“Sedendo e mirando, paesaggi dal 1966 al 2009” alla Galleria d’Arte Contemporanea dal 21 marzo al 13 settembre

Ad Ascoli Piceno la mostra di Tullio Pericoli

  Cultura e Spettacoli  

La mostra di Tullio Pericoli, “SEDENDO E MIRANDO, paesaggi dal 1966 al 2009”, citazione leopardiana che dà il nome anche a un dipinto in mostra, prende in esame l’intera ricerca sul paesaggio condotta dall’artista marchigiano (nato a Colli del Tronto in provincia di Ascoli, nel 1936 e vissuto dal 1961 a Milano) notissimo come disegnatore e ritrattista, ed è la più grande finora realizzata da Tullio Pericoli su questo tema.

La mostra offre al pubblico una scelta articolata ed organica delle opere realizzate dal 1967 ad oggi in un percorso che segue l’evoluzione dell’artista nel suo rapporto con il paesaggio, rivelando la continuità del tema nella poetica di Pericoli, su un arco di oltre 40 anni di attività, per quanto in mostra prevalgano le opere degli ultimi quattro, cinque anni.

Si tratta di un tema che non ho mai abbandonato, che ho trattato in periodi diversi, ora in forma di racconto, ora in modo più astratto.

Paesaggi, quelli della fine degli anni Sessanta, che Pericoli chiamava “geologie” in cui prevaleva una visione sotterranea attenta ad esplorare stratificazioni profonde. Opere dense di segni e di materia, quelle più recenti, meno letterali, apparentemente lontane da riferimenti alla natura. Superfici che modificano la forma, anche per quello che nascosto o misterioso c’è sotto, in un rapporto continuo tra la parte esteriore e quella interna. Una mappatura di intensa emotività che costituisce una sorta di idioma espressivo nell’invenzione e nella partitura di spazi altamente lirici.

La grande antologica, curata da Elena Pontiggia e organizzata dalla Provincia di Ascoli Piceno con il contributo della Fondazione Carisap ed il sostegno della Regione Marche e del Comune di Ascoli Piceno, costituisce l’ evento più prestigioso del ricco programma del FESTIVAL SAGGI PAESAGGI.

Una mostra destinata a bissare il successo di quella che l’edizione 2008 del Festival ha dedicato ad Osvaldo Licini con il quale non sono poche le affinità di segno e di visioni.

Il paesaggio di Pericoli si ispira alla terra dove è nato, ma si esprime liricamente e liberamente, divenendo un paesaggio della fantasia e dell’anima: una sorta di linguaggio di valore universale scrive la curatrice.

Colori terrosi, materici, caldi, bruni, arancio e ocra, i verde oliva ma anche spesso i bianchi e le tante sfumature di grigio scabro dei canali o dei solchi tracciati come leggere incisioni.

Io, dentro il mio dipingere metto il piacere di trasformare in pittura la bellezza del mondo usando i graffi del disegno come antiche cicatrici di un volto, i solchi del pennello, la sapienza dell’impaginazione, la capacità di leggere con gli occhi le stratificazioni e le relazioni presenti nella natura afferma Pericoli.

In mostra presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Ascoli Piceno, all’interno di uno splendido edificio conventuale rinascimentale, 130 opere per gran parte inedite. Soprattutto olii sulla cui materia pastosa l’artista spesso interviene con incisioni che danno spessore al dipinto e lasciano vibrare la superficie.

Si parte da Studio per la città in fiamme, 1966, si prosegue con la serie delle Geologie degli anni Settanta e, attraverso la serie intensa degli acquerelli della seconda metà del decennio, si giunge alle opere più recenti. Tra queste sono compresi tutti i più significativi lavori dell’artista, a partire dalla monumentale e spettacolare Lunetta per Torrecchia, eseguita nel 2002 per la residenza di campagna di Carlo Caracciolo, il fondatore de “L’Espresso” e “la Repubblica”, recentemente scomparso.

Spiccano inoltre in mostra opere come Terra rossa (2004), Terreni (2007) e Alta collina (2008), quest’ultima nota perché adottata come logo della campagna di difesa del paesaggio condotta da Italia Nostra nel 2008.

Il catalogo è edito da Skira con testi di Elena Pontiggia, Stefano Papetti, Arturo Carlo Quintavalle, Antonio Tabucchi.

INFO: 0736/277552.

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