Toccante film di Emmanuel Mouret

Solo un bacio per favore (Un baiser, s´il vous plaît!)

  Cultura e Spettacoli  

Emilie e Gabriel si incontrano per caso e si piacciono. Subito. Molto. Cenano insieme e proseguono, morigerati, la serata in camera di Emilie, in viaggio per lavoro. Gabriel vorrebbe congedarsi con un bacio che Emilie gli nega. Perché? Perché un bacio può scatenare reazioni a catena e conseguenze imprevedibili. È stato così per Nicolas e Judith, i protagonisti amanti della storia di Emilie. La testimonianza della liasion dangereus chiarisce a Gabriel il rifiuto della donna ma non spegne il desiderio di baciarla.

Emmanuel Mouret ha costruito il film Solo un bacio per favore, da maggio nei cinema, sulle conseguenze del bacio, che non è mai innocente, non resta mai lì dove lo abbiamo dato, ma lavora, si fa strada, fa danni, traccia percorsi, scatena reazioni a catena. Il regista ci dimostra che il bacio è un fattore chimico scatenante, in particolare quando si tratta del primo. Emilie, come ogni donna, è consapevole della sua importanza per interpretare la compatibilità con Gabriel. Un bacio dato bene la convincerà ad approfondire la relazione, un bacio insoddisfacente la scoraggerà.

L´opera morale e sentimentale scritta, diretta ed interpretata da Mouret non perde mai interesse per quel bacio sospeso e rimandato per novantasette minuti.

Mouret, che interpreta il film accanto a Virginie Ledoyen, Stefano Accorsi, Julie Gayet e Michael Cohen dice: Tutti i miei film preferiti da vedere (e dunque da fare) hanno a che fare con i desideri e col modo in cui giocano e si combinano con i sentimenti. In questo caso l’idea di partenza era proprio quella legata alle conseguenze dei baci dati senza pensare alle conseguenze. Proprio così. E, allora, la domanda di partenza era: esistono baci che si danno e che non portano a nulla, che non provocano conseguenze a catena? Allora mi è venuta in mente la storia di un amico che chiede alla sua migliore amica, che ha un partner, di fare sesso con lui per aiutarlo in un momento difficile e, questa storia, mi ha fatto pensare che, quando ci sono due persone che si desiderano, c’è quasi sempre un terzo che ne soffre. L’intento del film potrebbe essere una sorta di riflessione utopistica e cioè come vivere un desiderio sino all’ultimo senza far soffrire nessuno.

I due protagonisti del film ci provano e non ci riescono, ma, di fronte a loro, ci provano anche i due narratori della storia alla ricerca del bacio anelato, senza conseguenze. Alla fine il bacio ci sarà … ma a patto che, un attimo dopo, a labbra ancora umide, nessuno dei due guardi negli occhi l’altro e ciascuno vada via per la propria strada senza scambiarsi più neppure una parola. Dice Virginie Ledoyen: non è detto che i baci rubati non possano servire a tutti: è evitarne le conseguenze, positive o negative che siano, che è impossibile.

Il film con il suo languore appena malinconico e il ritmo musicale della parola, fa divertire e spinge lo spettatore a porsi domande di ogni sorta. Del resto è così in tutta l’opera di Mouret: Non direi che sono un regista letterario. Direi di più: che credo che sia la parola a dare ritmo ai film perché nelle parole c’è tutto. Magari le parole, i dialoghi non si ricordano, ma si ricorda di essere stati trascinati dalle parole. E, poi, la parola è perfetta per ostentare il desiderio.

 Versione stampabile




Torna