Roma, Università John Cabot: Allenarsi per il futuro. Il Lavoro è un gioco da bambini

06/04/2017


Oggi, giovedì 6 aprile 2017, alle 20.00, a Roma, presso l’Università John Cabot, il comico, Pietro Sparacino, e due professori universitari, Stefano Cianciotta e Pietro Paganini daranno vita alla conferenza-spettacolo Allenarsi per il futuro. Il Lavoro è un gioco da bambini, rivolta a giovani, meno giovani e a tutti quelli che hanno la consapevolezza che, per la lunga gara che è la vita, l'allenamento deve essere costante.

Non è stata pensata per essere una predica o una pedante lezione di economia, ma uno sprone a capire quanto sta avvenendo intorno a noi. - affermano Pietro Paganini e Stefano Cianciotta autori dell’omonimo libro dal quale è tratto lo spettacolo - Vogliamo incoraggiarci e incoraggiare le persone a tornare ad essere quelli che eravamo da bambini, curiosi, creativi e intraprendenti: tre caratteristiche fondamentali che guidano l’apprendimento di un bambino e che lo portano ad imparare a camminare, a parlare, a scrivere.

Sparacino approfondirà i temi trattati dai due professori mettendo le tematiche dello spettacolo sotto la lente di ingrandimento, impietosa, della satira. Il linguaggio diretto, asciutto ed informale, metterà immediatamente attori e spettatore sullo stesso piano e la rottura della quarta parete e l'interattività renderanno lo spettatore protagonista del viaggio nel quale i performer lo accompagneranno. Alcuni spettatori, inoltre, saranno coinvolti in giochi ed esperimenti sul palco e il testo sarà accompagnato da contributi video che faranno da sfondo e da cornice ai vari momenti dello spettacolo.

La conferenza spettacolo parte dalla constatazione che, negli ultimi decenni, lo sviluppo economico, scientifico e tecnologico ha dato un forte input all'evoluzione e all'innovazione della nostra vita. Ogni settore, infatti, è cambiato: l'economia, il mercato del lavoro, la comunicazione, la mobilità, l'energia. Mentre il mondo corre ad un ritmo vertiginoso, invece, il sistema scolastico sembra non essere al passo con i tempi e non sempre adatto a formare e preparare al meglio gli studenti ad affrontare le sfide del futuro. Nel nostro Paese, nonostante le tante riforme scolastiche che si sono succedute negli anni, ancora oggi al centro della scuola non ci sono gli studenti.

Dovrebbe partire, invece, proprio dalla scuola una grande rivoluzione culturale che dia spazio alla curiosità dello studente, per liberare le sue energie positive da impiegare poi nella scelta del percorso di studio e professionale.

Le nuove generazioni cambieranno dai 5 ai 7 lavori in media. Non cambieranno 5 luoghi o datori di lavoro. No, si tratterà di professioni completamente diverse, che forse non esistono ancora. Anche il mercato del lavoro e in generale i modelli produttivi di oggi e di domani richiedono e richiederanno sempre più questi tre attributi: propensione a scoprire il mondo, che poi è la fame di imparare; proiezione a risolvere i problemi, che è la capacità di sviluppare soluzioni sempre diverse; e volontà di intraprendere nuove sfide, cioè quello spirito pionieristico che ha portato l’uomo a comprendere l’universo. Ecco, il mondo oggi sembra richiedere proprio curiosità, creatività e intraprendenza.

Solo riscoprendole saremo in grado di darci e inventarci un futuro. Di pari passo l'istituzione scolastica dovrà dunque dimostrarsi pronta nel formare nuovi talenti da un punto di vista tecnico ed intellettuale, sollecitando creatività e visione per affrontare le professioni del futuro. Questo significa che dobbiamo ripensare completamente la scuola attuale che tende ad assopire, se non addirittura sopprimere qualsiasi pulsione creativa e imprenditoriale.

Essere curiosi, essere creativi, essere intraprendenti: sono queste le tre principali attitudini attorno alle quali dovrà essere organizzata l’attività di insegnamento, in un contesto nel quale il sapere sarà ancora più facilmente accessibile e condivisibile attraverso la rete e le tecnologie.

Le classi odierne, frontali e obsolete, dovranno trasformarsi in laboratori di sperimentazione e collaborazione. - afferma Pietro Paganini - Il ruolo dell’insegnante non si limiterà ad essere il tramite attraverso il quale apprendere, ma dovrà essere un coordinatore, una guida, un vero e proprio motivatore.

Il nuovo modello scolastico pedagogico, oltre che complementare al mercato del lavoro e ai cambiamenti socio-culturali - sostiene Stefano Cianciotta - dovrà essere in grado di anticipare e favorire la formazione di modelli di sviluppo sempre nuovi e proporre un metodo di apprendimento capace di far crescere una generazione di innovatori che siano in grado di adattarsi costantemente alle trasformazioni socio-economiche, anche quando avranno un'età avanzata. Ed è anche per questo che il nuovo sistema formativo, così come quello già proposto da Montessori, opererà attraverso un processo di apprendimento costante nel tempo, long life learning, perché sappia formare chi deve continuare ad “allenarsi” per affrontare le sfide del Futuro.