Il Consorzio di Tutela ha lanciato la campagna di comunicazione triennale

Patata di Bologna Dop: “Molto più che buona”

  Food and beverage  

Mercoledì 2 dicembre, in diretta streaming sulla pagina facebook del Consorzio di tutela Patata di Bologna Dop, Davide Martelli, Presidente del Consorzio, ed Andrea Galli, coordinatore del progetto QualiPat hanno presentato la campagna di comunicazione triennale, il cui claim è “Molto più che buona”, e fornito anche i dati relativi all'andamento del mercato del prodotto negli ultimi mesi.

Il progetto della campagna di comunicazione è stato finanziato con il contributo dell’Unione europea nell’ambito del bando n. 1144/2014 “Azioni di informazione e promozione dei prodotti agricoli” per un importo di circa un milione di euro.

Il planning comunicativo dei 3 anni, che prevede l’utilizzo di diversi canali (Tv, radio, social, web), intende rafforzare la notorietà della Patata di Bologna D.O.P., informando sulle qualità e peculiarità del prodotto e rendendo note anche le garanzie dei prodotti a marchio D.O.P. Per l’anno 2020 il progetto prevede una campagna TV di 3 settimane sulle emittenti del gruppo Cairo Editore, partite lo scorso 13 dicembre (link dello spot: www.youtube.com/watch?v=U7bIU89mCkI).

Il Presidente del Consorzio, costituito nel 2002 e che ha ottenuto l’incarico di Tutela nel 2016, ha ricordato che la Patata di Bologna D.O.P è un prodotto esclusivo di un territorio (l’area, compresa tra i fiumi Sillaro e Reno, comprende i Comuni di Budrio, Castenaso, Ozzano dell’Emila, San Lazzaro di Savena, Castel San Pietro Terme, Imola, Castel Guelfo di Bologna, Medicina, Molinella, Baricella, Minerbio, Granarolo dell’Emilia, San Giovanni in Persiceto e Crevalcore.), che ne esalta qualità e proprietà, e che proprio per questo è un unicum nel panorama nazionale del settore pataticolo.

Il legame con il territorio è tanto centrale nella Patata di Bologna Dop, che, a partire dall’anno scorso, viene valorizzato con il progetto “Coltivatori di valori”: ogni confezione del prodotto, infatti, riporta un QR Code che, una volta scansionato ed inserito il codice C.R. riportato sulla confezione, consente di conoscere l’agricoltore che ha coltivato quelle patate, la sua storia ed il suo legame con il territorio. In questo modo non solo è tracciato il prodotto, ma viene anche dato un volto a colui che lavora la terra e ne è custode geloso.

Le produzioni a Denominazione di Origine, lo ricordiamo, sono certificate e garantite non solo dal Consorzio, ma anche da un organismo di controllo aggiuntivo che aggiunge, così, un controllo in più di rispetto del disciplinare di produzione imposto dal Consorzio.

Il Consorzio valorizza e tutela la varietà Primura, che ha un gusto unico ed una composizione che la rendono ottima per tutte le preparazioni.

Il Consorzio, che, ad oggi, raggruppa una novantina di aziende, la cui produzione è certificata, ha comunicato che la patata cresce nelle scelte dei consumatori.

Se è vero che il lockdown ha cambiato il canale di consumo delle patate passando dal fuori casa (horeca) al consumo domestico, è altrettanto vero che l’apprezzamento della Patata di Bologna D.O.P. è un percorso che arriva da lontano, prima dell’attuale “particolare” situazione.

Le patate, infatti, sono uno degli alimenti che vengono considerati a lunga conservazione e, quindi, buone per la dispensa da utilizzare nel medio periodo al bisogno.

Come ha ricordato nel corso della diretta streaming la nutrizionista Sara Olivieri, autrice del blog iniziolunedi.com, … una o due porzioni di patate a settimana dovrebbero sempre essere presenti nella dieta.

Per quanto riguarda l'andamento del mercato della Patata di Bologna Dop, poi, abbiamo appreso che nel corso di quest’anno e fino ad ottobre c’è stato un incremento di vendita del +33%, rispetto allo stesso periodo precedente. Questo dato si inserisce nel contesto di una crescita generale del “prodotto patata” nella distribuzione moderna, anche se con volumi inferiori: +6,3% (Fonte Nielsen).

Il canale di vendita della Patata di Bologna ha interessato per lo più la Grande distribuzione (95%), presente nelle principali catene distributive, in alcune delle quali con confezioni in co-branding dove è molto evidente la dicitura “Patata di Bologna”, con il logo del consorzio e il bollino Dop comunitario a garanzia del prodotto.

Questa crescita evidenza la fiducia che siamo riusciti ad infondere nel consumatore che ricompra le nostre confezioni perché sa di trovare sempre le stesse patate. - ha spiegato Davide Martelli, Presidente del Consorzio di Tutela Patata di Bologna DOP - Il consumo di patate tende ad essere costante, è uno dei prodotti che per definizione è a domanda rigida e il consumatore tende a ricomprare; nel nostro caso viene semplicemente riacquistato per la bontà che ci viene riconosciuta e per la notevole qualità che trova nelle nostre confezioni. Siamo l’unica referenza monovarietale, la Primura, presente sul mercato e in più con la certificazione DOP. Primi ad avere ottenuto questa importante certificazione e fra i primi ad avere voluto un consorzio a tutela della denominazione e del prodotto.

La Patata di Bologna Dop, proprio per le sue peculiarità di essere unica, è collocata fra i prodotti top di gamma per qualità e prezzo. Il prezzo medio in vendita è collocato tra 1,30 a 1,70 al kg: è stato altresì precisato che il Consorzio non ha il controllo dei prezzi alla vendita, che sono, invece, appannaggio esclusivo del rivenditore finale.

La stagione 2019/2020 della Patata di Bologna Dop ha toccato quota 11.229 tonnellate, con una crescita in percentuale del +19,8%. È l’attestazione di un prodotto sempre più apprezzato dal consumatore con un gradimento cresciuto nel corso degli anni. Dieci anni fa la produzione certificata non era neanche la metà: 4.936 tonnellate. In una decade la crescita è stata del +127,5%.

Analizzando i dati delle superfici certificate, complessivamente sono stati 357 gli ettari seminati nell’annata 2019-2020, con la previsione per la stagione 2020/2021 di 419 ettari messi a regime. Anche in questo caso, mettendo a confronto i numeri nel periodo degli ultimi dieci anni emerge una crescita delle superfici pari al +36,3%.

In questi giorni Agripat, che partecipa attivamente al Consorzio di Tutela per la Patata di Bologna D.O.P. e al Consorzio Patata Italiana di Qualità, che detiene il marchio “Selenella, ha approvato il Regolamento per l’uso del marchio e terminato, così, l’iter di messa a punto del sistema di tracciabilità delle patate con isotopi.

Il sistema approvato da Agripat, infatti, prevede l’apposizione del marchio “Origine e Qualità AGRIPAT SYSTEM” sulle confezioni di patate ottenute nel rispetto delle regole definite da AgriPat e U-Series e certificate dall’organismo di Certificazione CCPB di Bologna.

Info: www.patatadibologna.it.

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