L’artista padovano Antonio Sgarbossa espone dal 5 al 20 ottobre al Castello di Marostica

02/10/2019


Si intitola “La luce tra spazio reale e virtuale” l’importante esposizione personale che verrà inaugurata alle 18 di sabato 5 ottobre, alla sala mostra grande del Castello Inferiore di Marostica - la cittadina vicentina nota in tutto il mondo per la Piazza degli Scacchi - per restare poi aperta fino al 20 ottobre.

La rassegna del pittore padovano Antonio Sgarbossa, uno dei massimi pittori italiani contemporanei, è dedicata in particolare al tema della danza, e costituisce un grande appuntamento d’arte in un luogo fra i più suggestivi del nostro paese.

Nato nel 1945 a Fontaniva e formatosi prima a Bassano del Grappa e poi in Svizzera, Sgarbossa si afferma una volta rientrato in Italia, a partire dagli anni Ottanta. Opere dell’artista veneto sono oggi esposte in numerosi musei di arte contemporanea (Galleria Civica di Trieste, Museo Nazionale di Arte Ucraina di Lviv, Galleria Civica “Sciortino” di Monreale …) e in gallerie private di varie città d’Italia.

Come dice di lui il critico Enzo Santese, nel tratto curricolare di Antonio Sgarbossa hanno rilievo e incidenza due fatti, capaci di imprimere nella sua evoluzione artistica il marchio di un punto d’avvio, solido e rassicurante: prima la confidenza con il colore ad olio assunta fin dall’adolescenza, quando viene inviato dai genitori a “imparare un mestiere” in un laboratorio artigiano per la decorazione di piatti in ceramica.

Si può ben capire come le competenze acquisite in quell’apprendistato contribuiscano a una formazione di base, utile a inquadrare il nesso tra figura e spazio, segno e colore, intervento sulla superficie e ricerca delle risposte più adatte a rendere il piano dipinto un corpo pulsante di forme e cromie, conquistate in una lunga attività sperimentale.

Il secondo elemento che contribuisce in maniera sostanziale a riscaldare ulteriormente l’attenzione del pittore per il fatto creativo è l’anno di permanenza a Neuchatel (Svizzera), dove ha modo di conoscere una serie di artisti, che gli mostrano una grande varietà di moduli operativi sulla superficie; la confidenza con il nudo dal vero gli apre orizzonti e prospettive che in seguito convergono in un’adozione del corpo, come elemento di “scrittura “ dello spazio fisico; questo esprime fin dall’inizio la capacità di diventare, di volta in volta, ambito di accadimenti poetici, intesi comi epifanie dello spirito che si concretizzano in sequenze di racconti, lasciati poi alla sensibilità definitoria di chi osserva.

La passione per la fotografia aggiunge poi l’ingrediente che dà struttura di credibilità all’immagine e, nel contempo, cattura attimi della cronaca colta nella casualità del quotidiano. Quel taglio compositivo resta anche nell’architettura del dipinto, dove si rimarca la connessione tra elemento luminoso e forme della realtà nella creazione di atmosfere, nelle quali vibra intensa la virtualità di un luogo, che è il territorio percorso dall’emozione prodotta dell’esistente, anche dai suoi riflessi più consueti.

Per questo la rassegna” La luce tra spazio fisico e virtuale” sintetizza nel titolo un segmento concettuale che unisce due polarità antagonistiche, eppur strettamente congiunte in una poetica, dominata proprio dalla luce. La ricerca si fonda sulla possibilità di utilizzare una sorta di diario di registrazione di fatti, episodi, persone, circostanze climatiche, atmosfere umane, su cui poi Sgarbossa elabora un proprio mosaico di sensazioni visive, incanalate in precisi ambiti d’osservazione.

Info, orari di visita: www.museialtovicentino.it/mostre-musei-altovicentino/2786-mostra-personale-di-antonio-sgarbossa-20191005.html.

Ugo Dell’Arciprete