Il libro racconta in 180 pagine quello che è stato, quello che è oggi e quello che sarà l’Expo 2015 per la città di Milano, per la regione Lombardia e per l’intero sistema Paese

Milano Expo 2015. Un’opportunità per tutti

  Cultura e Spettacoli  

Il libro, scritto dall’Onorevole Marco Reguzzoni, si apre con gli interventi di Letizia Moratti, sindaco di Milano, e Roberto Formigoni, presidente della Regione Lombardia, e si conclude con la postfazione di Luigi Roth. Nell’introduzione Marco Reguzzoni, imprenditore e politico (è stato Presidente di Sviluppo Sistema Fiera S.p.A., società del Gruppo Fiera Milano che ha collaborato  alla realizzazione del dossier di candidatura per l’Expo, contribuendo alla vittoria, già Presidente della Provincia di Varese, deputato alla Camera e Consigliere di Fondazione Fiera Milano) ripercorre quanto fatto in questi anni per portare a Milano l’Expo 2015 e le caratteristiche del progetto che hanno permesso l’affermazione del capoluogo lombardo e dell’Italia nei confronti della Turchia rappresentata da Smirne.

Il libro è uno strumento di divulgazione che, negli otto capitoli in cui è suddiviso, racconta la storia delle grandi Expo del passato, in particolare di quelle che hanno lasciato il segno nella cultura di diverse generazioni. Racconta la prima Expo che Milano ha ospitato, quella del 1906, sul grande tema dei trasporti e dei collegamenti, che celebrava l’apertura del traforo del Sempione. Racconta le grandi Expo d’Europa, quella del 1958 caratterizzata dall’Atomium. Racconta di ciò che è rimasto, delle opere e dei grandi temi che hanno toccato le esposizioni internazionali e universali dell’ultimo secolo. Del presente, invece, racconta il progetto elaborato per la candidatura di Milano e che ha vinto la competizione internazionale, con i suoi aspetti fondamentali. Racconta i temi che verranno svolti e le opere che dovranno essere realizzate per ospitare al meglio questo evento.

Dopo aver vissuto una fase di stasi – ha spiegato Marco Reguzzoni - Milano sta finalmente imboccando la via del rilancio, volendosi riappropriare di una vocazione storica particolare, gloriosa, quella tradizione che ne ha fatto nei secoli il centro più avanzato e aperto alla novità di tutto il Paese. Quello che è stato definito dagli osservatori più attenti il “nuovo Rinascimento lombardo” – fatto di opere architettoniche innovative, sviluppo sociale, economico e politico – necessitava però di un evento “acceleratore”: ecco allora che l’Expo è stato subito percepito come il progetto in grado di catalizzare queste aspettative, questo desiderio di protagonismo.

Mi sembra importante parlare di Expo raccontando che cos’è – ha dichiarato Luigi Roth, presidente di Fondazione Fiera Milano - perché non è soltanto un “evento”. È una macchina complessa per i contenuti che ha il dovere di diffondere, per la responsabilità che la città organizzatrice si assume nella cooperazione con gli altri Paesi, nella riflessione su temi come la sostenibilità e l’ambiente. E, non ultimo, per la tensione che questi eventi devono avere in termini di sviluppo per la collettività e di permanenza delle opere. In un progetto come questo è indispensabile l’alleanza pubblico-privato, dove ognuno deve fare la propria parte, seguendo la linea dettata dal Comune come capofila, senza trascurare il rispetto dei tempi e dei costi e la trasparenza nelle fasi di gara, l’impegno quotidiano sul territorio.

Giovanni Scotti

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