FOCUS ON LINE - RIVISTA N° 7, 25 settembre 2018

Salute, prodotti

Novartis: novità nella lotta contro i tumori del sangue
Disponibile anche in Italia midostaurina, farmaco per la Leucemia Mieloide Acuta (LMA)

Mercoledì 12 settembre, a Milano, presso Palazzo Affari, sono stati presentati importanti risultati relative alla Leucemia mieloide acuta, una malattia curabile, ma non guaribile.

I pazienti affetti da Leucemia Mieloide Acuta (LMA) hanno un’arma in più per combattere la malattia: è stato, infatti, approvato anche in Italia il nuovo farmaco Rydapt (midostaurina) in regime di rimborsabilità, che rappresenta il primo importante sviluppo nel trattamento dei pazienti con LMA in oltre 25 anni. Midostaurina è un inibitore orale multi-target di diverse chinasi, incluse FLT3 e KIT, che contribuisce a regolare molti processi cellulari essenziali, interrompendo la capacità delle cellule tumorali di crescere e moltiplicarsi.

La LMA, lo ricordiamo, è la forma di leucemia (o tumore ematologico) acuta più comune negli adulti: rappresenta circa il 25% di tutte le leucemie dell’adulto a livello globale, con i tassi di incidenza più elevati negli Stati Uniti, in Europa e in Australia. Ha anche il tasso di sopravvivenza più basso di tutte le leucemie dell’adulto.

Nella LMA i globuli bianchi non sono in grado di maturare, e provocano, invece, un accumulo di “blasti”, i quali non lasciano spazio alle normali cellule ematiche. In molti casi di LMA si trovano mutazioni di specifici geni, come FLT3. Nei pazienti con LMA di nuova diagnosi, i test genetici per le mutazioni possono contribuire a determinare la prognosi e le potenziali strategie terapeutiche.

Circa 350.000 persone nel mondo sono affette da leucemie, di queste il 25% hanno la LMA, un tumore relativamente raro. Nella UE ogni anno vengono diagnosticati oltre 18.000 nuovi casi di LMA. In Italia si possono stimare circa 3.200 nuovi casi ogni anno. Circa un terzo dei pazienti con LMA presenta una mutazione del gene FLT3, un tipo di recettore di superficie cellulare che svolge un ruolo nell’aumentare il numero di alcune cellule ematiche. La mutazione del gene FLT3 può determinare una più rapida progressione della malattia, un tasso di recidiva più elevato e tassi di sopravvivenza più bassi rispetto ad altre forme di LMA.

Oggi midostaurina rappresenta la prima ed unica terapia mirata per la LMA, indicata per pazienti che esprimono la mutazione della tirosin chinasi 3 FMS-simile (FLT3), circa un terzo di tutti coloro che soffrono di LMA, patologia caratterizzata da un’aspettativa di vita limitata e da scarse opzioni terapeutiche.

L’introduzione di midostaurina nel nostro Paese rappresenta un notevole passo avanti - afferma Giuseppe Rossi, Direttore della Struttura Complessa di Ematologia e del Dipartimento di Oncologia Clinica degli Spedali Civili di Brescia - Fino al 2017 la terapia per LMA è sempre stata costituita dalla chemioterapia e dal trapianto di midollo osseo. Ora possiamo usufruire del primo farmaco che lavora specificatamente solo sulle cellule leucemiche di questo tumore particolarmente aggressivo. I benefici clinici della midostaurina, in aggiunta alla chemioterapia, sono evidenti soprattutto per i pazienti la cui leucemia è caratterizzata dalla mutazione del gene FLT3, contro la quale midostaurina è selettivamente diretta.

Siamo orgogliosi che il nostro impegno nella ricerca consenta di offrire alla comunità emato-oncologica la piena rimborsabilità di midostaurina, la prima target therapy per i pazienti con LMA FLT3 mutata. Si tratta di una novità terapeutica importante, tanto rilevante che AIFA ne ha riconosciuto l’innovatività. - afferma Luigi Boano, General Manager Novartis Oncology Italia - Questo comporta, tra gli altri vantaggi, un rapido accesso al farmaco su tutto il territorio nazionale, con un notevole beneficio per i pazienti.

L’approvazione del farmaco si è basata sui dati dello studio clinico RATIFY), il più vasto studio clinico condotto finora nei pazienti nuova diagnosi con mutazione FLT3 con questo specifico tipo di LMA e i suoi risultati sono stati recentemente pubblicati sul New England Journal of Medicine (NEJM).

Per questi pazienti la nuova terapia rappresenta il primo importante sviluppo nel trattamento dopo oltre 25 anni di latenza terapeutica. - aggiunge Giuseppe Rossi - Siamo in presenza di un miglioramento della durata mediana di vita da 25 a 70 mesi con una riduzione del rischio di morte del 23%. Il 10% dei pazienti in più rispetto al passato può beneficiare della guarigione definitiva.

La Leucemia Mieloide Acuta si definisce tale perché ha un rapidissimo sviluppo, pertanto è importante diagnosticarla tempestivamente per iniziare una terapia mirata il più presto possibile. In Italia esiste un network specializzato che mette in comunicazione i medici ematologi in Italia con i laboratori - sempre italiani - dove si eseguono esami del sangue molto sofisticati, indispensabili per fare la diagnosi precoce. Si tratta di LabNet, primo esempio in Italia di rete di laboratori di biologia e centri di ematologia, estesa a tutto il territorio nazionale, realizzata dal Gruppo Italiano malattie Ematologiche (GIMEMA) dell’adulto, con il supporto di Novartis.

Il network nasce nell’ambito della leucemia mieloide cronica; da qualche anno è nato anche LabNet dedicato alla LMA: 12 laboratori italiani, già accreditati per lo studio genetico-molecolare di questo tipo di leucemia, sono stati inseriti nella piattaforma LabNet LMA, mentre 19 sono in fase di attivazione. Il progetto LabNet LMA consente di garantire a tutti i pazienti la stessa accuratezza negli esami diagnostici, a prescindere dal centro presso il quale vengono trattati.

Il ruolo di LabNet è essenziale e di grande valore al fine di rendere uniforme e omogenea per i nostri pazienti la diagnosi, secondo criteri accettati a livello internazionale. - afferma Francesco Lo Coco, Professore Ordinario di Ematologia - Università Tor Vergata di Roma - Ciò significa che non ci sono disparità di approccio e che tutti i pazienti con LMA nel nostro Paese potranno avere una diagnosi moderna e avanzata che, a sua volta, consente di individuare in modo più preciso la terapia personalizzata.

I pazienti affetti da LMA necessitano di essere seguiti presso una struttura ematologica specialistica con comprovata esperienza nella diagnosi e nella terapia della malattia. - afferma Felicetto Ferrara, Specialista in ematologia e Primario della Divisione di Ematologia dell’Ospedale Antonio Cardarelli di Napoli. - Per questo è indispensabile che il centro assicuri un corretto inquadramento genetico-molecolare della LMA e, possibilmente, sia coinvolto in studi clinici con farmaci innovativi.

Il farmaco midostaurina è rimborsato in Italia anche per la terapia di una malattia rara: la mastocitosi sistemica (MS) avanzata. Il nuovo farmaco è unico trattamento per tre sottotipi di MS, noti collettivamente con la definizione di MS avanzata, tutte patologie caratterizzate da un’aspettativa di vita limitata e da scarse opzioni terapeutiche.

Per la MS avanzata, l’approvazione è basata su due studi multicentrici a singolo braccio, condotti in aperto, tra i quali uno studio di Fase II, il più vasto studio prospettico mai condotto in questa rara patologia, i risultati del quale sono stati anch’essi pubblicati sul NEJM.

midostaurina è approvato per l’uso in combinazione con terapia di induzione standard con citarabina e daunorubicina e chemioterapia di consolidamento con citarabina a elevato dosaggio, e per i pazienti con risposta completa, seguita da un trattamento di mantenimento con midostaurina in monoterapia per i pazienti adulti con Leucemia Mieloide Acuta (LMA) di nuova diagnosi positivi per la mutazione FLT3. È stato inoltre approvato l’uso in monoterapia per il trattamento di pazienti adulti con mastocitosi sistemica aggressiva (MSA), con mastocitosi sistemica con neoplasia ematologica (SM-AHN, systemic mastocytosis with associated hematological neoplasm) e con leucemia mastocitaria. Nella MS avanzata la crescita incontrollata dei mastociti neoplastici provoca danni agli organi (per esempio, disfunzione epatica), basse conte ematiche e perdita di peso. I pazienti soffrono anche di sintomi sistemici debilitanti, come il grave prurito causato dai mastociti che rilasciano nel sangue mediatori infiammatori come l’istamina.

In molte persone la proliferazione incontrollata di mastociti è dovuta a una mutazione del gene KIT: si tratta della mutazione più comune, che codifica la sostituzione di D816V e si verifica nel 90% circa dei pazienti15. La mutazione del gene KIT determina l’attivazione dell’enzima KIT, che innesca la proliferazione e la sopravvivenza anomala dei mastociti.

Info: www.novartis.it - www.novartis.com.