La SOI auspica il rispetto delle linee guida in abbinamento ai tamponi a tutela dei pazienti che entrano in ospedale e negli studi medici/ambulatori chirurgici privati

11/05/2020


A causa dell’emergenza Covid19, un grande numero di pazienti affetti da disturbi e malattie visive non ha più avuto accesso alle visite medico oculistiche e alle terapie salvavista in quanto ridotte o sospese in quasi tutti gli ospedali. La gravità di questo dato è stata amplificata dal fatto che per paura di essere contagiati moltissimi pazienti hanno interrotto le cure in atto e non si sono più recati a visita negli ambulatori e negli studi professionali, senza avere piena consapevolezza delle conseguenze.

In assenza di visite e dei necessari interventi, questi pazienti rischiano infatti danni permanenti alla vista

La Società Oftalmologica Italiana (SOI) lancia l’allarme nella Fase 2 di COVID: la SOI ha elaborato delle linee guida che tutelano tutti i soggetti interessati: il medico, il personale sanitario e amministrativo, lo stesso paziente.

19 per il rispetto delle linee guida in abbinamento ai tamponi a tutela dei pazienti che entrano in ospedale e negli studi medici/ambulatori chirurgici privati.

In questa fase è fondamentale che tutti siano messi in grado di conoscere il loro effettivo stato di salute e la possibilità di contagiare altre persone. - spiega Matteo Piovella, Presidente SOI - Occorre evitare il ripetersi di nuovi focolai di contagio, ma, soprattutto, evitare di mettere insieme persone che potrebbero esser contagiose con coloro che invece non lo sono. E questo deve valere sia per chi entra negli ospedali che per chi si reca negli ambulatori privati. Questa regola necessaria deve valere per tutti

Nella Fase 2 si punta ad una riorganizzazione dell’attività assistenziale, proprio per non lasciare i pazienti senza cure. Per questo nel documento SOI sono contenute anche una serie di raccomandazioni per esercitare l’attività in completa sicurezza.

Tali linee guida prevedono l’individuazione dei pazienti potenzialmente contagiosi in modo da informarli dell’impossibilità d’accesso allo studio medico o all’ambulatorio chirurgico attraverso specifiche domande di selezione attuate per telefono prima dell’acceso diretto, un’informativa sui dispositivi di protezione individuali necessari per l’accesso allo studio, la sottoscrizione di un’autocertificazione di conformità a quanto dichiarato nel questionario, il rispetto delle norme di distanziamento, la riduzione e la programmazione delle visite e degli interventi chirurgici in modo da evitare situazioni non compatibili con il rispetto delle norme di distanziamento, la frequente e continua sanificazione dell’ambiente e delle apparecchiature tra un paziente ed il successivo. Inoltre in tutte le fasi della visita dove la distanza tra paziente e operatore risulta inferiore a 1 metro si prevede che il paziente rimanga in silenzio per contenere l’espulsione di droplets

All’avvio della Fase 2, SOI accoglie con favore la notizia che molti ospedali del SSN, anche per evitare problematiche di natura legale, abbiano introdotto l’obbligo di esecuzione di tampone per i pazienti da sottoporre a chirurgia oculistica e a terapia intravitreale.

Al riguardo il Presidente Piovella considera la richiesta di tampone come la naturale evoluzione delle succitate linee guida e che le motivazioni per l’applicazione del tampone ai pazienti che si sottopongono a intervento chirurgico siano logicamente valide ed applicabili anche per i pazienti che devono sottoporsi a visite o esami in qualunque ambito anche considerato che il 70% dell’attività oculistica avviene al di fuori del Sistema Sanitario Nazionale.

E’ necessario - conclude Piovella - che in questa fase di ripartenza i pazienti e la stessa popolazione siano messi in grado di conoscere il loro effettivo stato di salute che non può prescindere dalla loro eventuale contagiosità, in modo da supportare e non vanificare tutti gli sforzi che ad ogni livello sono stati messi in campo per tentare di fronteggiare l’emergenza.