Mercoledì 15 febbraio, a Milano, presso palazzo Giureconsulti, l’azienda farmaceutica IBSA - che, nata in Svizzera, si è sviluppata in Italia con due sedi, Lodi e Roma, e tre stabilimenti di produzione a Morra De Sanctis (AV), San Grato (LO) e Cassina de' Pecchi (MI), che rispondono tutti ai massimi criteri di qualità ed alta tecnologia e sono tutti FDA approved - ha annunciato che l’agenzia regolatoria americana per i farmaci (FDA) ha autorizzato l’immissione in commercio della levotiroxina in formulazione liquida per il trattamento dell’ipotiroidismo.
L’ipotiroisimo, lo ricordiamo, è una malattia di genere: i pazienti sono soprattutto le donne, specialmente in post-menopausa, che colpisce la tiroide, un ormone che parla con tutte le cellule per farle funzionare.
L’ipotiroidismo - ha detto Andrea Lenzi, Presidente SIE, Società Italiana di Endocrinologia - è ampiamente diffuso in Italia: si stima che ne sia affetto 1 cittadino su 25 e la causa più frequente è identificata nella tiroidite cronica autoimmune. La sintomatologia può essere sfumata, ma la patologia, se non identificata e trattata correttamente, si correla ad un aumentato rischio cardiovascolare, infertilità e complicanze gravidiche e fetali.
Nel 1914, presso la Mayo Clinic, Edward Calvin Kendall isolò la tiroxina come estratto dalla ghiandola tiroidea di maiale e la rese disponibile negli USA a partire dal 1927. Solo nel 1950, poi, si arrivò all’attuale forma sintetica che garantisce una titolazione precisa dell’ormone.
Oggi, la levotiroxina, forma sintetica dell’ormone tiroideo, tiroxina (T4), impiegata in tutti i casi di deficit dell’ormone, è inserita nella lista dei farmaci essenziali dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i più efficaci, sicuri, fondamentali e tra i tre farmaci più prescritti al mondo. È indicato anche nei bambini in caso di ipotiroidismo congenito ed è importante valutarne la necessità in gravidanza quando la tiroide della mamma deve lavorare per due e una sua carenza può causare abortività ed influire negativamente sullo sviluppo neurologico del bambino.
La difficoltà della terapia con levotiroxina è rappresentata dalla capacità del paziente di seguire la cura che, una volta avviata, deve essere assunta per tutta la vita, e che richiede qualche sacrificio: la pasticca, infatti, deve essere presa a digiuno, almeno mezz’ora prima della colazione del mattino, secondo il dosaggio indicato dal medico.
Per diversi anni la compressa di tiroxina - ha detto Vincenzo Toscano, Presidente Associazione Medici Endocrinologi (AME) - è stato l’unico farmaco presente sul mercato italiano e non poche difficoltà si sono avute in quel 30-40% dei casi dove non si riusciva ad ottenere un compenso adeguato per problemi correlati con l’assorbimento a causa di gastriti, celiachia, intolleranze al lattosio e assunzione di altri farmaci interferenti e per quanti non riuscivano a rispettare l’assoluta necessità di assumere il farmaco a digiuno e privarsi dell’immediata assunzione del caffè, per il quale erano costretti ad aspettare un minimo di mezz’ora.
IBSA ha quindi cercato di sviluppare un preparato che permettesse di superare tutti questi inconvenienti. Dal 2012, con la formulazione liquida, il paziente ha una migliore qualità di vita e, conseguentemente, una maggiore aderenza alla terapia. La levotiroxina nella forma liquida, infatti, può essere assunta contemporaneamente alla colazione. Molti farmaci di uso frequente, come gli antiacidi o gli inibitori di pompa protonica, inoltre, non sembrano interferire con l’assorbimento. Il preparato di tiroxina liquida risolve i problemi dei pazienti che non possono deglutire o che sono alimentati con sondino. Per i bambini con ipotiroidismo congenito e per pazienti dopo chirurgia bariatrica, infine, il farmaco si è dimostrato efficace nel raggiungimento del target.
Ancora una volta, possiamo dire - ha detto Vincenzo Toscano - che la ricerca italiana in ambito tiroideo si è distinta per aver ottemperato alle esigenze dei pazienti nell’ottica di migliorare la qualità di vita.
Gli endocrinologi italiani hanno determinato il successo della levotiroxina liquida, messa a punto da IBSA e presente sul mercato italiano dal 2012.
Per primi hanno cominciato a prescriverla, realizzando anche studi clinici che, in pochi anni, hanno sviluppato un gran numero di pubblicazioni sulle più prestigiose riviste internazionali. - ha spiegato Arturo Licenziati, Presidente IBSA SA - La scelta dell’Italia per il lancio della nuova formulazione liquida è stata del tutto naturale vista la grande cultura endocrinologica esistente in Italia, nata negli anni ‘70-‘80 con la scuola del prof. Aldo Pinchera, esperto di fama internazionale. Ora, l’approvazione FDA della levotiroxina liquida per il mercato USA apre a sviluppi di grande interesse: un mercato di 18 milioni di pazienti, stimato in 2 miliardi di dollari, che accoglie velocemente le novità medico-scientifiche, ma anche un sistema prescrittivo più complesso.
La levotiroxina soluzione orale monodose, disponibile in 4 diversi dosaggi (25μg, 50μg, 75μg e 100μg), che garantiscono la precisione nel dosaggio e la semplicità di assunzione da parte del paziente, è un medicinale di Classe A, che assicura maggiore velocità di assorbimento, minore interferenza con il cibo, minore variabilità nelle concentrazioni plasmatiche e miglior aderenza alla terapia.
Info: - www.societaitalianadiendocrinologia.it - www.associazionemediciendocrinologi.it - www.ibsa.it