Dalle Valli del Mincio all’anfiteatro delle Colline Moreniche: un itinerario insolito tra vie d’acqua, cicloturismo ed eccellenze enogastronomiche

I Pendii del buon turismo

  In viaggio tra gusto e cultura  

Una campagna idillica, immersa nella nebbiolina delle prime ore del giorno e illuminata dai tramonti dorati della sera. Particolare perché intrecciata con una fitta rete di vie d’acqua.

E’ il Mincio con i suoi affluenti, con i canali artificiali, con i laghi che si allargano all’improvviso intorno a Mantova, o anche intorno a piccoli centri come Castellaro Lagusello. “Borgo più Bello d’Italia” e “Bandiera Arancione” del Touring Club.

Tutto, in questo mondo di terre e di acque, è inserito e protetto nel Parco regionale del Mincio fondato nel 1984, che copre il territorio mantovano dal lago di Garda da cui si forma il fiume fino al Po dove sfocia, incuneato nel fronte sud-orientale della Lombardia.

Un ricco patrimonio naturalistico, da scoprire in barca o in bicicletta, attraverso una rete ricchissima di percorsi ciclopedonali che permette di raggiungere sulle due ruote sia il lago di Garda che gli argini del Po.

I tesori naturalistici e storici si affiancano ai giacimenti e i presidi dell’enogastronomia.

Anche in questo campo le Valli del Mincio e le Colline Moreniche svelano tesori insospettati, attraverso le esperienze e le emozioni di uomini e donne uniti dalla stessa passione per la terra e per la conservazione delle eccellenze locali.

Tortelli di zucca, agnolini di carne e capunsei al burro fuso, riso alla pilota o con la psina, bìgoi con le sardele e maccheroni al torchio con lo stracotto d’asino: sono i primi piatti a rivelare il vero carattere della cucina delle terre del Mincio, fatta di sapori intensi, che ricordano la saggezza della cultura contadina e la geniale maestria dei cuochi di casa Gonzaga. Tra i piatti di carne, salame, cotechino, cicciole e il tradizionale gras pistà, da assaporare con la polenta. Se si parla di pesce, la tipicità per antonomasia nelle locande del Mincio è il luccio in salsa, prodotto agroalimentare tradizionale della Regione Lombardia.. Per chiudere in dolcezza, la sbrisolona è la torta che identifica il territorio.

La carta dei vini é ricca e variegata. Tra i rossi, i vitigni più diffusi sono il merlot e il cabernet, spesso assemblati in vini che richiamano lo stile d’Oltralpe e, non di rado, affinati in legno. Sta prendendo sempre più piede la vinificazione in rosato, per la produzione del chiaretto (del resto, il lago di Garda, dove questa tipologia impera, è a pochi chilometri). Quanto ai bianchi, sui colli la fanno da padroni chardonnay, pinot bianco e pinot grigio, cui si aggiungono sauvignon blanc e garganega. Una produzione cresciuta soprattutto negli ultimi anni è quella degli spumanti brut, in gran parte a base di chardonnay e di pinot nero vinificato in bianco. Ma per concludere il pasto, non è insolita la proposta di un vino passito, un prodotto dalla lunga storia ma riscoperto soltanto nell’ultimo decennio. Volta Mantovana, ogni fine aprile, dedica ai passiti anche una mostra nazionale annuale.

Estesi su più di mille ettari collinari, dal 1976 i vigneti delle colline moreniche sono riconosciuti con il marchio DOC “Garda Colli Mantovani”: si identificano i Doc Rubino e Chiaretto, il Bianco e i Garda con coltiva a bacca bianca e bacca rossa. Ricoprono una lingua di terra che corre da Solferino, Cavriana, Castellaro Lagusello, Volta Mantovana, Ponti sul Mincio e Monzambano, fino a Castiglione delle Stiviere, caratterizzata da un suolo argilloso, rosso, ricco di ferro e spesso calcareo e dalla presenza di pendii esposti al sole e riparati dai rigori invernali, attraversati dal fiume Mincio. La produzione vinicola in queste zone ha origini antichissime: le prime testimonianze dei “vini retici” - così denominati da Plinio e Virgilio - risalgono a ben 25 secoli fa.

La panoramica enogastronomica acquista valore se si visitano e si conoscono le aziende produttrici. L’azienda agricola Ricchi ha realizzato il sogno di portare i vini delle colline moreniche nel mondo, per merito dei fratelli Claudio e Giancarlo Stefanoni.

Un patrimonio di quarantacinque ettari di filari condotti con tecniche innovative, nel rispetto dei ritmi naturali di crescita delle uve e secondo una politica che punta alla qualità globale. Le cultivar sono quelle tipiche delle colline moreniche mantovane: Cabernet Sauvignon e Franc, Merlot, Chardonnay con qualche integrazione di vitigni autoctoni come la Garganega e la Rondinella. Innovativa anche la scelta di introdurre le energie alternative nel ciclo di produzione.

Numerosi premi internazionali hanno confermato queste scelte di qualità.

La produzione dell'olio extra vergine di oliva Garda D.O.P comprende, in provincia di Mantova, i territori di Castiglione delle Stiviere, Cavriana, Monzambano, Ponti sul Mincio, Solferino e Volta Mantovana. L’olio del Garda si caratterizza per le distintive note fruttate di lieve o media intensità che ricordano l’erba fresca, il carciofo, il fieno, le erbe aromatiche, il cardo: sapori che insieme si fondono in un gusto delicato con note di amaro e piccante percepibili in gola, arricchite da un retrogusto tipico di mandorla. Nell’area mantovana si distingue tuttavia un olio con caratteristiche proprie, che derivano dalla produzione di una varietà autoctona di ulivo denominata “Grignano”.

Per il suo gusto delicato può essere abbinato a pesce di lago, pinzimoni, carni, stracchino, formaggi magri, carne salada, carpacci di carne e pesce, verdure cotte o crude, salse, bruschette, ma è ottimo anche per preparare dolci, sorbetti, gelato e tanto altro.

L’Olivocoltura sulle Colline Moreniche risale a un’età antichissima, proseguendo dall’età del bronzo, ai Romani al Medioevo. Oggi l’olivicoltura Ferri si pone come esempio di continuazione e miglioramento di questa tradizione. Con un’estensione di circa 2,5 ettari, l’olivicoltura si trova sulle colline di Monte Oliveto e di Monte dei Fiori, nei comuni di Monzambano e di Volta Mantovana, che rientrano nel comprensorio geografico denominato Garda Orientale. Piccola realtà aziendale a conduzione interamente familiare, si propone con un unico prodotto disponibile in quantità limitata ogni anno: un olio extravergine di grandissimo pregio, unico nella provincia di Mantova ad avere ottenuto una doppia certificazione, di prodotto biologico e di olio DOP Garda Orientale.

Anche il miele si presenta come prodotto di eccellenza del territorio. Non la quantità, ma la qualità contraddistingue la produzione del miele dei Colli morenici del Garda, per la sua estrema naturalità e salubrità dovuta ad una lavorazione che ricalca i disciplinari della tradizione. Le principali varietà prodotte sono il miele di Tarassaco, di Melata, il Millefiori, di Tiglio e di Acacia, riconoscibile quest’ultimo per il colore giallo sfumato,

Come dimenticare a questo proposito l’elogio che ne tesse Virgilio nelle Georgiche?

Ai giorni nostri lo illustra Paolo Ferri, un giovane agricoltore che si dedica alla produzione biologica di olio, vino, ortofrutta e miele. Nella sua proprietà, in località Case Vecchie di Monzambano, è presente una stazione del Progetto “BeeNet” per il monitoraggio dello stato di salute del patrimonio apistico locale, importante indicatore della salubrità dell’ambiente di riferimento, e degli ecosistemi che lo compongono.

Il kiwi, poi, ribattezzato l’ “oro verde” della Lombardia, cresciuto in sette anni del 35%, è diffuso principalmente proprio nella provincia di Mantova, e nel territorio del Parco del Mincio è presente circa il 50% dell’estensione provinciale di Kiwi.

Gianfranco Tosi, agricoltore di lungo corso e di provata esperienza, coltiva quasi 5 ettari a Monzambano. Negli ultimi anni - spiega - si è assistito ad un aumento della richiesta di frutti, con tre quarti della produzione che vanno all’estero. E’ una coltura che ha bisogno di tante attenzioni, a partire dell’accoppiamento piante maschio con piante femmine, un’abilità che vale la pena conoscere da vicino e toccare con mano ...

Il turismo slow in questa area che, dalle Valli del Mincio, risale fino all’antiteatro delle colline moreniche del Garda, richiede soste ad hoc.

Eccellente la proposta a Solferino dell’azienda agricola e agriturismo Solimago, che prende origine dalla Casa Costanza Fattori dove, durante il Rinascimento i Gonzaga, signori di Mantova, battevano moneta. Una bella storia di passione e di imprenditorialità femminile. Antonella e Simonetta Licata, una aiuto regista, l’altra architetto, nel 2004 hanno avviato la gestione dell’azienda agricola Solimago nel suggestivo borgo di Pozzo Catena, nel cuore di Solferino.

L’azienda è ricavata in un’antica corte e si presenta immersa in un rigoglioso giardino, dove si incontrano cedri del Libano secolari e gelsi imponenti, memoria della filanda attiva fino agli anni ’30, tra piante lussureggianti, iris, lavanda, glicine, rose ed erbe aromatiche. I 6 ettari della tenuta sono coltivati con tecniche a basso impatto ambientale secondo la filosofia di un’agricoltura eco-compatibile. A Solimago maturano uva rossa Merlot e Cabernet D.O.C., bianca da vitigno Tokay, olive, frutta, orticole, erbe aromatiche, grano. Si producono pane integrale fatto in casa, confetture e succhi di frutta artigianali, olio extra vergine e olive in salamoia. Dal momento che in Azienda si pratica una dieta vegetariana, non vengono allevati animali.

Nella tenuta è presente una dimora storica risalente al XVI secolo che nel 1859 fu teatro dei soccorsi durante e dopo la furibonda battaglia del 24 giugno. Dall’azienda si raggiunge infatti facilmente la collina della Battaglia, tante volte rappresentata nell’iconografia risorgimentale

Per dormire: Agriturismo Sette Frati a Rivalta sul Mincio, immerso nel Parco del Mincio - www.cortesettefrati.it

Per mangiare: Ristorante “La Dispensa”, Castellaro Lagusello - www.ristoranteladispensa.com.

Info: www.parcodelmincio.it - www.terredelmincio.it - www.facebook.com/parcodelmincio

Franca Dell’Arciprete Scotti

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