Milano: la mostra BACK TO BLACK

19/04/2024


A Milano, nel suo spazio creativo di viale Monza 106, che ha definito “una pagina bianca”, Andrea Dall’Olio noto per le sue oscillazioni stilistiche e non solo, presenta le sue opere ed i pezzi della sua collezione nella mostra BACK TO BLACK

Ci sono due modi di vedere gli opposti: come una contraddizione o come una forma di completezz, visitabile su prenotazione.a.

Dialogare con loro, accettarli, lasciarli coesistere senza colpevolizzarsi; significa aver capito che il tutto è contemporaneamente il nulla e viceversa.

Andrea Dall’Olio, , che ha appena ribrandizzato il suo spazio, ha subito dopo provato nostalgia per i colori vitali presenti nella sua precedente esposizione “le parole per dirtelo”, che erano tonici, perfino fluo, stridenti e irriverenti; quasi “spudorati negli accostamenti”.

Ora invece, dopo un ennesimo bagno di bianco esistenziale, Andrea Dall’Olio ritorna al suo antico amore; il colore di tutti i colori, la sintesi dello stile, della moda, dell’eleganza e del rigore: “sua maestà il nero”.

Ripercorrendo in una sorta di retrospettiva dove già il nero duellava col bianco, fin dagli esordi della sua carriera nell’area tendenza di Macef, da lui curata nell’edizione di settembre 2004, dal tema emblematico ed autobiografico “Yin e Yang “, questo “colore di tutti i colori” rimane un punto fermo nell’universo creativo e artistico del suo ideatore.

In questa personale dal titolo BACK TO BLACK, inaugurata in occasione del Salone del Mobile 2024, troviamo anche cuscini in macramè e velluto nero, ricamati in baguettes in vetro fumo di Londra nel suo atelier personale a nuova Nuova Delhi, bouquets di fiori in acquarello; il tutto rigorosamente in nero.

Così come neri sono i pannelli di boiserie intagliati al laser con motivi riecheggianti l’oriente di tempi lontani.

Immerse in un bagno di nero sono anche le riedizioni di ceramiche realizzate con gli stampi originali del ‘700, provenienti dall’archivio delle più storiche manifatture venete.

Medaglioni / ciondolo nero in una sorta di crochet di fil di ferro e perline in vetro jais nere, ricordano i mandala vittoriani o le spille haute couture di abiti da sera anni ’50.

E, poi, ancora, in esposizione la sua amata collezione di cornici guilloche inizio secolo, che impreziosivano le scene bucoliche dei quadri lombardi troneggianti nel “salotto buono” di tutte le cascine lombarde di quell’epoca.

Ma … Andrea Dall’Olio è così: dice una cosa ma contempla anche il suo contrario perché essi coesistono per lui, sempre. Il nero può diventare barocco, sontuoso o perfino lirico, senza, però, mai rinunciare al rigore cui Dall’Olio tiene particolarmente, anche se dissimulato da un velo di spontaneità e leggerezza di chi non vuole prendersi troppo sul serio, ma in realtà serio e disciplinato lo è davvero nel suo lavoro.