Galatina, IISS Laporta Falcone Borsellino: gli studenti dibattono di “MIO FIGLIO. L’AMORE CHE NON HO FATTO IN TEMPO A DIRGLI” di Marco Termenana

16/05/2023


L’IISS Laporta Falcone Borsellino di Galatina (Lecce) quest’anno ha deciso di ricordare la Giornata Internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia indetta per il 17 maggio di ogni anno con la risoluzione del Parlamento Europeo del 26 aprile 2007, in un modo davvero singolare: domani mercoledì 17 maggio, gli studenti incontrano e dibattono con Marco Termenana (pseudonimo), cioè l’autore di "Mio figlio. L'amore che non ho fatto in tempo a dirgli", sui contenuti del suo libro.

Introdurrà il dibattito il Dirigente Scolastico Professor Andrea Valerini, interverrà la Dottoressa Francesca Corchia, psicologa e psicoterapeuta e modererà la Professoressa Maria Assunta Specchiarello, referente per l’inclusione scolastica. Sono previste due sessioni, una per ogni sede, Viale Don Bosco e Viale Don Tonio, con gli studenti in presenza mentre l’autore sarà collegato in video conferenza da Milano, città in cui vive.

Il Dirigente Scolastico Professor Andrea Valerini ha dichiarato: Ricordare le tragedie come quella di Giuseppe può servire ad aiutare chi vive situazioni simili nel più totale isolamento: la scuola cerca di fare rete perché nessuno resti solo.

La Professoressa Specchiarello, capo progetto e vero motore dell’iniziativa ha detto: Mi sono convinta attraversando le pagine di questo libro - dice- che sensazioni ed emozioni sempre più profonde prendono forma e senso, in un dialogo che diviene naturale e immediato. Intimo. La decisione di Giuseppe è la sconfitta di questa società. Abitiamo, è vero, un mondo complesso ma la nostra grande sfida è arrivare alla semplicità. In questo lungo e paziente lavoro nessuno osi giudicare. E nessuno si giudichi… Meriteremmo, però, una “pagella nera” se paura e vergogna prevarranno ancora davanti ad una porta chiusa.

Segnaliamo che, con lo pseudonimo di El Grinta, l’autore ha già pubblicato "Giuseppe". I suoi romanzi sono ispirati al suicidio di Giuseppe, il primo dei tre figli, quando in una notte di marzo 2014 ha aperto la finestra della sua camera, all'ottavo piano di un palazzo a Milano, e si è lanciato nel vuoto.

Con lucidità impressionante e senza mai cadere nella retorica, la storia racconta il (mal) vivere di chi si è sentito sin dall'adolescenza intrappolato nel proprio corpo: la storia di Giuseppe è, infatti, anche la storia di Noemi, alter ego femminile, che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita.

Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche di mortale isolamento, al secolo hikikomori.

Ricordiamo che hikikomori è un termine giapponese e letteralmente significa “stare in disparte”: in sostanza, si tratta di una malattia mentale consistente nella scelta di rifuggire dalla vita sociale e familiare e colpisce soprattutto i ragazzi giovani.

Marco Termenana ha commentato: E’ con grande piacere che incontro gli studenti di Galatina. Nel mio girovagare per l’Italia sono stato in diverse scuole ed ho potuto constatare che i ragazzi sono sempre molto interessati a Giuseppe. Ciò mi fa stare bene perché, oltre a darmi la possibilità di commemorare mio figlio, mi consente di portare del valore aggiunto ad altri. Intendiamoci, non ho la pretesa di salvare nessuno, non fosse altro che se potevo salvare qualcuno, salvavo Giuseppe, ma, se con la mia semplice testimonianza posso migliorare anche solo di poco la vita di qualcuno, studente, genitore o docente che sia, sono contento ed avrò dato un senso alla stupida ed inutile morte di mio figlio.