La sequenza iniziale del film UN ANNO DIFFICILE è una carrellata di estratti dai discorsi tenuti da vari Presidenti francesi da cinquant’anni a questa parte, in cui tutti annunciano ai telespettatori d’oltralpe che l’anno passato o in arrivo è stato o sarà un anno difficile.
Ma la ripetitività stessa del messaggio rende evidente che tutti gli anni in realtà hanno le loro difficoltà, come già diceva Leopardi nel suo Dialogo di un venditore d'almanacchi e di un passeggere. E lo stesso avviene nel film, dove le difficoltà dei protagonisti non hanno niente di contingente ma sono invece un modo di essere continuativo: le ristrettezze economiche per alcuni, l’allarme per i cambiamenti climatici e per il deleterio consumismo per altri.
Nella prima situazione si ritrovano i due protagonisti maschili Albert e Bruno. Il primo è uno handler dell’aeroporto di Parigi, impelagato in un mare di debiti e costretto a dormire nella sale d’attesa dell’aeroporto, integrando il magro stipendio con la rivendita di oggetti sequestrati ai passeggeri perché non consentiti a bordo. L’altro, ugualmente al verde e in procinto di essere sfrattato, continua a rimpiangere l’ex moglie che ha dovuto lasciarlo per la sua incapacità di provvedere alla famiglia, e campa imbucandosi in ricevimenti dove riesce a trovare qualcosa da mangiare gratis.
Proprio a questo scopo Albert e Bruno, divenuti nel frattempo amici, cominciano a frequentare una associazione di attivisti ecologici dove c’è qualcosa da scroccare. Un po’ per accreditarsi come simpatizzanti del movimento, per continuare a mangiare a sbafo, e un po’ per motivi sentimentali, essendosi innamorato Albert dell’animatrice del gruppo Valentine, i due si lasciano coinvolgere sempre più nelle attività dell’associazione.
L’associazione adotta i metodi di quelli che alcuni chiamano ecoterroristi, ambientalisti cioè che pur di attirare l’attenzione sui problemi dell’ambiente bloccano il traffico, si incatenano ai monumenti oppure li deturpano e così via. Albert e Bruno, sempre in bilico tra una vera adesione alle motivazioni del gruppo e la ricerca di soluzioni per i propri guai economici, tentano anche goffamente di sfruttare una manifestazione ecologista alla Banca di Francia per tentare di cancellare la loro situazione debitoria, venendo ovviamente smascherati.
Alla fine i due protagonisti non avranno del tutto risolto i loro problemi ma avranno almeno trovato entrambi una sistemazione affettiva che permette di concludere il film con un finale da Vie en Rose.
Dietro un’apparenza di commedia, che comunque diverte in tante delle sue scene, UN ANNO DIFFICILE è anche un film che affronta due temi molto seri e strettamente connessi: il consumismo e i danni all’ambiente. La sfrenata corsa agli acquisti a cui ci spinge la società consumistica (particolarmente sentita proprio in questi giorni con la celebrazione del Black Friday e le imminenti altre spese per il Natale) da una parte gonfia la produzione industriale, con conseguente consumo di risorse naturali e inquinamento, dall’altro invoglia il pubblico ad acquistare a rate, caricandosi di debiti non sempre facili da onorare.
Il problema è che la sensibilità su questi temi è elevata solo in una certa parte della società, quella per capirci che a Roma chiamiamo “popolo della ZTL”, cioè chi abita in centro, la Zona a Traffico Limitato: sono i professionisti, gli intellettuali, gli artisti che si possono permettere di predicare la decrescita felice. Anche nel film infatti gli ecoattivisti vivono in bei palazzi del centro di Parigi, spogli di arredi in nome del minimalismo ma indice di solide finanze.
Il proletario di Tor Bella Monaca invece non vede l’ora di andare a spendere la tredicesima al vicino centro commerciale, pronto a sfoggiare ai vicini il più bell’albero di Natale e il più ricco cenone di fine anno. Analogamente, a livello globale, la società cinese o indiana contesta al mondo occidentale di essere quello che è sempre vissuto dal punto di vista energetico al di sopra dei propri mezzi, e ora che si è diffuso anche lì un certo benessere rivendica con forza il proprio diritto a usare anche loro automobili, elettrodomestici e caldaie senza curarsi dell’inquinamento.
UN ANNO DIFFICILE ci costringe insomma a riflettere su un mondo dove Greta Thunberg e Papa Francesco rischiano sempre più di essere una Vox clamantis in deserto.
Il film è diretto a quattro mani da Eric Toledano e Olivier Nakache.
Gli attori principali sono Pio Marmaï, Jonathan Cohen, Noémie Merlant, Mathieu Amalric, Grégoire Leprince-Ringuet.
Il film è in sala dal 30 novembre.
Ugo Dell’Arciprete