Il gruppo Sosia & Pistoia gestirà il nuovo corso del Teatro Carcano

Milano, Teatro Carcano: il nuovo corso

  Cultura e Spettacoli  

Il Carcano, il teatro più antico di Milano dopo il Teatro alla Scala, volta pagina.

Il gruppo Sosia & Pistoia, composto dai soci Carlo Gavaudan (presidente) e Luisa Pistoia, che, nei suoi 35 anni di vita, che ha saputo radicarsi nel teatro, nel cinema, nella tv, nella pubblicità, nell'editoria e negli eventi, infatti, gestirà il nuovo corso del Teatro Carcano.

Ricordiamo che il gruppo Sosia &Pistoia ha una struttura ramificata, con sede a Roma e Bologna, ed affonda i suoi interessi in tutti i settori dello spettacolo, della cultura e dell’informazione, raggruppati sotto un solo marchio. Del gruppo fa parte Mismaonda, società di gestione e produzione di progetti live, diretta da Mariangela Pitturru (prima per dodici anni alla direzione del Teatro delle Celebrazioni di Bologna) che completa la triade della direzione artistica con il compito di sintetizzare le visioni artistiche e progettuali traducendole all’interno della programmazione.

Assumere la gestione di uno spazio così significativo è stato per Gavaudan, socio della precedente gestione già da quattro anni, prima di tutto un atto d'amore per il teatro

Poiché il progetto del rinnovamento del Teatro Carcano vede al centro Milano, è stato naturale per la direzione rivolgersi a due artiste residenti: Lella Costa e Serena Sinigaglia, imprescindibili punti di riferimento della vita culturale milanese, assumeranno il ruolo di direttrici artistiche.

Ritroviamo, così, riunite, da un lato, le istanze di aggregazione e finalità sociali sviluppate con ATIR da Serena Sinigaglia, la sua visione di un teatro salvifico che, partendo dalla periferia, dal cuore della piazza/agorà dove voci, pensieri, proposte, rivendicazioni si incrociano, confluisce verso un centro ripensato come comunità che ha bisogno di ritrovarsi unita e dall’altro, il percorso di Lella Costa che ha toccato trasversalmente tutti i teatri di Milano e che definire solo attrice e autrice è riduttivo. Piuttosto, una donna di pensiero e cultura sempre in prima linea, appassionata e consapevole, che si tratti di affrontare questioni femminili o sociali e politiche in senso lato; un punto di riferimento la cui opinione non manca mai di essere sollecitata e tenuta in grande considerazione.

Lella Costa e Serena Sinigaglia sono una coppia di valorose che si conosce e si stima da anni e che recentemente ha trovato terreno comune nello spettacolo Se non posso ballare non è la mia rivoluzione..., ispirato al Catalogo delle donne valorose di Serena Dandini, interrotto dalla pandemia e ora in scena nella prossima stagione del Carcano. Uno spettacolo in cui Lella dà voce a 100 donne in 100 minuti.

Un progetto nato sotto l’egida di Mismaonda/Sosia & Pistoia.

Il percorso che vedevinsieme Carlo Gavaudan e Luisa Pistoia, Mariangela Pitturru, Lella Costa e Serena Sinigaglia è iniziato da tempo: d’ora in poi si chiama Teatro Carcano.

Lella Costa ha dichiarato: “Finché, caduti in preda di necessità, non potendone più, si son dati al teatro ...” Non ho mai capito se, quando Corneille l'ha scritta, questa geniale battuta dell’Illusion comique fosse o meno ironica: di sicuro lo è diventata oggi, dopo quattro secoli e una quantità incalcolabile di autori, generi, sipari, linguaggi, cantinelle, interpreti, registi, rassegne, quinte, crisi e rinascite. E borderò. Quello che invece ho capito è che il teatro è il posto dove voglio stare, il più a lungo possibile. Possibilmente, e prevalentemente, sul palcoscenico, e di sicuro non su uno solo: ma ogni tanto ti sfiorano delle occasioni, e per coglierle bisogna innanzitutto riconoscerle. - ha proseguito Lella Costa - Un teatro come il Carcano ha alle spalle una storia che incute rispetto, ammirazione e anche un filo di soggezione. Negli anni recenti se ne sono occupati protagonisti eccellenti della nostra scena: a nome di tutti, e per una vicinanza tutt’altro che formale, voglio ricordare Sergio Fantoni, attore e regista di gran valore e essere umano di straordinario garbo, fascino e generosità.

Alla proposta di occuparmi della direzione artistica ho a lungo esitato, nicchiato, civettato, declinato, ragionato e, alla fine, accettato. Innanzitutto per la compagnia: Serena Sinigaglia è una regista di grande talento, capace di progetti che sono sempre anche visioni, e non solo del teatro; e poi è un’amica da molti anni e molti chilometri. Mariangela Pitturru è entrata da qualche anno nella mia vita professionale e privata (ma in realtà anche con lei la conoscenza risale a molto tempo fa), e la sua passione per il teatro è pari all’energia che mette in tutto quello che fa (tanta tanta roba, fidatevi). Carlo Gavaudan ci ha messo tutta la sua accorta sapienza di imprenditore insieme a quel tocco di follia marchigiana e a un autentico e mai sopito amore per il teatro (provate a nominargli Polverigi e assisterete in diretta a una trasformazione anche fisica). - ha concluso Lella Costa - E proprio partendo da lui ci è venuto istintivo autobattezzarci Charlie’s Angels. Ma poi ci siamo dette che forse assomigliamo più alle streghe di Macbeth. O, volendo, anche alle tre sorelle di Cechov. Vedremo. Vedrete. … Ognuna di noi ha un ruolo e delle competenze specifiche. A me piacerebbe svolgere quello, per così dire, della padrona di casa: accogliere il pubblico e i colleghi, partecipare ai progetti e alle produzioni (ma senza avere necessariamente un ruolo in scena, anzi!), invitare ospiti speciali, raccontare, raccordare, diventare un tramite con questa nostra Milano - che come tutte le città

ufficialmente va declinata al femminile, ma in dialetto in realtà sarebbe maschile, no?

Quel Nost Milan che nel 1893 debuttava proprio qui al Carcano, e chissà che non riusciamo a riportarcelo … Insomma, questo teatro vuole essere una casa: noi ci crediamo, e vi aspettiamo.

Serena Sinigaglia ha detto: Per quanto mi riguarda, sono giunta nel mezzo del cammin della mia vita: 25 anni di teatro, molti spettacoli di prosa e di lirica alle spalle, mille avventure e incontri. Era ora di cambiare o più precisamente di provarmi in un impegno nuovo, diverso dai consueti. La stima umana e professionale che provo per Lella, Mariangela e Carlo ha fatto il resto. - ha precisato Serena Sinigaglia - Ho accettato la proposta con gratitudine, orgoglio e certo un pizzico di paura. Chi non ne

avrebbe? … Parliamo ora del Carcano. Le mie sono visioni e dichiarazioni di intenti che potranno prendere corpo (e di conseguenza modificarsi) solo nel corso dell’esperienza. Subentrare nella direzione artistica di un teatro storico e tanto importante come il Carcano richiede tempo e ascolto. E noi siamo solo all’inizio. Il 2022 sarà senz’altro un anno di passaggio dove prendere le misure e cominciare a scrivere una nuova storia, che poi, a dire il vero, io la penso alla maniera dei greci ovvero “nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma”. In questa trasformazione, dunque, che è il sale della vita, c’è il senso del lavoro che mi e ci aspetta. Credo che abbiamo un compito serio, una sfida imponente, un sogno bellissimo e per questo esaltante. - ha ricordato Serena Sinigaglia - Il teatro è lo specchio di un’epoca, l’epoca in cui quel teatro “accade”. Così dice Amleto ai comici.

Dunque è da qui che dobbiamo partire. Oggi il concetto di centro e di periferia non sono più distinguibili, le categorie hegeliane lasciano il posto a teorie diverse. Centro è ovunque pulsi la vita, non importa che tu sia a Baggio o in piazza Duomo, importa che accadano fatti di qualità umana, che si creino comunità accoglienti e pensanti, che si generi energia vitale. Corpi sani, corpi che attraverso l’incontro si rigenerano. Il paradosso che spesso riscontro è che nelle metropoli odierne il centro è molto più svuotato di vita e di identità delle periferie. Soffre di una forma tutta sua di alienazione. Un vuoto da riempire. - ha concluso Serena Sinigaglia - Un teatro, oggi più che mai, non può prescindere dal lavoro sul territorio e sul suo pubblico. Il teatro è un luogo che deve diventare essenziale nella vita del quartiere e della città ben oltre l’orario di apertura serale. Lo spettacolo non è più il fatto centrale o meglio lo diventa solo a patto di essere accompagnato da tutta una serie di attiità meta-teatrali quali laboratori, feste, incontri, presentazioni, dibattiti, confronti, pranzi, cene, aperitivi, merende e visioni che sappiano intersecare il rito serale con l’ordinario quotidiano. Sogno un Carcano aperto sempre, dove le persone sappiano di poter essere accolte in ogni istante della giornata, un teatro frequentato da tutti: il passante occasionale attirato da un luogo che offre asilo senza chiederti necessariamente qualcosa in cambio e il frequentatore abituale che finisce per sentire questo luogo come casa sua.- ha precisato Serena Sinigaglia - Il mio interesse come direttore artistico e come regista e pure come cittadina di una città che amo e in cui vivo si rivolge a tutti coloro che non vanno normalmente a teatro. I frequentatori abituali dei teatri e di questo teatro in particolare li ritengo compagni di viaggio, oserei dire quasi colleghi che possono lavorare sul campo, accanto a noi, per estendere la consapevolezza e l’amore per l’incontro dal vivo, per il miglioramento di qualità di relazione, per ingaggiare nuovo pubblico. La logica nei confronti degli altri teatri non sarà di natura competitiva (anche se so che il sistema ci obbligherà a volte a doverla seguire). La logica sarà di natura complementare, collaborativa e assolutamente trasversale: che servizio può offrire un teatro come questo, di 1000 posti, vicino alla Statale e al Policlinico? Che cosa manca a Milano? Che cosa manca nel ricco e fertile panorama teatrale milanese? Il lavoro mio e dei miei compagni di viaggio consisterà, dunque, nell’individuare con la maggiore esattezza possibile quelle mancanze e nel tentare di colmarle. Un teatro da 1000 posti non deve essere un peso ma un’opportunità per la città e per la comunità teatrale.

Come centro di produzione il Carcano dovrà stare in equilibrio tra i titoli classici e i contemporanei, scardinando la logica del nome per il nome, scardinando tutti i binomi contrapposti: commerciale-ricerca, tradizione-innovazione, popolare-radical. Si procederà per contaminazione, per mescolanza, per meticciato! Il contenuto e il percorso proposto saranno al centro della nostra attenzione. In un’ottica di trasversalità che da sempre caratterizza il mio percorso artistico ... Il Carcano non è il teatro di Serena Sinigaglia e Lella Costa, è il teatro di tutti coloro che parteciperanno al progetto politico e culturale proposto nel suo insieme: muovere un cortocircuito vitale e gioioso. Un teatro nazional popolare in senso gramsciano, che si rivolga alle urgenze e alle necessità del momento. Un centro di produzione capace di proteggere i propri artisti e garantire durata alle collaborazioni. Non eventi a spot ma un cammino che si sviluppa nel tempo in grado di radicare un rapporto più profondo e continuativo col proprio pubblico. - nel suo intervento Serena Sinigaglia ha ricordato anche ATIR - E in ultimo ATIR. La mia casa senza casa, la mia famiglia artistica. Dopo 25 anni il gruppo è in grado di proseguire senza la mia presenza costante. I profili artistici, tecnici, organizzativi di cui ora è dotato possono garantire la durata del progetto, così come è stato nel corso di questi ultimi anni dove io ero quasi sempre in giro per il mondo a fare regie. Tutti siamo insostituibili, nessuno è indispensabile … E cambiare fa bene. Evita di ripiegarsi sulle stesse dinamiche, di implodere fino a scoppiare.

ATIR, dunque sarà un prezioso ed importante compagno di viaggio del Carcano: avvierà un progetto di monitoraggio e ingaggio delle realtà presenti nel territorio, avvierà laboratori specifici per il pubblico “storico” del Carcano e progetti ad hoc per le scuole del quartiere,

ATIR continuerà a produrre in autonomia i suoi spettacoli, girando per i teatri milanesi che vorranno ancora accoglierli.

Info: www.sosiapistoia.it/ - Teatro Carcano - Corso di Porta Romana 63, 20122, Milano - www.teatrocarcano.com.

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