SOLO: la nuova fiction di Canale 5 accende i fari sulla ‘ndrangheta

07/11/2016


Pare che la parola italiana più conosciuta al mondo, dopo pizza, sia mafia. In effetti, complice l’esportazione del fenomeno mafioso negli Stati Uniti ad opera delle famiglie della prima emigrazione siciliana quali i Gambino o i Bonanno, la mafia è diventata una icona internazionale rappresentata infinite volte al cinema. Ora in maniera drammatica come nella saga del Padrino, ora come pretesto di comicità come nel nostro Johnny Stecchino, ultimamente con l’approccio semiserio dei film di Pif “La mafia uccide solo d’estate” e “In guerra per amore”.

Molto più appartata è invece sempre rimasta l’altra grande faccia della criminalità organizzata meridionale, la ‘ndrangheta calabrese. Una organizzazione che sotto traccia si è radicata, oltre che in tutto il territorio italiano, in paesi europei ed extra europei sia con una presenza propria sia con alleanze con altre realtà malavitose come i narcotrafficanti sudamericani.

La ‘ndrangheta muove un giro d’affari valutato a 44 miliardi di euro all’anno, ed ha una pericolosità pari se non superiore alla mafia siciliana, lasciandosi ampiamente alle spalle le altre realtà malavitose locali, come la camorra napoletana e la Sacra Corona Unita pugliese.

La nuova fiction di Mediaset si propone di accompagnarci all'interno di questa grande organizzazione criminale, un mondo di omertà e legami di sangue indissolubili, attraverso l’avventura di Marco, un agente dello SCO (Servizio Centrale Operativo) sotto copertura.

La sua missione è infiltrarsi nella 'ndrina che controlla il porto di Gioia Tauro, il più grande snodo per i traffici illeciti nel Mediterraneo. Il suo nome in codice è SOLO.

Le scelte che farà ogni giorno per non far scoprire la sua vera identità lo condurranno in una zona d'ombra dove svanisce il confine tra bene e male, tra l'uomo dello Stato e il criminale. L'infiltrazione nella potente famiglia Corona porterà Marco in una spirale di violenza senza ritorno che metterà a rischio non solo la sua vita ma anche la sua anima.

Marco infatti sarà costretto a scegliere tra la donna che ama e un nuovo legame cui non può sottrarsi per il bene della missione. Ad interpretare l'agente SOLO è Marco Bocci, che ha dato vita, grazie ad una prova attoriale intensa e coinvolgente, ad un personaggio che resterà nella memoria degli spettatori.

La prima puntata della miniserie (quattro puntate in tutto) è stata presentata alla stampa alla Casa del cinema di Roma, seguita da una avvincente conferenza stampa che ha visto l’intervento non solo, come di consueto, di regista, produttore e principali interpreti, ma anche di importanti rappresentanti delle istituzioni che nella vita reale si trovano o si sono trovati a combattere la ‘ndrangheta.

Il procuratore della Repubblica di Reggio Calabria Federico Cafiero De Raho e il Questore di Reggio Calabria Raffaele Grassi hanno raccontato, sia pure ovviamente per sommi capi e senza citare nomi e fatti precisi delle loro indagini, quanto sia difficile per lo Stato e i suoi uomini combattere una struttura che controlla il territorio calabrese con pugno di ferro.

Non resta che augurarsi che SOLO abbia una vasta audience, e che contribuisca al risveglio morale dei calabresi, soprattutto i più giovani, che da qualche tempo danno incoraggianti segni di volersi dissociare da questa tragica realtà criminale.

La serie TV in 4 puntate da 100' è in onda dal 9 novembre in prima serata su canale 5, per la regia di Michele Alhaique e con gli interpreti principali Marco Bocci, Peppino Mazzotta, Diane Fieri, Renato Carpentieri, Carlotta Antonelli.

Ugo Dell’Arciprete