La Provincia di Cosenza é la più estesa della Calabria e la quinta più grande in Italia

Terre di Cosenza: luoghi suggestivi e incontaminati da non perdere

  In viaggio tra gusto e cultura  

Ospiti della Camera di Commercio e di Promocosenza, Agenzia Speciale della Camera di Commercio, abbiamo partecipato al tour Terre di Cosenza e scoperto che la Calabria non è solo un territorio in cui recarsi per lo splendido mare (la Calabria è circondata sia dal Mar Tirreno sia dal Mar Ionio).

Questo territorio, infatti, offre anche borghi, musei e siti archeologici, che possono essere visitati in qualsiasi periodo dell’anno, dando così vita ad un turismo alternativo, che può consentire ai visitatori di godere delle bellezze calabresi non solo d’estate.

Abbiamo visitato la provincia di Cosenza, che annovera ben 5 borghi, compresi nel Club dei “Borghi più belli d’Italia”: Fiumefreddo Bruzio sulla Costa Tirrenica, Altomonte nella Valle dell’Esaro, Morano Calabro e Civita nei pressi del Parco Nazionale del Pollino ed Aieta sulla Riviera dei Cedri.

Inoltre, oltre a luoghi suggestivi ed incontaminati, ospita non solo i maggiori centri scientifici e culturali della Calabria, ma anche l'Università della Calabria, il primo e più grande campus universitario in Italia, che si trova presso Arcavacata nell’antico abitato romano di Rende, nella valle del Crati, dove i Normanni hanno costruito il castello e la cinta muraria.

Il territorio della provincia è molto variegato e da scoprire, per cui può ospitare tutto l’anno un turismo non convenzionale.

E’ un connubio, infatti, di mari, Tirreno e Ionio, e monti, Aspromonte, Sila e Il Parco Nazionale del Pollino, dove è possibile fare sci, rafting, canoa e nordic walking.

Se è vero che prevalgono montagne e colline, non mancano aree pianeggianti, e ci sono anche ampi tratti di coste frastagliate, distese di sabbia ed acque cristalline.

Scopriamo, insieme, alcuni luoghi imperdibili di Cosenza e dintorni.

La città di Cosenza

Il capoluogo della provincia è Cosenza, una delle città più antiche della regione, detta anche “città dei Bruzi” e “Atene della Calabria”, che sorge su sette colli nella valle del Crati, alla confluenza con il Busento.

La città antica è caratterizzata da vicoli stretti e tortuosi, edifici monumentali, palazzi signorili e importanti edifici religiosi che fanno del centro storico di Cosenza uno dei più belli e antichi d'Italia.

Il polo culturale della città è il Museo dei Brettii, nel quattrocentesco complesso monumentale di S. Agostino. Da non perdere, però neanche il Museo delle Rimembranze e il Museo all'Aperto Bilotti (MAB).

Il Museo all'Aperto Bilotti, realizzato a seguito della ristrutturazione di Corso Mazzini, una delle arterie principali della città, trasformata in isola pedonale nel 2002, è un percorso espositivo a cielo aperto.

Inaugurato nel 2006, il museo MAB si compone di opere provenienti dalla collezione donata al comune dai mecenati Carlo ed Enzo Bilotti, e da successive acquisizioni.

Tra le sculture esposte, alcune originali ed altre in copia, possiamo ammirare opere di famosi artisti italiani, tra cui Salvador Dalì, Giorgio De Chirico, Mimmo Rotella, Pietro Consagra, Amedeo Modigliani, Giacomo Manzù, e stranieri, come Sasha Sosno.

San Giovanni in Fiore

Nel borgo di San Giovanni in Fiore, il centro montano più grande della Calabria, segnaliamo, in particolare, l'Abbazia Florense e l'Arco Normanno, che rappresenta la porta di ingresso al centro storico della cittadina, ricco di stradine e palazzi.

L'Abbazia Florense, con l'annessa Chiesa Santa Maria Assunta in Cielo, è il principale edificio storico-monumentale di San Giovanni in Fiore. Eretta nel XIII secolo a seguito della distruzione del cenobio costruito nell'attuale area di Fiore Vetere da Gioacchino da Fiore, rappresenta uno dei massimi monumenti religiosi dell'area silana e dell'intera Calabria.

In una delle ali dell'antico monastero si trova il Museo Demologico di San Giovanni in Fiore.

Qui aleggia lo spirito del grande Gioacchino da Fiore, “di spirito profetico dotato”, come lo definì Dante.

Grande pensatore profondo e geniale, ideatore della Teoria delle tre età e dei tre cerchi trinitari, che ebbe tanta influenza su intellettuali di epoche successive, dallo stesso Dante a Michelangelo.

Il suo genio vive ancora oggi nel Centro Studi che ogni anno, con i convegni internazionali, attira fior di studiosi da tutto il mondo.

Questo territorio abbraccia l’area di produzione della Patata della Sila, del Pecorino Crotonese e del Caciocavallo Silano: eccellenze regionali dell'altopiano della Sila.

Segnaliamo che proprio di fronte all’abbazia c’è l’antica bottega sangiovannese Fiorgusto che propone alcune eccellenze del territorio: alcune aziende, Silasole, La Sorgente, Casale Scola, Dulcis in Fiore. Caffè Iaquinta, Sapori Silani, si sono unite in rete per far conoscere e vendere prodotti come olio, salumi, formaggi, liquore (alla liquerizia, amaro dell’Abate), caffè (Iquinta), dolci. (Info: www.fiorgusto.it).

I Giganti della Sila

Un posto unico nel suo genere, poi, sono i Giganti della Sila, un bosco ultracentenario sull’altipiano della Sila con oltre 60 esemplari di pini, larici ed aceri montani, piantati nel lontano Seicento dai Baroni Mollo, proprietari del vicino Casino Mollo, destinato a diventare la sede di un racconto dedicato alla storia di questo territorio rurale calabro. Nella Riserva Naturale, che il FAI custodisce dal 2016 per studiare, conservare geneticamente e tutelare questo patrimonio storico-naturale di enorme valore, ci sono alberi alti fino a 45 metri, dal tronco largo 2 e dall’età straordinaria di 350 anni, testimoni delle antiche selve silane.

Suggeriamo di passeggiare tra questi alberi ed immergersi, così, in un contesto di pace e quiete, dove si può respirare aria pulita, a contatto con un ambiente spontaneo (Info: www.fondoambiente.it/luoghi/i-giganti-della-sila).

Lorica

Sempre in zona silana, troviamo Lorica (dal latino “corazza”) sul lago artificiale Arvo. D’inverno, se c’è neve, si può sciare sulle cime delle montagne, ammirando contemporaneamente la montagna e il mare.

Proprio sulla sponda del lago Arvo, consigliamo di fermarsi al ristorante Brillo Parlante, un ambiente rustico e informale, dove sono anche prodotte birre artigianali. Le pietanze, a base di carne con varianti vegetariane, spaziano dagli antipasti di formaggi e salumi silani al mix di funghi sott’olio, per arrivare alle gustose grigliate. Da non perdere, in particolare, le patate ‘mpacchiuse. (Info, prenotazioni: www.ilbrilloparlantelorica.it).

Fiumefreddo Bruzio

L’antico borgo medievale di Fiumefreddo, considerato uno dei più bei borghi d’Italia è dominato dal Castello della Valle, bombardato e distrutto dalle truppe francesi durante la rivoluzione napoletana anti francese, poiché al suo interno si erano rifugiati degli insorti: oggi il castello è un rudere, che mostra, però, ancora, l’imponenza avuta in passato e custodisce, al suo interno, gli affreschi di Salvatore Fiume, che sovrastano una delle sale ancora visitabili.

Ritroviamo la mano di Fiume anche nella cupola della Chiesa di San Rocco: qui il santo è rappresentato mentre salva la popolazione dalla peste. (Info: www.borghipiubelliditalia.it/borgo/fiumefreddo-bruzio).

Qui ci si può fermare presso il Convivio, che propone prodotti a km 0, in base al principio del mangiar bene e sano, promuovendo il cibo del Mediterraneo e una cucina genuina, sana e autentica. Da non perdere, in particolare, la frittata di patate senza uova, tipica del luogo, la stroncatura bio “a mollica” preparata secondo tradizione con alici del Cantabrico e i fichi “da quadra”, un fine pasto dolce, ma preparato in modo naturale.

Nel borgo c’è anche la Chiesa. innalzata a nome di San Rocco come voto delle persone guarite dalla peste, di forma esagonale (in passato la struttura era adibita a torre di avvistamento)

Le bellissime terrazze panoramiche, che affacciano sul Mar Tirreno permettono di ammirare lo Stromboli, l’Etna ed anche … il Vesuvio.

Il borgo é così bello che il grande artista siciliano, Salvatore Fiume, si offrì di abbellirlo gratuitamente, con opere di grande pregio.

Santuario San Francesco di Paola

Il Santuario di San Francesco di Paola è un luogo mistico e suggestivo, costruito intorno alla piccola chiesa degli anni 1435-1452, tipica di ogni romitorio, e luogo di preghiera per gli eremiti e per i fedeli che vi giungevano.

Al “primitivo oratorio”, che oggi fa parte dei sotterranei del convento, si accede da una scalinata posta in prossimità del chiostro. Tra la vecchia e la nuova chiesa la “zona dei miracoli” conserva molte testimonianze dei prodigi compiuti da san Francesco di Paola.

Ad esempio la fornace, che il frate Francesco riparò con le mani per evitare che crollasse e nella quale richiamò in vita l’agnellino “Martinello”, che gli operai avevano divorato, gettandone le ossa tra le fiamme della fornace, e la Cucchiarella, una sorgente d’acqua che il Santo fece sgorgare con il tocco del suo bastone e in cui risuscitò la trota Antonella. Non manca, poi, il Ponte del Diavolo. Secondo la leggenda, Francesco ordinò al demonio di costruire questo ponte. In compenso il diavolo chiese di potersi appropriare dell’anima del primo passante che lo avrebbe attraversato. A quel punto, Francesco fece in modo che passasse un cane e il diavolo, sentitosi beffato, acceso d’ira tirò un calcio al parapetto di sinistra, lasciando un buco, facendosi leva con la mano sulla parete a destra, sulla quale rimase l’impronta. A destra del Ponte del Diavolo, si arriva alla “Grotta della Penitenza”, dove l’adolescente Francesco si ritirò per vivere da eremita. (Info: www.santuariopaola.it).

Corigliano

Il borgo di Corigliano, splendida gemma in provincia di Cosenza, è abbarbicato su una collina, con un centro storico pieno di tesori da scoprire. Ha origini medievali ed è dominato da un imponente castello ducale, uno dei manieri più belli ed ammirati del Sud Italia, che, pur risalendo al 1100, si trova in un ottimo stato di conservazione.

La fortezza è formata da quatto alte mura su due piani circondati da quattro bastioni rotondi. A stupire sono, però, gli interni così ricchi da sembrare quelli di una collezione privata: vi si possono ammirare statue e affreschi, vetrate raffinate che creano giochi di luce molto particolari.

Rossano

La cittadina di Rossano è importante per le testimonianze d’epoca bizantina, il centro storico, il Museo Diocesano, uno dei primi musei diocesani ad essere istituiti in Italia, che ospita il Codex Purpureus Rossanensis.

Tra i sei più antichi evangeliari al mondo, unico in Italia, Patrimonio Unesco, il Codex comprende 188 fogli di pergamena tinta di colore purpureo, arricchiti da preziose miniature, capolavoro dell’arte bizantina.

Portato in Calabria da monaci orientali, conservato, perduto e poi ritrovato fortunosamente, il Codex è davvero un tesoro inestimabile.

La gastronomia

Le specialità tipiche cosentine si basano su prodotti semplici e genuini. Tra i primi piatti vi sono: la pitta 'mpigliata, i fusilli (pasta fresca), la pasta e patate are tijeddra, patate e pipareddre (peperoni) fritte, broccoli di rapa e salsiccia, lagane e ciciari (tagliatelle larghe e ceci).

Da provare è anche la pasta fresca con i funghi della Sila.

Tra i piatti di pesce i più diffusi sono il baccalà fritto e gli spaghetti con alici e mollica di pane fritta.

I cuddrurieddri sono ciambelle salate preparate in occasione dell'Immacolata e per tutto il periodo natalizio. Altri dolci natalizi sono i turididdri, dolci fritti ricoperti di miele di fichi, mentre le scaliddre sono coperte di glassa di zucchero.

Molto apprezzato è, infine, il liquore alla liquirizia.

Consigli di viaggio

Dove dormire a Cosenza: Royal Hotel di Meranda F.&C. Sas - via Molinella 24e, Cosenza

Dove mangiare a Cosenza: Antica Locanda dal povero Enzo - via Montesanto 42, Cosenza - www.anticalocandadalpoveroenzo.com per provare la cucina calabro-toscana oppure Il Simposio - via Livenza, 14 Cosenza per chi vuole provare dell’ottimo pesce - www.simposioristorante.it/.

Info sull’itinerario: www.cs.camcom.gov.it/.

Giovanni Scotti

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