Non si ruba in casa dei ladri: una divertente “stangata” in salsa italiana

08/11/2016


Piccola premessa: nel corso del film si ascolta a un certo punto la radiocronaca fittizia di una partita Roma-Napoli, e viene annunciata l’uscita dal campo per gravi infortuni sia del napoletano Milik che del romanista Florenzi. Dato che questi giocatori si sono realmente fatti male in recenti partite del campionato italiano, nella conferenza stampa che ha seguito la proiezione in anteprima qualcuno si è chiesto se il film non sia un po’ menagramo.

A meno che siate superstiziosi, ci sentiamo invece di raccomandare senz’altro la visione di questo film, che nella migliore tradizione dei fratelli Vanzina rappresenta un nuovo esemplare della classica commedia italiana, divertente, garbata, senza volgarità e con quel pizzico (o forse quel tanto) di amara critica alle distorsioni politiche e sociali che da decenni rovinano l’Italia.

“Non si ruba a casa dei ladri” racconta la riscossa di un cittadino onesto, Antonio (Salemme) che si vendica di Simone (Ghini), un intrallazzatore disonesto e ammanicato con la politica. Antonio inizialmente vorrebbe denunciarlo, ma poi, conoscendo l’Italia, un paese nel quale l’iter della giustizia è lunghissimo e spesso incerto, decide di vendicarsi in un’altra maniera: scopre che il suo nemico ha nascosto in una banca svizzera i proventi delle sue malefatte e decide di organizzare un “colpo” per riprendersi quello che gli è stato rubato.

Una grande truffa ai danni di un disonesto della politica. Per compiere l’impresa, perché d’impresa si tratta, Antonio mette su una piccola banda, formata da non professionisti i quali hanno in comune una sola cosa: anche loro sono stati truffati dalla politica corrotta o rovinati dalla crisi economica e dal precariato che in fin dei conti comunque derivano dalla politica corrotta.

Il colpo si svolge a Zurigo dove ha sede la banca nella quale Simone ha nascosto i soldi. Con una serie di imprevedibili e divertenti risvolti, e con una buffa sostituzione di persone (Antonio e la moglie si fingono Simone e la compagna), parte un meccanismo comico ad orologeria. Il colpo riesce perfettamente, ma Antonio e la moglie non riusciranno a goderne i profitti per via di un imprevedibile colpo di scena finale.

Diversamente dai soliti stereotipi, il protagonista Antonio pur essendo napoletano è intimamente una persona onesta, e si decide a mettere in atto la sua truffa solo perché costretto dalle circostanze ed esacerbato dal ritrovarsi come datore di lavoro proprio l’intrallazzatore romano che lo aveva rovinato. Gustosa la scena in cui Antonio ricorda come suo padre lo avesse esortato ad aprire la sua attività imprenditoriale a Roma, perché “qui a Napoli sono tutti mariuoli”.

Nel film Antonio riesce alla fine a riavere il suo onesto lavoro e riconquistare il benessere economico che aveva all’inizio, mentre l’intrallazzatore, perso il suo padrino politico finito in galera per corruzione, crolla nella scala sociale e si trova costretto a vivere di lavoretti precari. Peccato che nella realtà questo non succeda quasi mai!

Il film, diretto da Carlo Vanzina, è interpretato da Vincenzo Salemme, Massimo Ghini, Stefania Rocca, Manuela Arcuri, Maurizio Mattioli e Ria Antoniou. È in sala dal 3 novembre.

Ugo Dell’Arciprete