I due soliti idioti di Enrico Lando

20 dicembre 2012


La commedia è nei cinema dal 20 dicembre

Due coatti milanesi entrano in una sala cinematografica in ritardo e con fare arrogante. Sullo schermo guardano Ruggero e Gianluca De Ceglie su una Jaguar, che si stanno recando al matrimonio del giovane (Biggio) con Fabiana. In chiesa li aspetta il padre di lei (Teo Teocoli) - goffa caricatura di Monti - e da lì parte una serie di disavventure, tra cui l‘incidente e la perdita della memoria di Gianluca: cominciano con una sparatoria provocata da due sicari russi completamente pazzi e dalla notizia che il vecchio apprende durante la cerimonia dal commercialista, ovvero che la Finanza gli ha bloccato il suo impero del würstel. I primi cercano i soldi che hanno lasciato nel bagagliaio dell‘auto che guidano padre e figlio, il secondo la stessa somma per riprendersi i beni sequestrati pagando le sanzioni inflittagli in quanto evasore incallito.

Con questa trama, semplice e pretestuosa, Biggio e Mandelli raccontano i peggiori vizi dell‘Italia di oggi: chiassosa, sbruffona, maneggiona, imbrogliona, sopra le righe, grottescamente buffa.

Il film è una sequela di gag, sconclusionate, volgari, di dubbio gusto. Biggio e Mandelli, più autori che attori, ci rivelano che i "soliti idioti" sono coloro che li vanno a vedere. 

Il livello del film è sotto zero, anche se questo supera la frammentarietà del primo film, ma stenta a tradursi in una narrazione stringata.

Lo spettatore può annoiarsi se non conosce il precedente film e le quattro serie televisive del duo su MTV.