Più giorni liberi da sintomi e miglioramento della performance per i pazienti con BPCO grazie alla prima co-formulazione indacaterolo/glicopirronio, i cui dati sono stati presentati all’ERS

La prima co-formulazione indacaterolo/glicopirronio, i cui dati sono stati presentati all’ERS

  Salute  

L’inattività fisica è il vero killer per chi è affetto da BPCO, perché innesca una spirale negativa e porta il paziente ad autolimitarsi nello svolgere le normali attività quotidiane.

Indacaterolo/glicopirronio, prima terapia in grado di fornire una duplice broncodilatazione, ha mostrato, rispetto ad uno dei principali farmaci utilizzati nella terapia della BPCO, un incremento di 16 giorni1 liberi da sintomi (nell’arco di 6 mesi), come dimostrato dallo studio SHINE1, con benefici in termini di qualità della vita e potenziale sopravvivenza a lungo termine

Presentati all’ERS anche i risultati dello studio LANTERN, che mettono in evidenza come la terapia con indacaterolo/glicopirronio abbia ridotto del 31% le riacutizzazioni nei pazienti con BPCO da moderata a grave, rispetto a salmeterolo/fluticasone in doppia somministrazione giornaliera.

La prima co-formulazione in monosomministrazione giornaliera indacaterolo/glicopirronio è tra le soluzioni terapeutiche al centro dell’attenzione al Congresso Internazionale dell’European Respiratory Society (ERS), in corso a Monaco di Baviera.

Dai più recenti studi effettuati, il farmaco si è dimostrato efficace nel trattamento dei sintomi della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) sui pazienti, tra questi l’affanno, responsabile della difficoltà a svolgere le normali attività fisiche quotidiane e nella prevenzione delle riacutizzazioni della malattia.

La BPCO riduce progressivamente quindi anche la capacità di movimento dei pazienti: dalla fatica a salir le scale, all’affanno a passeggiare fino a dovere rinunciare a camminare per brevi tragitti, e a trovare molto difficoltose semplici attività quotidiane come vestirsi o lavarsi. La crescente fatica induce il paziente ad auto-limitarsi nell’attività fisica, con un conseguente aggravamento della patologia, un peggioramento della qualità della vita e della prospettiva di sopravvivenza.

I pazienti con BPCO tendono ad "aggiustare" la propria attività, limitandola sempre di più con l’avanzare della malattia, in modo da non accusare affanno - afferma Francesco Blasi, Professore Ordinario di Malattie Respiratorie all’Università di Milano, IRCCS Fondazione Cà Granda Policlinico - Questo comportamento induce una progressiva riduzione dell'attività fisica che innesca il circolo vizioso per cui la diminuzione dell'attività riduce la capacità dei muscoli, che a sua volta determina una minore capacità di effettuare attività fisica.

La co-formulazione indacaterolo/glicopirronio in monosomministrazione giornaliera, la prima che unisce due broncodilatatori con meccanismo d’azione sinergico e complementare, ha dimostrato di intervenire positivamente migliorando i sintomi, la qualità di vita e la capacità del paziente di compiere la normale performance fisica quotidiana.

Negli studi scientifici l’effetto positivo di un trattamento farmacologico che si vuole osservare, oltre all’imprescindibile efficacia nel miglioramento della funzionalità polmonare, è la ricaduta positiva sulla vita dei pazienti. - sottolinea Pierluigi Paggiaro, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, l’Università degli Studi di Pisa - Dallo studio SHINE1 emerge che la monosomministrazione giornaliera della co-formulazione indacaterolo/glicopirronio, porta, rispetto al trattamento con la terapia con tiotropio, a un incremento di 16 giorni liberi da sintomi, durante i quali i pazienti sono in grado di svolgere le loro abituali attività quotidiane. Questo risultato è davvero molto importante: significa trascorrere giornate in cui è possibile svolgere la normale attività fisica, migliorando il tono muscolare, potendo riprendere la vita sociale e uscire dall’isolamento.

I risultati dello studio SHINE confermano che la co-formulazione indacaterolo/glicopirronio in monosomministrazione giornaliera ha le potenzialità per diventare un’opzione terapeutica di riferimento nel trattamento della BPCO.

Valorizzando i differenti e complementari meccanismi d’azione dell’indacaterolo e del glicopirronio, la co-formulazione consente di assumere entrambi questi farmaci contemporaneamente, tramite un’unica somministrazione effettuata attraverso lo stesso inalatore. - aggiunge Girolamo Pelaia, Professore Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio, all’Università Magna Graecia di Catanzaro - In tal modo viene massimizzata la broncodilatazione. Ciò consente di ottenere una rapida, stabile e persistente facilitazione del passaggio dell’aria attraverso i bronchi di grandi e piccole dimensioni. Massimizzare la broncodilatazione apporta un notevole miglioramento all'andamento della patologia, riducendo il rischio di riacutizzazioni ed il numero delle conseguenti ospedalizzazioni, e rallentando il progressivo peggioramento della malattia.

L’efficacia di indacaterolo/glicopirronio nella riduzione delle riacutizzazioni è dimostrata anche dallo studio LANTERN, condotto head-to-head verso salmeterolo/fluticasone (SFC) , i cui risultati sono stati presentati da Novartis, per la prima volta, all’ERS.

I nuovi dati mostrano la superiorità di indacaterolo/glicopirronio in monosomministrazione giornaliera rispetto a salmeterolo/fluticasone in doppia somministrazione giornaliera, nel ridurre le riacutizzazioni e nel migliorare la funzionalità polmonare per i pazienti affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) da moderata a grave. La riduzione dell’incidenza delle riacutizzazioni da moderate a gravi è risultata essere del 31% rispetto a SFC2 nei pazienti BPCO e storia di ripetute riacutizzazioni.

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