Diritto all’oblio: un link per cancellarsi

03 giugno 2014


Il gestore di un motore di ricerca su Internet è responsabile del trattamento dei dati personali pubblicate sul web da terzi. - ha affermato la sentenza della Corte di giustizia europea - Nel caso in cui in seguito ad una ricerca effettuata partendo dal nome di una persona, l’elenco di risultati mostra un link verso una pagina web che contiene informazioni sulla detta persona, questa può rivolgersi direttamente al gestore per sopprimere il collegamento. - prosegue la sentenza - Se l’operatore di ricerca si rifiuta di cambiare i risultati della ricerca, la persona in questione può portare la questione dinanzi alle autorità competenti al fine di ottenere, a determinate condizioni, la rimozione di tale collegamento dall’elenco dei risultati.

Ogni utente europeo, quindi, può chiedere ai motori di ricerca (Google, Bing, Yahoo …) di rimuovere o modificare i risultati delle ricerche online, che contengono informazioni sul suo nome, che risultino inadeguati, irrilevanti o non più rilevanti, o eccessivi in relazione agli scopi per cui sono stati pubblicati. Se il motore di ricerca non effettua la cancellazione o la modifica, l’utente potrà ricorrere al giudice:

Google, per primo. ha predisposto un form per la cancellazione dei contenuti superati o irrilevanti: https://support.google.com/legal/contact/lr_eudpa?product=websearch&hl=it. Per presentare la richiesta di rimozione, basta compilare il modulo predisposto da Google indicando i propri dati e i link dai quali si vuol essere rimossi ed allegando la copia digitale di un documento di riconoscimento.

Google si riserva di valutare ogni singola richiesta e bilanciare i diritti sulla privacy della persona con il diritto di tutti di conoscere e distribuire le informazioni.