Oggi il porto di Pescara è stato animato da un blitz ambientalista della Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente in difesa dei mari e delle coste italiane, organizzato per evidenziare i gravi problemi di insabbiamento, la paralisi di tutte le attività economiche e i rischi idraulici derivanti dall’esondazione del fiume in caso di forti precipitazioni.
Questo il messaggio lanciato a Pescara dalla Goletta Verde, durante un nuovo blitz ambientalista in difesa del territorio e dell’economia locale. Era il 2000 quando per la prima volta insieme all’Associazione Borgo Marino ed ai circoli locali
Allo stato dei fatti, ogni discussione sulla proposta del nuovo Piano Regolatore Portuale, avanzata, a prescindere dai contenuti, intempestivamente dal Comune di Pescara, risulta essere fuorviante rispetto alla priorità del dragaggio e lacerante per il tessuto economico e sociale che ha necessità di coesione e di unitarietà di intenti. Le osservazioni alla Valutazione Ambientale Strategica indicate dai settori economici, sociali e professionali bocciano la proposta in quanto questa non risolve nessun problema del passato e ne crea nuovi nel presente. La storia del porto di Pescara ha iniziato a complicarsi nel 1984 con i lavori di lisciamento delle palafitte a sostegno dei moli guardiani che hanno causato gravi fenomeni di risacca all’interno del bacino vecchio tali comprometterne la sicurezza della navigazione per i quali nel 1997 si è dovuto realizzare la diga foranea che, progettata con l’intento di sanare le conseguenze derivate dalle opere di lisciamento eseguite in precedenza, è causa dell’attuale insabbiamento del porto. Proprio per questo forte è l’invito al Comune a ripensare l’assetto portuale in maniera coerente alle esigenze ed alle sue potenzialità. Si tratta di una decisione di certo impegnativa ma sicuramente utile e necessaria per il lungo percorso di valutazione ambientale che si concluderà con il procedimento di Valutazione Ambientale di competenza statale.
La vicenda del Porto di Pescara rappresenta uno sbalorditivo caso – scuola di insipienza umana - afferma Vittorio Cogliati Dezza, Presidente di Legambiente - un intervento che in soli dieci anni ha già manifestato i suoi effetti nefasti. Sarebbe bastata un po’ più di lungimiranza ed una capacità tecnico-scientifica di più largo respiro per evitare di cadere in questi circoli viziosi che, con notevole dispendio di denaro pubblico, generano nuovi errori per riparare a quelli commessi nel passato -. La crisi economica che attanaglia il paese e la scarsezza di risorse pubbliche ci obbliga a ragionare su quale sia lo sviluppo duraturo che davvero serve al Paese. Per questo – continua Cogliati Dezza -