Calvario di John Michael McDonagh

11/05/2015


Si sa che l’Irlanda è un paese dove la religione cattolica ha un ruolo preminente: purtroppo dove la Chiesa ha una posizione socialmente dominante è anche più facile che vi si infiltrino soggetti che di religioso hanno solo la tonaca. Sono stati numerosi i casi di pedofilia, che per lungo tempo sono rimasti nascosti nel segreto del confessionale e solo di recente stanno venendo alla luce, per il mutato atteggiamento delle gerarchie e per la maggiore disponibilità delle vittime a raccontare gli avvenimenti e chiedere giustizia.

Questo è il soggetto di fondo di Calvario, il cui protagonista è il reverendo James impersonato da Brendan Gleeson. James non è un prete pedofilo, tutt’altro, è un prete coscienzioso che fa del suo meglio per assistere gli abitanti della piccola cittadina irlandese dove vive. Il mondo che si muove intorno a James è un microcosmo che sotto l’apparenza di una tranquilla vita paesana nasconde i suoi piccoli vizi: una moglie disinvolta che passa da un amante all’altro, un poliziotto gay che cerca amori a pagamento, fino al chierichetto che beve il vino da messa.

James è al corrente di tutto, ma non giudica, non condanna e cerca al massimo di convincere i suoi parrocchiani a migliorare. Con la stessa disarmante bonarietà James riceve in confessionale, proprio all’inizio del film, la scioccante dichiarazione di un uomo che racconta di essere stato violentato da un prete da piccolo, e che per ironica vendetta ha deciso di uccidere un prete buono, e cioè proprio lui. Lo farà la domenica successiva sulla spiaggia.

Benché James dalla voce abbia capito di chi si tratta, non si lascia sconvolgere più di tanto e nella settimana seguente continua la sua solita vita di ascolto ed assistenza. Il solo episodio che veramente lo turba è lo alterco con il cinico dottore del locale ospedale che gli racconta quasi con compiacimento di un intervento finito male su un bambino. Per reazione James per una sera riprende a bere, scatena una rissa nel pub e sfoga apertamente il suo disprezzo per il sacerdote giovane con cui condivide la parrocchia, persona molto formale, esperta di sacre scritture ma assolutamente incapace di entrare in sintonia con il prossimo.

Il momento dello sfogo passa comunque presto, grazie anche alla presenza della figlia. James ha avuto una vocazione tardiva, dopo essere stato sposato e aver avuto una figlia, Fiona, dalla moglie poi morta. Il rapporto con la figlia non è dei più facili, perché lei lo rimprovera di averla abbandonata facendole perdere insieme entrambi i genitori. Nel corso della settimana coperta dal film la vediamo venire a fare una breve visita al padre, reduce da un tentato suicidio per una delusione amorosa. Dopo alcuni screzi i due aprono finalmente il cuore l’uno all’altra e recuperano il giusto amore filiale.

James ha fatto capire alla figlia l’importanza del perdono, e lo testimonia la scena finale del film dove, qualche tempo dopo i fatti, Fiona va a trovare in carcere l’uomo che ha poi tragicamente messo in atto la promessa di uccidere suo padre.

Senza questa nota finale di ottimismo Calvario potrebbe sembrare fin troppo cupo e angosciante, come una parabola del bene che nonostante tutti gli sforzi non riesce a vincere sul male. Ma questa del resto è spesso la realtà, solo al cinema il lieto fine è la norma.

Il film, diretto da John Michael McDonagh, è interpretato da Brendan Gleeson, Chris O'Dowd, Kelly Reilly, Aidan Gillen, Dylan Moran. È in sala dal 14 maggio.

Ugo Dell'Arciprete