Resta con me, diretto da Baltasar Kormákur

28/08/2018


Partiamo dal titolo: nella versione originale in inglese è un asettico Adrift, cioè alla deriva. Titolo ineccepibile, visto che il contenuto principale del film, inframmezzato da flashback di quello che era successo in precedenza, verte sui 41 giorni passati dalla protagonista alla deriva in mezzo all’Oceano Pacifico.

Però ci piace molto di più la versione italiana, perché Resta con me dà il senso di quanto l’attaccamento alla persona amata riesca a infondere coraggio e voglia di superare anche le situazioni più disperate in cui una persona si possa trovare.

Resta con me nasce dall'incredibile storia vera di Tami Oldham Ashcraft, narrata anche nel suo libro dallo stesso titolo del film, edito in Italia da Harper Collins.

Tami (Shailene Woodley) è una giovane ragazza di San Diego dal carattere avventuroso e giramondo. Arrivata a Tahiti sbarca il lunario con lavoretti nell’ambiente della nautica da diporto, che già conosce abbastanza per aver fatto per mesi il cuoco di bordo su una barca. Lì conosce Richard Sharp (Sam Claflin), giovane inglese che ha lavorato nei cantieri navali sudafricani e ora gira il mondo su una barca costruita con le sue mani.

Tra i due è colpo di fulmine e, dopo alcuni mesi di passione e uscite nel mare polinesiano, capita una grande occasione: una coppia di conoscenti incarica i due di riportare il proprio yacht a San Diego, con un lungo viaggio attraverso l’oceano.

Salpati da Tahiti sotto un meraviglioso cielo stellato, Tami e il suo fidanzato sognano una vita di avventure insieme, ma, dopo pochi giorni, nel bel mezzo della navigazione, un uragano di proporzioni terrificanti si abbatte sulla loro imbarcazione, lasciando Tami priva di sensi. Al suo risveglio, Tami trova la barca distrutta e il suo ragazzo gravemente ferito, o almeno così pare.

Senza alcun mezzo di comunicazione e lontana settimane di navigazione dal porto più vicino, Tami deve confrontarsi con una straziante corsa contro il tempo per salvare se stessa e l'unico uomo che abbia mai veramente amato.

Dopo 41 giorni di sofferenza, sfamandosi con poco cibo in scatola trovato nella cambusa e con qualche pesce pescato, bevendo acqua piovana, compare finalmente all’orizzonte il profilo di una delle isole Hawaii e con esso la salvezza.

Tutto bene? Solo fino a un certo punto, perché proprio quando la barca alla deriva è quasi in vista della terra lo spettatore scopre una verità sorprendente, che ovviamente non sveleremo qui.

Resta con me è una storia fatta di perseveranza, dramma, ostinazione e, fondamentalmente, del potere fortificante e curativo dell'amore. È insieme una storia drammatica, man mano che seguiamo gli sforzi di Tami per la sopravvivenza, e romantica quando descrive i mesi di amore a Tahiti. Le due fasi si alternano con buon ritmo, mentre le impressionanti scene dell’uragano e del quasi naufragio, che segnano in effetti lo spartiacque tra la vita rosea di prima e gli stenti del dopo, arrivano sullo schermo verso la fine, come se l’effetto venisse preparato alimentando sapientemente la tensione dello spettatore.

Gli amanti della vela apprezzeranno il film in modo particolare, e non si lasceranno sicuramente scoraggiare dal continuare a navigare, come del resto ha fatto la vera Tami che, una volta ripresasi dallo stress fisico e psichico della terribile avventura vissuta, è tornata a regatare e lo fa tuttora.

Il film, diretto da Baltasar Kormákur, è interpretato da Shailene Woodley, Sam Claflin, Grace Palmer, Jeffrey Thomas, Elizabeth Hawthorne.

Il film è in sala da domani, 29 agosto.

Ugo Dell’Arciprete