La mostra dedicata al grande futurista: più di 200 opere ne illustrano il percorso artistico negli anni tra il 1900 e il 1929

A Palazzo Reale di Milano Giacomo Balla

  Cultura e Spettacoli  

Il prossimo 14 febbraio 2008 si apre nelle sale di Palazzo Reale la mostra Giacomo Balla: la modernità futurista, molto attesa perché da 37 anni non è più stata organizzata nessuna grande retrospettiva su Giacomo Balla. L’ultima antologica completa risale infatti al 1971, quando Palma Bucarelli, allora direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, affidò a Giorgio De Marchis la cura di una mostra che comprendeva circa 90 opere.

Per la prima volta Milano ospiterà una vera e propria retrospettiva dedicata a Balla. La cultura milanese e lombarda si è sempre identificata più in Boccioni, l’altro grande futurista, e ha quindi tenuto in minor conto la ricerca e l’originalità di Balla.

Negli ultimi quarant’anni, e maggiormente dopo il cambio di secolo, gli studi sull’avanguardia storica hanno conosciuto un profondo rinnovamento, che ha portato a nuove valutazioni e a nuovi parametri di giudizio. Su questa base analitica, l’opera di Balla appare di una modernità straordinaria, nella misura in cui non soggiace al filtro della storia, ma rivendica un’immediatezza di segno e di soluzioni linguistiche che corrispondono perfettamente alla sensibilità contemporanea.

La retrospettiva di Milano nasce dall’insieme di queste idee: riproporre l’opera di uno dei grandi protagonisti del futurismo; portare per la prima volta Balla a Milano, cioè nella patria culturale di Boccioni; verificare la modernità assoluta e la fortuna di cui gode presso gli artisti contemporanei.

La mostra presenta e prende in esame il trentennio più importante della lunga carriera dell’artista: quello che va dal 1900 al 1929, dall’esperienza divisionista, declinata in moduli inediti e di estrema attualità, agli anni del futurismo, vissuti nella pluridisciplinarietà sperimentale.

I curatori non hanno voluto limitare il futurismo dell’artista alla prima fase storica del movimento, che si concluse con la guerra, ma estenderla ai pieni anni ’20, proprio quando lo studio di Balla diventò il punto di riferimento e il centro propulsore dell’avanguardia italiana.

Curata da Giovanni Lista, Paolo Baldacci e Livia Velani, la mostra è promossa dal Comune di Milano Assessorato Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Skira in collaborazione con la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma.

Il lavoro dei curatori si è concentrato sulle opere del periodo prescelto per offrire al pubblico una mostra completa, esauriente e analitica, capace di illustrare e spiegare le diverse fasi della ricerca artistica di Balla.

Al primo piano di Palazzo Reale sono riunite circa 200 opere tra olii, tempere, pastelli, acquarelli, disegni, assemblaggi, sculture, fotografie e documenti, grazie a prestiti eccezionali ottenuti da collezioni private e musei internazionali, come il Museum of Modern Art di New York, il Musée National d’Art Moderne – Centre Georges Pompidou di Parigi, la Tate Modern di Londra, la Staatsgalerie di Stoccarda, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid, il Kröller-Müller Museum di Otterlo.

Salvo pochissime, inevitabili, lacune, si può vedere tutta l’opera maggiore e più famosa di questo grande protagonista della modernità italiana ed europea, ivi compresi i bozzetti per i costumi teatrali, la scenografia e la moda, le opere di arte postale, le tavole parolibere e i manoscritti.

F.d.s.

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