Croce e delizia diretto da Simone Godano

27/02/2019


Al cuore non si comanda: così recita un noto detto popolare. Sarà anche vero, ma devono essere ben strani i cuori dei due protagonisti di Croce e Delizia per dare vita ad un innamoramento che più strampalato di così non è dato vedere.

Carlo e Tony sono due uomini anziani, entrambi nonni. Il primo è vedovo da non molto, ha un figlio a sua volta sposato con due bambini e un altro figlio appena adolescente. Il secondo ha avuto una vita diciamo movimentata, con varie compagne dalle quali ha avuto due figlie e una serie di esperienze anche sull’altra sponda. Diversamente da quest’ultimo Carlo è il prototipo del popolano romanesco, tutto consuetudini, passione calcistica, gusto della buona tavola e (apparentemente) apprezzamento delle belle donne. Il figlio Sandro è cresciuto come un perfetto clone del padre, con le stesse passioni.

Eppure la sceneggiatura di Croce e Delizia ci presenta una situazione iniziale in cui i due nonnetti hanno scoperto le loro affinità elettive e hanno deciso di sposarsi (o più precisamente celebrare una unione civile). Se già è curiosa di per sé una storia in cui un uomo anziano, padre e nonno, scopre di avere inclinazioni gay (come detto Tony aveva già manifestato gusti bisex, anche se nel film questo viene detto chiaramente solo in un secondo tempo), a renderla ancora più incredibile è la distanza siderale tra le rispettive famiglie.

Quella di Tony è la classica radical chic, abituata a residenze top, ora al centro storico di Roma, ora a Parigi, ora nella villa al Circeo, contraria a tutte le convenzioni piccolo borghesi e aperta a tutte le trasgressioni, che siano il fumare spinelli, il prendere il sole nudi o lo sperimentare rapporti etero, omo e bisex indifferentemente. Assolutamente agli antipodi della famiglia di Carlo, dove solo il rampollo più giovane avrà la freschezza mentale per accettare senza problemi la nuova natura del nonno.

Fatto sta che, arrivati ormai a tre settimane dalla data fissata per la cerimonia, gli innamorati devono decidersi ad informare i familiari dell’evento e mentre Tony si prepara a farlo con la massima naturalezza, pensando che la sua famiglia di idee aperte prenderà la cosa senza drammi, ben diversa è la fase di avvicinamento per Carlo. Se però da una parte la reazione della famiglia di Carlo è sul tragico, come prevedibile, diversamente da quanto Tony si aspettava anche sua figlia Penelope si rivela decisamente contraria a ritrovarsi vicino al padre un “matrigno”.

Per creare un’atmosfera rilassata, adatta alla grande rivelazione, Carlo e Tony hanno organizzato una vacanza “ravvicinata”, la famiglia di Tony nella sua villa al mare e l’altra nella dépendance: ne nasce una convivenza avvelenata sia dalle differenze di ambiente sociale, sia soprattutto dalla sconvolgente notizia dell’amore gay senile. Il clima teso favorisce anche il venire a galla di vecchie amarezze e incomprensioni, con Penelope che a suo padre rimprovera non tanto o non solo le vicende amorose, quanto la poca attenzione riservata a lei quando era bambina.

Rispettando un copione abbastanza comune in questo tipo di commedie, assistiamo al degenerare della situazione (ulteriormente complicata da un approccio di Penelope verso Sandro, subito scoperto dalla gelosa moglie di lui) fino al punto in cui sembra che tutto vada a monte, ma all’ultimo momento i figli recalcitranti decidono che non hanno il diritto di distruggere questo strano sogno d’amore dei padri. I figli no, ma secondo noi a farlo dovrebbe essere quel minimo senso di verosimiglianza che ogni sceneggiatura dovrebbe avere. Si fa comunque qualche risata soprattutto alle macchiette di Gassmann, mentre Bentivoglio appare fin troppo imperturbabile qualunque cosa gli accada intorno.

Il film, diretto da Simone Godano, è interpretato da Alessandro Gassmann, Fabrizio Bentivoglio, Jasmine Trinca, Filippo Scicchitano E Anna Galiena.

Il film è in sala da domani 28 febbraio.

Ugo Dell’Arciprete