Fino al 28 giugno 2009 la Prima mostra temporanea al Grand Curtius di Liegi

De Demain à Delvaux

  In viaggio tra gusto e cultura  

Punta di diamante dell’avvenimento “Destinations Delvaux”, l’esposizione “De Demain à Delvaux” inaugura al Grand Curtius le sale riservate alle mostre temporanee.

Con la rassegna dedicata a Paul Delvaux, “il pittore delle stazioni” per antonomasia, prende il via questa importante istituzione museale classificata patrimonio d’eccezione della Vallonia e, al tempo stesso, prefigura la futura inaugurazione della nuova stazione TGV Liège Guillemins, creata dall’architetto spagnolo Santiago Calatrava.

L’attesissima inaugurazione del Grand Curtius, il museo d’arte e di storia, (www.grandcurtiusliege.be) e quella della nuova stazione TGV-Liège, dell’architetto spagnolo Santiago Calatrava (www.euro-liege-tgv.be), sono i due punti forti dell’evento “Destinations Delvaux” voluto dalla città di Liegi e che, da novembre 2008 fino all’estate 2009 coinvolge in un vasto programma di manifestazioni artisti, gallerie, scrittori, studenti, musicisti ma anche semplici cittadini.

La mostra “De demain à Delvaux” inaugura le sale su tre livelli dedicate alle esposizioni temporanee del Grand Curtius, l’edificio classificato come patrimonio d’eccezione della Vallonia, costruito per volere di Jean de Corte, detto Curtius (Liegi, 1551 - Spagna 1628), industriale di Liegi.

Argomento della mostra “De demain à Delvaux”: Delvaux, pittore delle stazioni. Il treno e il tram mi affascinano fin dalla mia più tenera età. Conoscevo a memoria tutti i rumori che annunciavano ogni suo arrivo e partenza … Dipingo i tram e i treni fin dalla mia giovinezza e credo di essere riuscito a fissare sulla tela tutta l’atmosfera di quell’epoca.

Delvaux, con il suo studio e la sua passione per il mondo delle ferrovie, è riuscito a rendere con una perfezione scientifica i vari tipi di locomotive, i vagoni, gli scambi fin nei loro minimi dettagli: ogni pezzo è descritto con le sue caratteristiche tecniche e le sue funzioni. Grazie alla sua memoria prodigiosa e fuori dal comune poteva ricordarsi ogni cosa anche a molti anni di distanza.

Una prima sezione della mostra evoca il decennio 1920-1930, con una selezione di dipinti e di acquarelli straordinari e sorprendenti che mettono a fuoco la grande freschezza e singolarità di quel periodo. Le opere di questi anni sono relativamente poco numerose. Da segnalare, La vieille gare de Luxembourg, La gare du quartier Léopold ma anche le piccole stazioncine dei villaggi lungo la Mosa che Delvaux conosceva alla perfezione. L’atmosfera carica di nebbia di questi luoghi evoca l’universo e la magia di Turner o di Monet.

Qualche schizzo a matita dei primissimi anni, rivela il suo interesse per il lavoro dei ferrovieri e l’atmosfera dei cantieri: questo approccio al sociale non si ritroverà più nella produzione degli anni successivi.

Ad eccezione del periodo espressionista, il tema del treno ricorre in tutta l’opera di Delvaux fino ai suoi ultimi dipinti e affiancherà gli altri argomenti a lui cari: l’antichità greca e i suoi templi, la morte e gli scheletri, il Museo Spitzner, gli insoliti incontri di personaggi nudi, le riunioni di professori e scienziati, le sirene, ecc …

Quasi 80 opere di vari argomenti illustrano lo straordinario percorso di Delvaux: una trentina sono i dipinti di grande formato (alcuni misurano fino a 2,5 metri di lunghezza, dipinti su tela o su legno) oltre a una selezione di splendidi acquarelli, di schizzi tratti dai suoi quaderni di appunti, fotografie … Per la maggior parte dei dipinti ci sono persino i disegni preparatori, gli schizzi e i progetti che rivelano tutto il talento di Delvaux. E vengono presentati o evocati da bozzetti, schizzi e modellini, le pitture murali che Delvaux ha realizzato in Belgio e che hanno come soggetto il treno.

I dipinti di Delvaux, sia su tela che su pannello, non sono molto numerosi. Possiamo calcolare un numero di 400 dipinti conservati. Questo numero così poco elevato può sorprendere se si pensa che Delvaux, dai suoi corsi all’Accademia fino ai suoi 85 anni, è sempre stato un lavoratore accanito che non si lasciava distrarre da nessun’altra occupazione. Questa sua particolarità si spiega con il fatto che l’artista utilizzava grandi formati e una tecnica molto minuziosa e che lo stesso Delvaux ha distrutto personalmente un buon numero di tele - diverse decine - che non lo soddisfacevano. Gli acquarelli di grande formato costituiscono una parte essenziale della sua produzione così come gli studi preparatori, gli schizzi e i disegni, in gran numero, contribuiscono a far comprendere meglio la sua pittura.

La mostra di Liegi consente di conoscere le correnti, le influenze, i temi, le tecniche affrontati da Delvaux dagli anni Venti agli anni Ottanta.

In contraddizione con il tema generale della mostra, il treno in quanto mezzo di comunicazione per eccellenza, nell’opera di Delvaux si percepisce la solitudine dei suoi personaggi, un sentimento costante di incomunicabilità.

A partire da La Vieille Gare du Luxembourg fino al modellino realizzato nel 1983 per l’affresco del Centre culturel de Watermael Boitsfort, l’esposizione permette di seguire passo dopo passo lungo i vari periodi dell’artista l’evoluzione della gamma cromatica, della composizione, del gesto pittorico e in questo modo il visitatore è in grado di stabilire un parallelismo con gli altri movimenti dell’epoca e con gli artisti che sono stati importanti per Delvaux: gli impressionisti come Monet, gli espressionisti fiamminghi come De Smet, i surrealisti con Giorgio de Chirico in testa, il suo atteggiamento nei confronti dell’arte astratta e verso l’arte contemporanea in generale. E il percorso è integrato dall’evocazione delle varie esperienze vissute, dagli incontri …

Di dipinto in dipinto, alcuni motivi si ripetono e rivelano le curiosità dell’artista, le sue passioni, le sue problematiche: gli specchi, le luci, i lampadari, le viuzze, i nodi violetti, gli scheletri … e, naturalmente, tutti quei dettagli che mettono a fuoco non solo il fascino esercitato su Delvaux dal mondo dei treni ma anche la sua perfetta conoscenza scientifica dell’universo ferroviario.

Ogni dettaglio è sempre vicino alla realtà, ma, una volta dipinto, ne acquista una nuova che dà un senso ulteriore alla rappresentazione generale dell’opera.

Vieille Gare du Luxembourg, 1922 - Petite place de gare, 1963 - Analogie d’atmosfera

L’insieme delle opere presenti in mostra consentono di trovare le analogie che fanno parte della sua personalità. I dipinti che raffigurano semplicemente stazioni e treni, senza personaggi o di misura piuttosto ridotta tanto da rendere la loro presenza appena visibile e collocati in differenti situazioni come in una città, in una foresta o in un paesaggio deserto come in La gare forestière, 1969. I dipinti che mettono a fuoco personaggi solitari che attendono sul binario, davanti a una stazione, in una sala d’attesa, in un ambiente angosciante o, al contrario, in una situazione insolita e infantile, ad esempio: La solitude, 1955; Petite place de gare, 1963. Composizioni più complesse dove rientrano altri soggetti e dove il treno o la stazione fungono da accessori e servono da elemento decorativo. Ad esempio: Le cortège, 1963; Le tunnel, 1978; Le soir tombe, Le jardin, 1971; Rumeurs, 1980. Per finire, i dipinti più scarni e più sereni. Ad esempio: Chrysis, 1967; Le canapé bleu, 1967 e La mariée, 1976. I dipinti decorativi. Ad esempio: Le voyage légendaire, 1974; La fresque de Watermael-Boitsfort, 1983. 

Ulteriori informazioni: Les Musées de Liège asbl - Tel. +32(0)42219325 - fax: +32(0)4 2212626 - www.destinationsdelvaux.be - www.grandcurtiusliege.be - info@museesdeliege.be.

Paul Delvaux, Solitude ©Collection de l´Etat belge-Comm. franc. de Belgique

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