La mostra organizzata per il 40° della Comunità può essere visitata ino al 2 aprile

Milano, Triennale: La Collezione San Patrignano. WORK IN PROGRESS.

  Cultura e Spettacoli  

Dallo scorso 16 marzo fino al prossimo 2 aprile 2018, alla Triennale di Milano, con ingresso libero, si può visitare la mostra La collezione San Patrignano. WORK IN PROGRESS, che raccoglie opere di artisti contemporanei donate alla Comunità di recupero da collezionisti, gallerie e dagli artisti stessi, nel 40° anno dalla sua fondazione per opera di Vincenzo Muccioli.

Il 40° anniversario rappresenta una ricorrenza importante nella quale San Patrignano immette nuova energia nel percorso verso la piena sostenibilità finanziaria, per proseguire, permanentemente, la sua attività a servizio di chi ha più bisogno. Una lunga via che, in questa occasione celebrativa, ha incrociato la finalità dell’Amministrazione Comunale di Rimini, impegnata, già da anni, nella valorizzazione del patrimonio cittadino. Si è, così, aperto un percorso sinergico per definire un progetto armonico che, attraverso la leva della cultura e dell’arte, alimenti un modello sperimentale di collaborazione tra pubblico e privato per promuovere lavoro, sviluppo economico, riqualificazione urbana nel nome e per conto dell’innovazione, della qualità, della responsabilità sociale, della partecipazione allargata.

Abbiamo raccolto 38 opere in questi primi mesi, da quando prima dell’estate abbiamo lanciato questo progetto, unico nel panorama italiano. Un progetto di sostenibilità, di valorizzazione, di progettualità comune tra il pubblico e il privato. La risposta di collezionisti, galleristi e artisti non si è fatta attendere e la famosa milanesità del dare si è allargata ad altre regioni. - ha detto Clarice Pecori Giraldi, che ha la responsabilità del coordinamento culturale della Collezione - Il senso di partecipazione non ha confini, come non li ha l’arte. Il fil rouge delle opere qui raccolte è la molteplicità di linguaggi, l’ampiezza dell’espressione. Esattamente l’aria che si respira a San Patrignano, dove ciascuno è spronato ad esprimersi con le proprie capacità. - ha proseguito Clarice Pecori Giraldi - È stato un dono avere l’opportunità di poter raccontare ad artisti, galleristi e collezionisti questo disegno, sogno di poter garantire l’accoglienza di San Patrignano per altri 40 anni. Questa è solo la prima tappa, continueremo a portare questo racconto in giro ad altri collezionisti, galleristi ed artisti e condividere l’obiettivo.

La collezione, contemporanea ed in progress, riunisce artisti di grande valore: Mario Airò, Vanessa Beecroft, Bertozzi e Casoni, Domenico Bianchi, Alessandro Busci, Maurizio Cannavacciuolo, Loris Cecchini, Sandro Chia, Roberto Coda Zabetta, Enzo Cucchi, Nicola De Maria, Gianluca Di Pasquale, Flavio Favelli, Giuseppe Gallo, Alberto Garutti, Shilpa Gupta, Emilio Isgrò, Claudia Losi, Agnes Martin, Igor Mitoraj, Davide Monaldi, Mimmo Paladino, Tullio Pericoli, Diego Perrone, Luca Pignatelli, Michelangelo Pistoletto, Julian Schnabel, Elisa Sighicelli, Ettore Spalletti, Velasco Vitali, Silvio Wolf.

Con questo progetto la Fondazione San Patrignano celebra la storia del centro fondato da Vincenzo Muccioli nel 1978.

In questi anni è stato fatto tantissimo da San Patrignano nella direzione della sostenibilità economica della Comunità e della sua gestione. - ha commentato Letizia Moratti, co-fondatore della Fondazione San Patrignano - Con questo nuovo progetto abbiamo, però, inteso fare un ulteriore passo avanti pensando a possibili investimenti di natura straordinaria, così importanti per lo sviluppo delle attività e per il mantenimento delle attuali strutture, che, già oggi, accolgono gratuitamente oltre 1300 giovani in percorso. Per questo, ispirandoci alle grandi fondazioni anglosassoni, abbiamo intrapreso la via della collezione di opere d’arte contemporanea come riserva patrimoniale e coinvolto artisti, galleristi e collezionisti che hanno creduto e credono nel progetto e che apprezzano il lavoro svolto dalla comunità. - ha concluso Letizia Moratti - In una prospettiva di comune condivisione e sensibilità, le opere affrontano i temi al cuore della comunità di San Patrignano: l’emarginazione, il disagio sociale, l’accoglienza, la rinascita.

Con questa collezione, infatti, la fondazione garantirà il futuro, attuando uno strumento di sostenibilità innovativo: è questo il primo episodio, in Italia, di endowment sul modello anglosassone, che permetterà a San Patrignano di avere una risorsa patrimoniale in caso di futuri investimenti strutturali.

La mostra è accompagnata da un catalogo che raccoglie testi di Letizia Moratti, Andrea Gnassi ed una breve introduzione del critico d’arte, pittore e filosofo Gillo Dorfles.

La mostra itinerante, sarà, poi, trasferita al Museo MAXXI di Roma e a Rimini nel 2019 in occasione dell’apertura di un nuovo sito museale in città.

Rimini da tempo ha scelto di costruire il suo futuro perseguendo un nuovo modello di sviluppo che ha nella valorizzazione del patrimonio storico, culturale e artistico una delle sue principali direttrici. - ha detto Andrea Gnassi, sindaco di Rimini - Un cambio di paradigma, per una città che riparte dalla sua identità, dalle sue radici, con uno sguardo sempre più internazionale e costantemente proiettato al domani: questa è la direzione di marcia che la città intrapreso e che si sposa alla perfezione con l’esperienza e la realtà della Fondazione San Patrignano, con cui stiamo proseguendo in questo stimolante “esperimento”. - ha aggiunto Andrea Gnassi - Un work in progress costante che ci entusiasma e che ha rilevanza non soltanto per il valore specifico del Museo di Arte Contemporanea della città, un nuovo spazio che andrà ad inserirsi nel quadrilatero urbano che comprende il Museo Fellini, Castel Sismondo e Piazza Malatesta, il Teatro Galli, il Ponte di Tiberio; il progetto con la Fondazione San Patrignano segna anche un nuovo modello di dialogo tra pubblico e privato, uniti da un obiettivo comune.

Il nuovo museo di Rimini sarà realizzato nel cuore della città, in due monumentali edifici, di grande rilevanza storica e artistica, ma anche altamente simbolici: il duecentesco Palazzo dell’Arengo e il trecentesco Palazzo del Podestà, quest’ultimo, per secoli, luogo istituzionale della funzione pubblica. Il restauro e il riadeguamento funzionale è stato affidato allo Studio AR.CH.IT di Luca Cipelletti.

La raccolta del nuovo museo sarà nutrita ed arricchita in futuro anche da altre donazioni di opere d’arte, in sintonia con i valori di San Patrignano, che, attraverso l’arte, potranno essere irradiati negli anni a venire.

G. S.

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