The special need di Carlo Zoratti

25 marzo 2014


Quando Dustin Hoffman in Rain man interpretò la figura del fratello autistico, tutta la critica esaltò la bravura con cui il famoso attore era riuscito a rendere realisticamente sullo schermo i comportamenti di una persona affetta da questo disturbo.

Possiamo dire che Enea Gabino, in The special need, riesce nell'impresa ancora meglio di Dustin Hoffman e senza sforzo, perché lui è davvero autistico. In questo film, apparentemente allegro e disincantato, ma che invece suscita alla fine considerazioni molto serie, la trama non è inventata da uno sceneggiatore ma è la storia vera dei protagonisti.

Enea ha trent’anni, un lavoro e un problema. Anzi: più che un problema, una necessità. Una necessità speciale: fare (finalmente) l’amore. Enea ha anche due amici, Carlo e Alex, fermamente decisi ad aiutarlo. A prenderlo sottobraccio con allegra dolcezza. Se non è facile realizzare i propri sogni, non è certamente facile realizzare quelli degli altri. E il sogno di Enea, impigliato nella rete dell’autismo, richiede una manutenzione delicatissima. Basteranno un piccolo viaggio e una grande complicità tutta maschile per creare le giuste condizioni?

Documentario on the road, ma prima ancora potente indagine sentimentale, The Special Need racconta la normalità della diversità senza mai salire in cattedra e senza mai perdere di vista la leggerezza della narrazione. Una leggerezza densa, a tratti poetica, dentro cui ognuno può riconoscere gli entusiasmi, i dubbi e le fragilità della vita quotidiana.

Carlo Zoratti, regista e interprete del film, è il Carlo amico di Enea e lo è davvero nella vita, così come Alex Nazzi. Analogamente la mamma di Enea che compare nel film è la vera madre di Enea.

Racconta Carlo: Io ed Enea ci conosciamo da quando abbiamo quindici anni. Abbiamo deciso di fare questo documentario quattro anni fa, in piedi davanti alla fermata dell’autobus n°11 a Udine. Quel giorno gli ho chiesto se aveva la ragazza: io ne avevo conosciute molte, perché lui no? Nel 2012, quando sono iniziate le riprese, non sapevamo dove sarebbe arrivata la nostra storia, quale sarebbe stata la strada. Ogni giorno Enea cambiava traiettoria e io dovevo seguirlo, accettando che fosse lui a guidarmi. A luglio abbiamo consegnato un film finito, imperfetto, sgangherato che non parla solo di sessualità, ma di un’amicizia e di come siamo fatti noi esseri umani.

Il film, come detto, è focalizzato sul problema dei bisogni affettivi e fisici di Enea, che vive con disagio, anche se sempre con il sorriso sulle labbra, la distanza tra le naturali pulsioni di un giovane uomo ed il rifiuto istintivo che vede sorgere in tutte le ragazze con cui cerca di stringere un legame.

E se da una parte risulta comprensibile, anche se spiacevole, il fatto che queste ragazze si lascino condizionare dalla prima impressione di Enea, senza neanche cercare di scoprire quale persona ci sia dietro il primo approccio un po' goffo, d'altra parte il film diventa un chiaro atto d'accusa verso una società che non concede al disabile neanche una semplice soddisfazione fisica senza complicazioni sentimentali.

Carlo e Alex scoprono che se accompagnassero Enea ad incontrare una prostituta sarebbero incriminabili per favoreggiamento della prostituzione, e comunque anche qualora Enea andasse da solo la donna stessa potrebbe rifiutarsi perchè in Italia avere rapporti con un disabile è punibile come se si trattasse di un minorenne.

I due decidono quindi di intraprendere con Enea un viaggio sul loro pulmino verso la tollerante Germania, dove esistono istituti pienamente legali dove terapeuti del sesso permettono a disabili sia fisici che psichici di scoprire senza morbosità e senza condanne morali come è fatto il corpo del partner, quali preliminari si possono condurre e come completare l'atto sessuale traendone il giusto piacere. Un abisso insomma rispetto ai paesi latini dove la regola sono i vizi privati e la pubblica virtù.

E a soffrirne doppiamente sono appunto i disabili che, avendo difficoltà a praticare i vizi privati, sono condannati dalla legge alla pubblica virtù. Del resto, in un paese che deve fare ancora tanto per eliminare le barriere architettoniche, le barriere affettive sembrano essere l'ultimo dei problemi.

Il film, diretto da Carlo Zoratti ed interpretato da lui stesso, da Enea Gabino e Alex Nazzi, è in sala dal 1° aprile 2014, in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Autismo.

Info, programmazione del film (città, sale, orari): www.thespecialneed.com.

Ugo Dell’Arciprete