La mostra è realizzata dalla Fondazione Antonio Mazzotta, in collaborazione con la Fondazione Amelio – Istituto per l’Arte Contemporanea di Napoli e la Soprintendenza Beni Architettonici e Paesaggistici di Caserta

WARHOL - BEUYS. Omaggio a Lucio Amelio

  Cultura e Spettacoli  

Partendo da una data, il 1980, e dall’incontro a Napoli delle due “Grandi Anime” dell’arte contemporanea, il tedesco Joseph Beuys e l’americano Andy Warhol, il curatore Michele Bonuomo ha ideato una mostra che rappresenta un omaggio al fautore di questo storico incontro, il gallerista Lucio Amelio (Napoli, 1931-1994), che ha lanciato Napoli nel “gran gioco” dell’arte contemporanea internazionale.

Nei suoi circa trent’anni di attività (1965-1994), Amelio fece della propria galleria napoletana un punto di riferimento imprescindibile per tutti i protagonisti del panorama artistico internazionale, una fucina-laboratorio dalla quale sono scaturiti alcuni degli esperimenti e delle ricerche più significativi nel panorama dell’arte contemporanea degli ultimi decenni del XX secolo.

Joseph Beuys aveva conosciuto Lucio Amelio nel 1971, in occasione di un convegno a Heidelberg che aveva per oggetto la funzione del mercato d’arte. Dopo di allora era andato più volte a Napoli dando avvio al programma Ciclo sull’opera di Joseph Beuys, che ha impegnato per molti anni Amelio nella metodica presentazione del lavoro dell’artista tedesco. Il primo incontro tra Beuys e Warhol avvenne il 18 maggio 1979 a Düsseldorf, dove l’artista tedesco viveva. Dopo cinque mesi, il 5 novembre, Beuys sbarcò a New York per “occupare” con una gigantesca retrospettiva l’intero Guggenheim Museum e in quest’occasione incontrò Warhol alla Factory. Qualche mese dopo a Napoli (1 aprile 1980), vengono presentati nella galleria di Lucio Amelio in anteprima mondiale i ritratti che Warhol aveva fatto di Beuys. Dell’incontro fra i due artisti restano una serie straordinaria di ritratti, le immagini di una giornata interminabile e irripetibile, il resoconto che Warhol ne fa nei suoi diari.

Il 23 novembre 1980, una devastante scossa di terremoto si abbatté su Napoli e sui territori dell’Irpinia e della Basilicata: quella notte cambiò malignamente il destino di genti e di luoghi, e anche la storia di Lucio Amelio si incanalò lungo un percorso che avrebbe portato al Progetto Terrae Motus. A soli tre mesi dalla catastrofe, nel febbraio 1981, Joseph Beuys con Terremoto in Palazzo - una mostra e una serie di performance ormai storiche - tracciò l’impianto “teorico” di quella che da rassegna presto si è poi trasformata in collezione permanente ed è diventata il cuore della futura Fondazione Lucio Amelio.

L’altra risposta di forte impatto, formale ed emozionale, fu quella data da Warhol, nel dicembre 1982: tre grandi tele, con la riproduzione serigrafica della prima pagina del Mattino del 26 novembre 1980, amplificarono all’infinito il titolo-urlo del giornale (Fate presto). Warhol, nel mettere a punto questo trittico, non ebbe alcun dubbio nel “ritornare” ai moduli espressivi e fortemente drammatici che avevano caratterizzato la serie dei disaster degli anni Sessanta. Nell’artista americano, la fascinazione per la catastrofe raggiunse l’apice alcuni anni dopo, in occasione di una grande mostra presso la Reggia di Capodimonte, per la quale realizzò la serie Vesuvius by Warhol (1985): una serie di tele e di lavori grafici nelle quali l’immagine ottocentesca del vulcano in eruzione viene riproposta ossessivamente.

Sono dunque Beuys e Warhol a tracciare gli estremi del discorso creativo che diede identità inequivocabile al progetto per la collezione Terrae Motus, divenuta con il passare del tempo una magnifica ossessione per Lucio Amelio. All’avventura aderirono anche Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore, Cy Twombly, Barcelò, Alighiero Boetti, Boltanski, Cragg, Cucchi, Di Bello, Haring, Fabro, Gilardi, Gilbert & George, Haring, Kiefer, Kounellis, Mapplethorpe, Merz, Ontani, Paolini, Pistoletto, Rauschenberg, Richter, Schifano, Schnabel, Vedova e moltissimi altri.

La mostra, allestita nella sede di Foro Buonaparte 50, rende omaggio a Lucio Amelio attraverso 92 opere, di cui 30 di Warhol, 42 di Beuys e 20 di altri artisti, esemplificando per difetto tutti i protagonisti dell’arte internazionale che avevano scelto la sua galleria napoletana quale luogo d’eccellenza per  scambi di idee e di sperimentazioni.

Si parte da una data, il 1980, segnata dall’incontro storico tra Warhol (Pittsburgh,  1928 - New York, 1987) e Beuys (Krefeld, 1921 - Düsseldorf, 1986), e dal successivo avvio del processo creativo di Terrae Motus.

In questo contesto nascono alcune tra le principali opere dei due artisti, molte delle quali presenti alla mostra, come le grandi tele eseguite da Warhol con i ritratti di Beuys, di Amelio e di altri personaggi napoletani, la serie dei Vesuvi dell’artista americano, e diverse azioni, partiture, sculture e installazioni di Beuys, a partire da La rivoluzione siamo Noi del 1971, Vitex agnus castus del 1972, Il thè di Bruno Corà per la lotta continua vera del 1975, Diagramma Terremoto del 1981, Capri – batterie e il Progetto per Palazzo Regale, entrambi del 1985.

Alla Fondazione Antonio Mazzotta saranno inoltre esposte alcune opere fondamentali della collezione Terrae Motus, ora custodita alla Reggia di Caserta, quali il trittico Fate presto (1982) di Warhol, ispirato alla pagina del quotidiano “Il Mattino” all’indomani della tragedia, e l’installazione di Beuys Terremoto in palazzo (1981).

La presenza di questi pezzi provenienti da Caserta costituisce un evento di per sé unico, reso possibile dalla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Provincia di Caserta. La collezione venne infatti esposta nella sua completezza solo una volta, nel 1987, al Grand Palais di Parigi, con ottanta opere di sessantacinque artisti, mentre successivamente a questa data fecero la loro comparsa solo alcune opere singole in sporadiche occasioni. In particolare Terremoto in Palazzo viene prestato per la prima volta in Italia dopo la mostra parigina.

Dalla collezione Terrae Motus sono anche prestati i significativi contributi di Anselm Kiefer, Robert Mapplethorpe, Gerhard Richter, Miquel Barcelò, Mario Ceroli, Bruno Di Bello, Nino Longobardi, Otto Muehl, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mario Schifano, Ernesto Tatafiore.

La selezione delle opere è completata dall’inserimento di alcuni oggetti feticcio, quali un paio di stivali rossi di Warhol, un prototipo di macchina fotografica Polaroid regalato da Warhol a Jodice e un tovagliolo con un disegno di Rauschenberg.

Una sezione fotografica documenta l’incontro dei due artisti e altri avvenimenti salienti della galleria di Amelio in quegli anni, attraverso gli scatti di Ferdinando Scianna, Mimmo Jodice, Peppe Avallone, Bruno del Monaco e Fabio Donato.

La poliedricità del personaggio Amelio è messa in luce anche da una selezione di film originali cui il gallerista prese parte come attore, oltre due documentari/intervista di Mario Franco (Ma l’amore no. Ricordando Lucio Amelio, 2004) e di Mario Martone (Terrae Motus, 1993) realizzato negli ultimi mesi antecedenti alla scomparsa del gallerista (1994).

Il catalogo edito da Mazzotta, oltre a illustrare a colori tutte le opere in mostra, raccoglie testi del curatore Michele Bonuomo, di Achille Bonito Oliva, di Francesco Durante, di Roberto Ciuni e un intervento di Bruno Corà. Immagini, documenti e un ricco apparato bio-bibliografico a cura di Paola Santamaria completeranno il volume.

Fondazione Antonio Mazzotta:www.mazzotta.it

Tra gli sponsor dell’evento anche la Viscardi Hotels, a conferma del suo profondo interesse verso le migliori espressioni artistiche che trovano la loro cornice ideale nella città meneghina.

In occasione della mostra, che rimane aperta fino al 30 marzo 2008, soggiornando in mezza pensione negli hotel Best Western Cristoforo Colombo e Felice Casati, in zona Corso Buenos Aires, durante il weekend, gli ospiti, dopo uno sfizioso welcome drink, potranno provare le delizie gastronomiche del nuovo ristorante L’Uovo di Colombo dell’hotel Cristoforo Colombo, girare liberamente per Milano grazie al biglietto bi-giornaliero in omaggio e, naturalmente, entrare gratuitamente alla mostra che promette di essere il grande avvenimento artistico dell’inverno milanese.

Pacchetto Warhol-Beuys

Una notte in Camera doppia presso il 4 stelle Best Western Hotel Cristoforo Colombo con prima colazione, welcome drink, cena al Ristorante L’Uovo di Colombo, biglietto ATM bi-giornaliero e ingresso omaggio alla mostra Warhol-Beuys: € 78,00 per persona al giorno

Una notte in Camera doppia presso il 4 stelle Best Western Hotel Felice Casati con prima colazione, welcome drink, cena al Ristorante L’Uovo di Colombo, biglietto ATM bi-giornaliero e ingresso omaggio alla mostra Warhol-Beuys: € 72,00 per persona al giorno

Il Pacchetto Warhol-Beuys è soggetto a disponibilità ed è valido per soggiorni durante il weekend (venerdì, sabato e domenica). L’offerta è fruibile dal 16 novembre 2007 al 30 marzo 2008 e si riferisce a soggiorni di minimo due notti presso il Best Western Hotel Cristoforo Colombo e il Best Western Hotel Felice Casati. Le tariffe sono comprensive di tasse e servizio. In fase di prenotazione, specificare che si tratta del Pacchetto Warhol-Beuys.

Per ulteriori informazioni: www.viscardihotels.com, www.hotelcristoforocolombo.com  e www.hotelfelicecasati.com.

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