162 pagine per sapere tutto sulla storia della Fiera di Milano

I milanesi e le grandi fiere

  Cultura e Spettacoli  

Lunedì 16 febbraio, presso l’Acquario civico di Milano, è stato presentato il volume I Milanesi e le grandi fiere. Dai mercatores di età comunale alla Fondazione Fiera Milano, una carrellata attraverso l’operosità lombarda, scritto da Raffaello Barbaresi, ex pubblicitario, studioso e divulgatore della storia e della cultura d’impresa: 162 pagine, oltre 200 fotografie, provenienti in buona parte dall’Archivio Storico di Fondazione Fiera Milano, due introduzioni firmate dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, e dal Presidente di Fondazione Fiera Milano, Luigi Roth, e la presentazione di Mario Cervi, una delle  penne più autorevoli del giornalismo italiano.

I Milanesi e le grandi fiere ricostruisce le tappe principali dell’evoluzione della Fiera collocandola nell’alveo della grande vocazione milanese a essere luogo di scambi commerciali, dai mercatores di età comunale - come recita il sottotitolo - fino ai nostri giorni. L’opera propone un percorso testuale e iconografico dal quale emerge il rapporto vitale fra la città e questo spirito mercantile che ha portato negli ultimi due secoli alla Campionaria e all’attuale sistema fieristico. Dal contesto urbanistico al tessuto imprenditoriale, dalla rilevanza economica all’impatto sulla vita e sul costume, questo rapporto continua ad essere una linfa straordinaria per la città che da oltre ottant’anni ospita la Fiera, per la regione Lombardia, per l’intero sistema Paese.

Questo volume si differenzia da altri per due ragioni. - spiega Luigi Roth - La prima è che fa partire la storia della Fiera di Milano da molto lontano, da quella tradizione mercantile che nel Medio Evo fece conoscere i Milanesi e i Lombardi come straordinari “mercatores” in tutta Europa. Una vocazione che sembra indicare una sorta di destino della città, come confermano le prime esposizioni otto-novecentesche italiane, che proprio a Milano, e non a Roma, si succedono. La seconda differenza è il suo carattere divulgativo, che permetterà di far conoscere questa storia a un pubblico molto vasto. È una storia per tutti, per i Milanesi che hanno la Campionaria nei loro ricordi più vividi e per chi ancora non ha visto una manifestazione  espositiva, né ha mai varcato la soglia del nuovo quartiere fieristico di Rho, sotto la bella vela di vetro e acciaio di Fuksas. Per questi motivi, diffonderemo questo volume anche nelle scuole del territorio: affinché un pezzo così vitale di storia della città e del Paese raggiunga i Milanesi di domani, cui toccherà raccogliere l’eredità di quegli antichi mercatores medievali come di noi più moderni promotori della “cultura dello scambio.

Questa della Fiera di Milano è una grande storia – aggiunge il Premier Berlusconi nella sua introduzione - che comincia già nell’Ottocento, il secolo delle esposizioni universali, celebrate nelle grandi capitali come Londra e Parigi. Anche allora, in Italia, è Milano ad avanzare un primo esperimento espositivo dedicato all’industria, con partecipanti e capitali prevalentemente milanesi; dieci anni dopo è ancora Milano a proporre la prima Esposizione Nazionale, contro il parere di Roma, ma sostenuta dalla fiducia del Re; ed è infine ancora Milano ad accogliere nel 1906 la prima Grande Esposizione. E possiamo aggiungere, facendo un salto nel futuro, sarà ancora Milano ad ospitare l’Expo nel 2015. In questa storia di Esposizioni, come è ovvio per ogni buon milanese, un ruolo di primissimo piano spetta alla Fiera Campionaria, un evento che per più di sessant’anni ha rappresentato un appuntamento imperdibile tanto per le imprese quanto per i cittadini.

Nell’Italia del miracolo economico, delle quale la Fiera fu uno dei maggiori simboli, aggiunge Mario Cervi - era salda nei più la convinzione che l’oggi fosse migliore dell’ieri e che il domani sarebbe stato migliore dell’oggi. In effetti era proprio così. Insieme all’Italia dovette cambiare anche la Fiera. La sua genericità accogliente, il suo voler essere insieme un grande avvenimento mercantile e una festosa kermesse popolare, non poteva reggere a uno sviluppo che aveva tra i suoi dogmi la specializzazione. La nuova Fiera, avveniristica e colossale come hanno da essere queste imprese nella competizione internazionale, vogliono reagire con i fatti alla sensazione diffusa che l’economia di mercato langua, che l’iniziativa non abbia più motivo né possibilità di affermarsi, che un autunno di tristezza stia calando sul mondo sviluppato, sulla sua filosofia di vita, sulla sua cultura del bello e del nuovo.

Da come sono stati ordinati i contenuti di questo libro, si intuisce che io non sono uno storico ma, semplicemente, un divulgatore di storie – conclude Raffaello Barbaresi - Tanto per cominciare, qui la cronologia dei fatti risulta alquanto trascurata. Spesso e volentieri il passato e il presente si accavallano tra loro, alla ricerca di “quanto basta” per il lettore comune. È per lui che il libro è stato confezionato. Degli specialisti non mi sono curato: nei loro confronti nulla avevo da dire di quanto non sapessero già. Il lettore può quindi scegliere a suo piacimento che cosa leggere e da dove cominciare. Per “entrare” in una pubblicazione di questo genere, non è infatti necessario che la si legga tutta. Qui c’è addirittura posto anche per lo “sfogliatore”, quello che si accontenta di una infarinatura. Per lui è sufficiente guardare le foto e leggerne le didascalie, e magari sbirciare di tanto in tanto i fuoritesto.

Scheda del volume: I Milanesi e le grandi fiere. Dai mercatores di età comunale alla Fondazione Fiera Milano una carrellata attraverso l’operosità lombarda – Autore: Raffaello Barbaresi - Traduzione inglese: Nicoletta Canesi - Grafica e impaginazione: Antonio Conte – Fotografie: Federico Brunetti, Donato di Bello - Archivio storico di Fondazione Fiera Milano - Archivi fotografici di Automobile Club Milano - Google per le mappe aeree – Fotolito: Lorenzo Enotti – Stampa: Graphiti di Milano.

Per ulteriori informazioni: www.fondazionefieramilano.it.

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