendo così un po’ di ossigeno dopo 5 anni durissimi.