Ti amo Presidente: come nacque la coppia Barak & Michelle

16/11/2016


La versione originale di "Ti amo Presidente", col titolo "Southside with you", è uscita negli USA in agosto di quest’anno (a parte precedenti apparizioni in alcuni film festival). È lecito pensare che la produzione avesse intenzione di sfruttare in parte, a fini promozionali, il traino provocato dalla campagna elettorale allora in corso per l’elezione del nuovo Presidente degli Stati Uniti.

Ma sicuramente la distribuzione italiana non poteva prevedere che, presentandolo nelle nostre sale a metà novembre, il film avrebbe avuto un risalto enormemente maggiore visto l’imprevisto esito delle votazioni. Una elezione praticamente scontata della Clinton avrebbe avuto i titoli sui giornali per pochi giorni, rientrando ben presto nella routine, mentre l’ascesa di Trump terrà sicuramente alta per settimane l’attenzione dei commentatori e del pubblico, tra cui tanti potenziali spettatori cinematografici.

"Ti amo Presidente" non è assolutamente un film politico, anche se una sua sequenza presenta un discorso tenuto dal giovane Barak ad una piccola comunità di afroamericani, per risolvere un piccolo problema locale di costruzione di un centro sociale, in cui già si intravedono le doti di oratore e motivatore che poi lo avrebbero portato alla Casa Bianca (incluso il lancio del celebre slogan “Sì, lo possiamo”, cioè “Yes, we can”).

Tutta l’azione del film si svolge nell’arco di circa 16 ore, dal risveglio mattiniero alla tarda notte di quel giorno del 1989 in cui Barak Obama riuscì a suscitare in Michelle Robinson un sentimento speciale verso di lui, che fino ad allora era stato un semplice praticante in uno studio legale in cui lei già lavorava. Sedici ore di vita assolutamente normale, in una Chicago dall’aspetto quotidiano, senza sparatorie, inseguimenti di auto, effetti speciali. Un film centrato unicamente sullo sbocciare di un amore, con i due protagonisti seguiti passo passo nell’evoluzione del loro rapporto, con lui già cotto di lei e deciso a conquistarla, e lei all’inizio refrattaria e intenzionata a mantenere il rapporto unicamente su un piano da colleghi di lavoro, e poi affascinata dalla sua personalità e voglia di migliorare il mondo.

Per inciso, il fatto che il film abbia richiesto praticamente solo due attori veri e qualche comparsa, e nessuna impegnativa scenografia, ha consentito di girarlo in soli 15 giorni con un budget di 1,5 milioni di dollari, già abbondantemente recuperato con gli incassi USA.

Per un verso "Ti amo Presidente" si potrebbe considerare come una semplice love story di due giovani istruiti e intelligenti afroamericani, ma guardando il film è ovviamente inevitabile pensare a cosa i due sono diventati (ufficialmente soprattutto lui, anche se molti pensano che la vera eminenza grigia della coppia sia Michelle, tanto che alcuni già la vedono potenziale candidata a sfidare Trump tra 4 anni).

Colpisce in particolare l’insistenza posta, nei dialoghi tra i due, sulle qualità che hanno permesso loro di arrivare dove sono arrivati, invece di diventare due dei tanti figli dei ghetti neri destinati a delinquenza e prostituzione: senso del dovere, importanza dell’istruzione, rispetto per gli altri, anche se di idee diverse. Viene spontaneo chiedersi cosa sia successo perché la civiltà occidentale stia cadendo così in basso da aver sostituito questi valori con i loro opposti: importanza del successo economico a qualunque costo, promettere sempre senza mantenere mai, insultare gli avversari e lasciare che vinca chi urla di più, non chi dice cose sensate.

Consoliamoci guardando per una sera al cinema un presidente che, quando trova una ragazza che gli piace, la corteggia a lungo educatamente e la conquista con un gelato al cioccolato, invece di uno che vedendo una ragazza che gli piace, la afferra subito per le parti intime.

Il film, diretto da Richard Tanne, è interpretato da Parker Sawyers e Tika Sumpter. È in sala dal 17 novembre.

Ugo Dell’Arciprete