Un esempio di turismo sostenibile attraverso i sentieri della cinisara e degli olivi saraceni

Gal Castellammare: il progetto Tuscinos

  In viaggio tra gusto e cultura  

Nei giorni scorsi abbiamo partecipato alla seconda edizione di TUSCINOS, il progetto, organizzato dal Gruppo di Azione Locale (GAL) Golfo di Castellammare, per lo sviluppo del turismo sostenibile delle sue aree interne attraverso i sentieri della cinisara e degli olivi saraceni.

Ricordiamo che la società consortile a responsabilità limitata Gruppo di Azione Locale (GAL) Golfo di Castellammare, è stata costituita nel 2010 proprio per favorire lo sviluppo locale delle aree rurali del territorio. Gli ambiti tematici del GAL Golfo di Castellammare, infatti, sono i seguenti: Turismo sostenibile - Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali (agro-alimentari, forestali, artigianali, manifatturieri) - Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali.

Del Gal Castellammare, oggi, fanno parte soggetti economici, associazioni ed organizzazioni professionali dei seguenti 8 comuni. Alcamo, Balestrate, Borgetto, Cinisi, Partinico, Terrasini, Trappeto e Ustica.

Di seguito evidenziamo ciò che è bene non perdere visitando questo territorio

Cinisi

Il punto base per la visita di questo territorio può essere il comune di Cinisi che fa parte della città metropolitana di Palermo. La sua costa ricade quasi tutta all'interno del Demanio Aeronautico dove c’è l'aeroporto internazionale di Palermo Falcone e Borsellino: ne è, quindi, interdetto l'accesso. L'unica spiaggia di sabbia con attrezzature balneari, è quella di Magaggiari, al confine con il Comune di Terrasini.

In passato la economia di Cinisi si basava sul settore agricolo, grazie agli ortaggi e alla produzione casearia, basata sulla trasformazione del latte della vacca cinisara, la perla nera della Sicilia (la vacca è nera ed ha lunghe corna).

Si racconta che, in epoca spagnola, una delle navi, che portavano tori e vacche in Sicilia per organizzarvi delle corride, fece naufragio nel mare vicino a Cinisi, antistante l’aeroporto Falcone-Borsellino di Punta Raisi: gli animali sopravvissuti al naufragio, trovando una zona arida e battuta dai venti di scirocco, iniziarono a vagare alla ricerca di pascoli sulle montagne circostanti. Nel tempo, gli animali modificarono le loro caratteristiche in funzione dell’ambiente: sono diventati formidabili arrampicatori con una parte anteriore forte a discapito della posteriore meno potente dando, così, origine alla razza cinisara (Presidio Slow Food): animali di difficile gestione per le loro caratteristiche podoliche, che non amano la stalla e sono ritenute poco redditizie per la piccola quantità di latte prodotta: tanto che il detto recita “la cinisara lecca la pietra e fa il latte.

Dal latte di vacca cinisara, scarso in quantità, ma molto ricco di grasso, proteine e, lattosio ed aromi dovuti alle essenze foraggere tipiche della macchia dell’area di origine, si ricavano il caciocavallo palermitano (“scalone palermitano di cinisara”), le caciotte, fresche, e la ricotta, che si possono gustare in questo magnifico territorio.

Oggi, purtroppo, l'allevamento bovino è relegato ad una dimensione familiare, sicché la ricotta vaccina e il caciocavallo locale non sono facilmente reperibili in commercio.

Una delle realtà più significative di Cinisi è Il caseificio “La Vecchia Mannara” di Benedetta Pizzo e della sua famiglia, che allevano le vacche all’antica, allo stato brado, sugli impervi ed incontaminati pascoli delle montagne di Cinisi.

L’azienda produce, oltre a molti formaggi e prodotti caseari delle tradizione siciliana, anche il caciocavallo locale.

Nel caseificio, che si trova in Contrada San Giovanni, lungo la SS 113, è possibile seguire la lavorazione dei prodotti tipici effettuata dal marito e da una delle figlie di Benedetta Pizzo.

Sempre nel comune di Cinisi, consigliamo di uscire dal centro e fare una sosta in via Imbriani, 162, nell’azienda dolciaria “Dolci Meraviglie di Puleo Leonardo”, in cui si possono gustare non solo ottimi e freschissimi cannoli, cassatine e cassatelle, ma anche altri prodotti.

I titolari hanno dichiarato: L’arte della pasticceria unita alla passione ed alla fantasia … Ecco da cosa nascono i nostri dolci. Ecco perché sono così buoni.

La storia di Cinisi, lo ricordiamo, affonda le sue radici nel 1382 quando il giudice Fazio lo diede in concessione ai monaci benedettini di San Martino delle Scale. Oggi il convento è la sede del comune.

Cinisi, che fu la fonte d'ispirazione del medico condotto e poeta siciliano Giovanni Meli, lo ricordiamo, ha dato i natali al giornalista Peppino Impastato noto per le denunce contro le attività di Cosa Nostra, a seguito delle quali fu assassinato il 9 maggio 1978

Per chi desidera fare una passeggiata a piedi consigliamo di spostarsi da Cinisi verso Piano Margi fino al punto panoramico così da ammirare il patrimonio paesaggistico del luogo.

Sulla via del ritorno è possibile fermarsi presso il “Maneggio di Contrada Case Api”, sito in Via SS. Madonna di Trapani 8.

Trappeto

In questa località merita una visita l'azienda agricola OLIO E’, sita in via Rapisardi 19/A, di fronte al distributore carburanti, lungo la ex SS 187, che la famiglia Provenzano (Ignazio, Concetta, ed i figli Gioele e Daniele) conduce dal 1863 (Info: www.olioprovenzano.it).

L’olio E’- la cui denominazione trae spunto dall’esclamazione dialettale “Chissu si ca E’ oggiu”, utilizzata dai loro clienti per sottolineare l’ottima qualità del loro olio - è ottenuto attraverso un’agricoltura biologica e sostenibile garantita dalla dedizione, dall’esperienza tramandata da più generazioni (dal 1863) e dalle avanzate tecnologie di trasformazione delle olive.

L’azienda si estende per circa 18 Ha e si trova a circa duecento metri s.l.m. in una zona caratterizzata da un micro-clima ideale per l'attività olivicola. Un tempo i terreni dell'azienda erano coltivati a uliveto e vigneto; ma, oggi, il suolo aziendale è destinato per la quasi totalità all’olivicoltura e solo una piccola frazione è coltivata ad agrumeto. Le piante di ulivo, che sono sia piante secolari sia piante relativamente giovani, danno un ottimo olio di oliva “bio” extravergine di qualità, che, fin dal primo assaggio, ci è apparso diverso da molti oli che troviamo nella grande distribuzione.

Partinico

A Partinico consigliamo di visitare una delle opere civili più importanti del paese: la Real Cantina Borbonica, sita in Via Principe Umberto 312 (Info, prenotazione: www.partinico.it).

La Real Cantina Borbonica, fatta costruire nel 1800 da Ferdinando III, re di Sicilia, diventato, dopo la Restaurazione, Ferdinando, comprendeva una “cantina di vini, liquori, olii,” con annesso fondaco, bettola e locanda che formava il centro di raccolta e di vendita dei prodotti dell’Azienda reale, che produceva frumento, fichi, frutta e verdura, mandorle, orzo, fave, favetta, uva, lenticchie, avena, fagiola moresca, frumento di majorca, fieno, olio, granoturco, “cocuzze” e sommacco.

L’ingresso si affaccia sulla strada provinciale per San Cipirello e la vasta piazza si divide in tre sezioni di complessivi 1350 metri quadrati. Al centro c’è la palazzina che si ritiene preesistente ai corpi aggiunti nel 1800 dall’architetto regio Carlo Chenché. Sulla facciata principale c’è una caditoia, caratteristica delle torri di difesa. Accanto alla palazzina c’è la cantina di circa 1000 metri quadrati con semplici tetti a capanna sul sottostante armonioso gioco di archi, diviso in tre navate sorrette da pilastri e archi che si collegano tra loro a crociera. La navata sinistra è stata chiusa per costruire silos per i cereali.

Di particolare interesse è, poi, l’ambiente sottostante in cui troviamo sulla destra una banchisa per poggiare i sacchi di uva, mentre sulla sinistra ci sono “le tine a muro” per il vino, costruite in muratura e vi si notano ancora le bocche, da cui usciva il vino, realizzate con la stessa pietra.

In questa località consigliamo di provare gli speciali salumi della Macelleria Piero Garifo (info: www.macelleriapierogarifo.it)

Alcamo

Nella Riserva Naturale Orientata Bosco di Alcamo, un’area naturale protetta, alle falde del monte Bonifato, all’interno di Alcamo, tra piazza Castello e piazza della Repubblica, c’è il castello dei Conti di Modica, più volte rimaneggiato, ma, sicuramente, la più significativa testimonianza del periodo aureo vissuto da questa località sotto la dinastia dei Modica.

Secondo una leggenda il castello fu fatto erigere nell’827 d.C., dal capitano saraceno Adelkam. In realtà, il maniero fu costruito nel 1350 dai fratelli Enrico I e Federico III Chiaromonte, che lo avevano conquistato ai Peralta, signori di Alcamo.

Il castello ha forma rettangolare con quattro torri, di cui due rettangolari e due cilindriche, tutte con copertura a botte. Nella torre quadrata più alta venivano rinchiusi e torturati i prigionieri; la seconda torre circolare mostra ancora oggi uno stemma con un’aquila incoronata e la testa di Federico II o di un Peralta; la terza, quadrata, ospitava i locali per le sentinelle; la quarta gli alloggi per i sovrani che si trovavano di passaggio. L’edificio si sviluppa intorno ad un cortile di forma rettangolare, ai lati nord, est e sud sono addossati corpi con numerosi ambienti disposti su due livelli ed una cappella.

Il castello ospita l’Enoteca della Sicilia Occidentale, punto di promozione e sviluppo al servizio del vino siciliano di qualità. L’Enoteca Regionale è la dimora dei produttori, grandi e piccoli, dei consorzi di tutela delle DOCG e DOC della Sicilia e delle sue isole minori e delle associazioni della filiera vitivinicola, e si sta sviluppando con il Movimento del Turismo del vino e con le Donne del Vino.

Nell'ex chiesa di San Giacomo de Spada (vicino al Teatro Comunale "Cielo d'Alcamo") si trova il Museo degli strumenti musicali multietnici Fausto Cannone, che è il primo museo etnomusicale della Sicilia. Vi sono esposti 220 strumenti musicali (flauti, cembali, tamburi, cornamuse, fisarmoniche, trombe, violini, chitarre, mandolini, armoniche) raccolti dal poeta e cantautore Fausto Cannone nei luoghi più disparati: Argentina, Brasile, Australia, Africa, Thailandia, Tibet, Nuova Guinea, Sudamerica, Polinesia, Cina ed India dove Cannone ha incontrato Madre Teresa di Calcutta

Terrasini

In questa località, dove c'è l'unica spiaggia di sabbia con attrezzature balneari, consigliamo di visitare Palazzo D'Aumale

La sua costruzione fu avviata intorno al 1835 da don Vincenzo Grifeo, duca di Floridia e principe di Partanna, per sistemarvi i magazzini per la conservazione del vino. L’edificio ricorda le caratteristiche tipologiche delle strutture agricolo- commerciali del periodo borbonico, sullo stile della cantina borbonica di Partinico.

Attualmente Palazzo D'Aumale ospita quattro esposizioni: una sezione è in parte dedicata alla storia del palazzo e alla sua funzione vitivinicola., un’altra sezione, archeologica, propone i reperti provenienti dai ritrovamenti subacquei, effettuati nel litorale limitrofo e dalle testimonianze archeologiche provenienti dalle ricognizioni nel territorio circostante; la terza sezione, etno-antropologica, riguarda la storia più recente di Terrasini; l’esposizione dei sistemi di trasporto è arricchita dal corposo nucleo espositivo del “Carretto siciliano”. La quarta sezione, naturalistica, propone una ricca raccolta, di rilevanza europea, che comprende varie collezioni (ornitologiche, entomologiche, paleontologiche, geologiche e mineralogiche) ed anche una biblioteca di testi specialistici di rilevante interesse storico e scientifico.

Dove dormire:

Hotel Magaggiari - Ottima struttura con piscina e giardino d'inverno - Via Peppino Impastato 7, Cinisi - www.hotelmagaggiari.com

Dove mangiare:

Pizzeria Basilicò, Corso Umberto I 194, Cinisi

Ristorante Triscele, Piazza della Repubblica 30, Alcamo

Giovanni Scotti

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